Il nuovo botta e risposta tra il prefetto Stefano Trotta e il sindaco Renato Accorinti si è consumato. Oggi pomeriggio la lunga replica del primo cittadino alle accuse del vertice di Palazzo del Governo per il mancato trasporto pubblico dei tifosi del Catanzaro in occasione della gara di ieri al San Filippo.
Accorinti, ha trasmesso una lettera al Prefetto, Stefano Trotta, precisando che “la Sua lettera del 29 novembre, relativa alla vicenda dell’accompagnamento-scorta ai tifosi della squadra di calcio di Catanzaro, e scrive:
“Mi obbliga ad alcune precisazioni che spero possano essere d’aiuto per la gestione comune di altre similari occasioni. Innanzi tutto mi preme ricordare che nella riunione di giorno 27 pomeriggio del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, io avevo ripetutamente asserito che avrei dovuto verificare la possibilità e le condizioni per garantire il richiesto servizio di accompagnamento dei tifosi ospiti allo stadio S. Filippo e che mi sarei adoperato per favorire la sottoscrizione del necessario accordo tra l’A.C.R. Messina e l’Azienda Trasporti. Cosa che ho puntualmente fatto, contattando (nei ristrettissimi margini di tempo disponibili) sia il Direttore Generale dell’ATM che l’Amministratore Delegato dell’ACR Messina. Stanti le attuali carenze strutturali del trasporto pubblico locale a Messina (su cui, come è di Sua conoscenza, l’Amministrazione sta lavorando con grande impegno e con tangibili risultati), la destinazione al fine richiesto di due automezzi avrebbe implicato la sottrazione degli stessi al servizio pubblico in un giorno e in un orario di particolare affollamento. Per questa ragione, dopo aver consultato il Direttore Generale dell’ATM, nella serata dello stesso giorno 27 ho concordato con l’Amministratore Delegato dell’ACR Messina che per la partita del 29 sarebbe stata la società a provvedere al trasporto, affittando pullman da società private. L’indomani (28 novembre) venivo informato del fatto che nessuna ditta privata aveva manifestato disponibilità per l’affitto dei mezzi e mi rivolgevo nuovamente al Direttore Generale dell’ATM in modo da favorire la realizzazione di un accordo tra la società sportiva e l’azienda di trasporto pubblico. L’ATM garantiva la disponibilità di due mezzi ma, dati anche i precedenti sostanziali (molti bus danneggiati e non indennizzati) e formali (assenza di richiesta scritta in merito al servizio da svolgere), nonché la perdita economica dovuta al mancato utilizzo dei mezzi nel servizio pubblico ed il rischio relativo ai danneggiamenti degli stessi, richiedeva che venisse corrisposto il biglietto di € 2,40 per passeggero per la doppia corsa effettuata e che per ciascun mezzo utilizzato la società sportiva versasse un deposito cauzionale di € 1.500,00, per un totale di € 3.000,00, con l’impegno a rifondere eventuali danni superiori alla cifra cauzionalmente versata (la quale, in caso di mancato utilizzo, sarebbe stata restituita). La società sportiva si dichiarava disponibile a pagare il biglietto e a versare una caparra di soli € 500,00, senza menzionare alcuna assunzione di responsabilità per eventuali danneggiamenti. A seguito di mio intervento, l’ATM si dichiarava disponibile (al fine di facilitare l’attuazione del servizio) ad accettare un deposito cauzionale di € 1.500,00 per ambedue i mezzi, mantenendo la richiesta di assunzione di responsabilità su eventuali ulteriori danni subiti dai mezzi; comunicavo pertanto tale nuova disponibilità all’ACR, chiedendo di essere tempestivamente informato della conclusione dell’accordo tra le società al fine di poterne dare notizia immediata al Questore e al Prefetto. La mattina del seguente giorno 29 (il giorno stesso dello svolgimento della partita) una comunicazione scritta dell’ACR confermava il pagamento dell’equivalente del biglietto, ma negava la disponibilità della società a versare il deposito cauzionale nella ridotta misura richiesta, argomentando circa una sua possibile pretestuosità, e manteneva un eloquente silenzio circa l’assunzione di responsabilità su eventuali danneggiamenti di valore superiore al deposito cauzionale, rispetto alla quale verbalmente negavano ogni disponibilità. A seguito di ciò, davo comunicazione dei fatti al Sig. Prefetto e al Sig. Questore chiarendo che, non essendosi concluso nei ristretti tempi disponibili (ben meno di 48 ore) l’accordo tra la società sportiva e l’azienda trasporti, l’utilizzo dei mezzi pubblici sarebbe stato possibile solo a seguito di precisa disposizione del Sig. Prefetto. In luogo di una disposizione autoritativa, si è invece ritenuto di procedere al trasferimento dei tifosi dalla Rada S. Francesco allo stadio S. Filippo con l’utilizzo di taxi. Le difficoltà operative e di gestione della situazione (anche in termini di ordine pubblico) spingevano, però, a chiedere nuovamente l’utilizzo dei mezzi dell’ATM che, dietro formale assunzione di responsabilità per eventuali danneggiamenti da parte dell’ACR Messina, venivano immediatamente resi disponibili e messi in uso. Mi preme ricordare