Dal turismo, ai servizi sociali, passando per il bilancio, il lavoro e le partecipato: in piazza Municipio, il candidato sindaco Gino Sturniolo ha presentato il suo programma per le elezioni amministrative 2022. Con lui i sei assessori designati. Si è parlato di autogoverno, bilanci, beni pubblici e turismo. «Siamo l’anomalia di questa campagna elettorale – ha affermato l’aspirante Primo Cittadino –, ma abbiamo imposto l’ordine del discorso».
Qualche anticipo sul programma Gino Sturniolo lo aveva già dato, ma questa volta il pubblico è stato principalmente quello dei cittadini che, seduti sulle scalinate di piazza Unione Europea, proprio sotto Palazzo Zanca, hanno potuto ascoltare le idee e le proposte degli assessori designati. A dare il là, il candidato Gino Sturniolo.
Gino Sturniolo: «Siamo un’anomalia, ma abbiamo imposto il discorso»
«Quando abbiamo fatto questa proposta di candidatura – ha esordito Sturniolo – abbiamo scritto che saremmo stati l’anomalia di questa campagna elettorale. Inizialmente avevamo pensato di scrivere “i poveri”. Siamo sia l’anomalia che i poveri di questa campagna elettorale. Abbiamo introdotto parole nuove, gli altri quattro sono candidati paludati, dicono tutti le stesse cose. Abbiamo avuto la capacità di introdurre categorie nuove e imporre l’ordine del discorso. Siamo noi, i poveri, ad aver deciso di cosa si parla, partendo dal bilancio. Abbiamo introdotto il tema del lavoro pubblico – ha aggiunto – dopo che Cateno De Luca per anni ha alimentato l’odio contro i dipendenti pubblici. Il giorno dopo Basile ha detto che bisogna ricominciare ad assumere. Qualche giorno dopo ha rincarato la dose, sembrava Berlusconi, ha annunciato 1000 posti di lavoro. Poi ha iniziato anche De Domenico, anche se è stato più moderato».
«Siamo gli unici veri realisti di questa campagna elettorale»
«Noi siamo gli unici veri realisti di questa campagna elettorale – ha detto Sturniolo. Non stiamo chiedendo un voto, stiamo chiedendo ai cittadini di combattere con noi una battaglia. Noi guarderemo la città dalla parte delle periferie. Non facciamo promesse mirabolanti, perché non siamo in condizioni di farle. Ci dicono che siamo utopisti, ma siamo gli unici realisti che stanno pensando concretamente al superamento di questa situazione. Se entreranno loro ci troveremo ancora con piani di riequilibrio che affameranno i cittadini e toglieranno i servizi. Siamo stati gli unici a mettere in discussione De Luca. Siamo stati gli unici a dimostrare che il risanamento finanziario di cui parla lui non c’è stato. Lo stesso dicasi per il risanamento delle baracche. Questi risultati si traducono solo nella deportazione di persone in casermoni orribili che non si costruiscono più».
Turismo, cultura, beni comuni: gli assessori designati lanciano le loro idee per Messina
Giuseppe Cardullo (assessore al Turismo e allo Spettacolo): «Messina oltre a essere bella ha un sacco di resti storici che neanche noi conosciamo. Vorrei fare una mappatura di quello che abbiamo e che neanche conosciamo. Dopo il terremoto fu fucina di tanti architetti che si divertirono a cimentarsi creando cose strane, la cosiddetta architettura eclettica. Bisogna chiedere aiuto a tutti gli operatori dell’accoglienza per rendere Messina una città turistica. Dobbiamo creare i cantieri della bellezza, perché la bellezza chiama bellezza. Sembra un sogno, ma il sogno quando si fa in maniera collettiva si chiama realtà. Per lo spettacolo, dobbiamo valorizzare gli artisti locali, consentirgli di vivere della loro arte qui a Messina. Investiamo nella cultura. Dobbiamo creare spazi per l’arte. La mia porta sarà sempre aperta a chiunque abbia buone idee per Messina».
