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“Scusate il ritardo”. Un treno da Palermo a Roma per fermare i tagli

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Un treno partito dalla stazione di Palermo e portatore della speranza dei siciliani che non vogliono rimanere tagliati fuori dal sistema di collegamenti con il resto del Paese. Su quel treno diretto a Roma, questa mattina, è salito l’assessore Giovanni Pizzo che con sé ha portato la lettera consegnatagli da

Salvatore Mangano, presidente dell’associazione La Sicilia ai Siciliani. Con Mangano, anche vari associati in rappresentanza dell’ Associazione culturale firmataria della missiva affidata a Pizzo,  da consegnare al ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Maurizio 

ex ferrotel treniLupi.

Ad attendere il convoglio alla stazione centrale di Messina, anche il sindaco Renato Accorinti e un sit-in dei lavoratori ex Ferrotel in protesta.

L’iniziativa “Scusate il ritardo. In treno da Palermo a Roma per i diritti della Sicilia” ha l’obiettivo di dimostrare i disagi del servizio di trasporto su linea ferrata e i ritardi nei tempi di percorrenza di un treno che deve compiere poco più di 800 chilometri, di fermare i tagli scellerati e salvaguardare il diritto alla continuità territoriale.

L’assessore alle Infrastrutture della Regione siciliana, Giovanni Pizzo, parteciperà a Roma a una riunione convocata, alle 15.30, dal ministro Lupi, per discutere del contratto di servizio del trasporto ferroviario per la Sicilia e del documento strategico che definirà quantità e qualità dei servizi ferroviari da e per la regione Sicilia. 

Intanto, il Consiglio regionale si riunirà nella città dello Stretto per discutere ancora di tagli e possibili soluzioni per scongiurarli.

 

Ecco la lettera che l’associazione La Sicilia ai Siciliani  ha consegnato a Pizzo per Lupi:

 

Caro Ministro Lupi,

 

noi cittadini siciliani siamo fieri della nostra identità e di vivere in un’isola.

 

Ciononostante capirà che ogni tanto avvertiamo l’esigenza di recarci nel continente o di spostarci nelle città vicine.

 

Comprendiamo che i governi nazionali che negli ultimi anni si sono susseguiti, nella ferma convinzione che la Sicilia sia un posto solare, ricco di storia e bellezza, abbiano voluto in tutti i modi scoraggiarci dal viaggiare altrove. Abbiamo infatti assistito allo smantellamento graduale e inesorabile dei collegamenti, sia interni, che verso l’Italia, ferroviari, marittimi ed aerei.

 

Già la situazione odierna ci fa dubitare che qualcuno abbia confuso il significato della parola “isolani” con “isolati”:

 

  • Le isole minori della Sicilia sono già state private di corse di aliscafi e traghetti di livello accettabile.
  • Collegamenti ferroviari a gasolio e con tempi di percorrenza pari a quelli del periodo borbonico. Quattro ore per coprire i 100 km circa che separano Palermo da Trapani sono un tempo vergognoso.
  • Riduzione e tagli di molti collegamenti aerei, tanto che oramai per giungere in molte principali città italiane si è costretti a fare scalo a Roma o Milano, con tempi di viaggio triplicati o peggio.

 

Comprenderà quindi la nostra paura di fronte agli ulteriori tagli paventati da RFI del servizio di traghettamento dello stretto di Messina e la soppressione degli ultimi treni a lunga percorrenza. Temiamo che le uniche possibilità di raggiungere la sponda calabrese siano a bordo di un di un canotto o semplicemente a nuoto.

 

Dovessero avverarsi i nostri timori ci sentiamo di suggerire che il prossimo aumento di 80 euro sia convertito per i siciliani in buoni per corsi di nuoto e acquisto di gommoni.

 

 

 

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