Barbara Bisazza (assessore all’Urbanistica): «Messina non ha un Piano Regolatore in grado di proiettarla verso i prossimi decenni. Il settore dell’edilizia, con i suo regolamenti, è fermo a 50 anni fa. La città intanto si è ingrandita, in maniera caotica, soprattutto nelle colline. Leggevo che Messina è la città più vincolata d’Italia. Questo sembra legare mani e piedi il settore dell’edilizia. La responsabilità che dovremo prenderci sarà trovare un equilibrio tra la salvaguardia del territorio e la possibilità di far lavorare in serenità il settore dell’edilizia. Per prima cosa dovremo mettere in sicurezza il territorio. Dovremo provvedere al rimboschimento delle colline, che deve essere programmato. Fondamentale è poi la messa in sicurezza dei torrenti, intanto attraverso la bonifica delle discariche e la manutenzione dei torrenti coperti. Dobbiamo realizzare spazi verdi, recuperare i l patrimonio edilizio esistente. Purtroppo stiamo perdendo il sea flight ma ci sono tanti altri spazi, oggi inagibili, che possono essere riqualificati. Sarà importante anche il ripascimento delle coste».
Gaetano Princiotta Cariddi (assessore ai Beni Comuni e Autogoverno, Cultura e Sport): «L’elemento dell’autogoverno è quello che più ci contraddistingue. È un processo essenziale per uscire dalla situazione stagnante in cui ci troviamo. La rappresentanza politica in questo momento è ai limiti storici, lo vediamo anche dai numeri delle persone che vanno a votare. Ci servono però spazi per fare questo, a partire dai beni comuni, luoghi in cui la gente possa ritrovarsi, stare insieme ed esprimere le proprie potenzialità. La cultura non è solo un punto di un programma, deve essere lo spirito che permea tutta un’amministrazione.
Clelia Marano (assessore alle Politiche dell’inclusione e Politiche dell’infanzia): «Questo è un percorso di crescita. Sono certa che potrò esercitare le mie deleghe, perché sono certa che andremo al ballottaggio. Questa non è una città per bambini, perché manca tutto, dagli scuolabus ai servizi, agli spazi aperti. Mancano i servizi a sostegno della genitorialità. Troppi spazi negati ai nostri figli, dalla Villa Mazzini a Villa Sabin. Le politiche di inclusione e integrazione sono una cosa complessa; significa far parte di una comunità, avere pari diritti e opportunità, si rivolge a tutti, ai poveri, ai detenuti, ai tossicodipendenti, agli anziani, alle persone con diverse abilità. Tutti i servizi sociali sono stati ridotti. Messina è una città degradata, che negli ultimi dieci anni, per colpa di tutte le amministrazioni, è stata abbandonata a sé stessa».
Antonio Currò (assessore alle Politiche dell’Abitare e Risanamento): «Parto da questa piazza in cui abbiamo fatto un’operazione di opposizione a quel pessimo uomo che è Cateno De Luca; pessimo uomo e pessimo politico. Vorremmo passare dall’utopia dell’inganno a quella della ragione. Ricordate la Patrimonio Spa? È uno stipendificio per pagare dipendenti. Doveva fare un censimento degli immobili, cosa che faremo noi perché è parte del nostro programma. L’agenzia sociale per la Casa, prevista dai Pon, esiste solo sulla carta. Vogliamo un grande strumento che metta insieme le intelligenze migliori di Messina, un organismo interdipartimentale. Mettiamo al centro del programma l’emergenza abitativa dei cittadini. Ci sono circa 1800 edifici inutilizzati in questa città. La nostra ambizione è creare alloggi senza costruirne neanche uno, la rigenerazione è la chiave».
Francesca Fusco (assessore al Lavoro e alle Partecipate): «Il lavoro è una delle modalità di riscatto che ha questa città. Non possiamo più permetterci di essere sotto scacco di chi ci promette un’occupazione in cambio di un diritto. Riscattiamo la nostra dignità, scegliamo per il nostro futuro. Riteniamo sia fondamentale eliminare il senso di solitudine che affligge i lavoratori che sono privati di diritti. Proponiamo la creazione di due strumenti: un’app collegata con gli enti preposti al controllo e alla tutela dei lavoratori e l’istituzione di un’assemblea permanente per tutte le vertenzialità cittadine».
(213)