che (come già significato in precedente comunicazione) la richiesta cautelativa avanzata dalla società di trasporto era motivata dalla necessità di evitare danni economici e finanziari alla collettività. Nel passato era già accaduto che, senza alcuna preventiva richiesta formale, l’azienda di trasporto avesse consentito l’utilizzo di mezzi per servizi non compresi nelle convenzioni stipulate con l’ente pubblico, subendo anche ripetuti danneggiamenti e vandalizzazioni, con ripercussioni negative tanto sulla collettività (per via della sottrazione dei mezzi al servizio di trasporto pubblico) che sulla stessa azienda (sia per il costo delle riparazioni che per la riduzione del complessivo chilometraggio percorso dai mezzi, con conseguente riduzione dei contributi regionali a questa variabile parametrati). È in tal senso opportuno sapere che, nella controversa relazione economica tra ATM e Comune che questa amministrazione ha ereditato, si ha l’evidenza che proprio “servizi aggiuntivi” resi (ancorchè non formalmente richiesti) sono parte irrisolta di ripetuti e ingestiti appesantimenti di costo nella gestione dell’azienda. Di qui l’imprescindibile esigenza di governare con prudenza, secondo forme codificate e ufficiali, lo svolgimento di tali servizi aggiuntivi i quali, altrimenti resi, possono essere fonte di disservizio pubblico e di danno erariale. Non appare fuor di luogo evidenziare che, in effetti, i mezzi posti in uso (le vetture aziendali 2244 e 2264) sono stati danneggiati dai tifosi trasportati, con offensive scritte effettuate con vernice spray e (il primo) con la rottura di un vetro. Forse la Sua Signoria non è stata informata di tali eventi (di cui allego reperto fotografico), ma sono certo che non riterrà la rottura del vetro di un autobus meno degna di attenzione di quella del finestrino di un taxi. Questa amministrazione ritiene prioritaria la necessità di garantire, anzitutto, la funzionalità del servizio del trasporto rispetto o pubblico locale; di fronte a tale pubblico interesse il pur comprensibile tentativo di un operatore privato di evitare l’assunzione di un rischio economico legato al danneggiamento dei mezzi non può, a mio avviso, prevalere. Un interesse pubblico (il mantenimento del servizio e la prevenzione del danno erariale) può soccombere solamente per tutelare altri interessi pubblici ritenuti prevalenti quali, ad esempio, l’ordine pubblico e la prevenzione di disordini sociali, i quali devono però essere manifestati per vie formali ed in esplicito dalle competenti Autorità. Per questa ragione avevo chiesto nella mia conversazione telefonica con il Questore di poter ricevere specifiche disposizioni in tal senso, cui mi sarei immediatamente attenuto, confermando l’attesa di tali disposizioni anche nella lettera redatta il 29 mattina. D’altronde, il contenuto e il tenore della lettera inviata dal Questore all’ACR Messina il 28 u.s. (pervenuta al Sindaco solo per conoscenza), attestano che le stesse Autorità Provinciali responsabili dell’ordine pubblico pongono in capo alla società sportiva la responsabilità di predisporre (d’intesa con l’amministrazione comunale) la “pianificazione preventiva” (che sarebbe stata alla società sportiva formalmente richiesta e reiteratamente sollecitata) del trasporto della tifoseria ospite, stigmatizzandone la mancata realizzazione. Non siamo a conoscenza dei tempi in cui le originarie formali richieste siano state formulate alla squadra di calcio, ma è il caso di rilevare che la riunione dedicata all’argomento si è svolta a meno di 48 ore dall’inizio della partita e che in quell’occasione sarebbe stato opportuno che le Autorità Provinciali potessero procedere alla prevista approvazione di un accordo tra la squadra di calcio e l’amministrazione la quale, però, veniva solo in quella circostanza investita per la prima volta della questione e, per il tramite della mia persona, lungi dal rappresentare superficiali certezze, esprimeva difficoltà operative e garantiva (come ampiamente realizzato) ogni sforzo ed intervento mirante alla definizione del richiesto accordo, pur nel ristretto tempo disponibile. Malgrado gli sforzi compiuti dall’amministrazione e la disponibilità manifestata dall’azienda di trasporto, la resistenza della squadra di calcio all’assunzione di responsabilità circa eventuali danneggiamenti che avessero potuto subire i mezzi pubblici posti in uso (evento effettivamente verificatosi) non ha reso possibile la definizione del previsto accordo prima dell’avvio della partita. Di fronte a quanto accaduto, appare inappropriato il giudizio di inadeguatezza che viene espresso circa l’azione dell’amministrazione Comunale rispetto all’attuazione di misure che erano state non già concordate, ma solamente indicate, e rispetto alle quali Ella non potrà non ricordare che l’amministrazione non aveva fornito nel corso della riunione alcuna certezza; Le confermo inoltre che ogni cogente disposizione emanata dai rappresentanti del Governo sarebbe stata immediatamente attuata da questa amministrazione, anche in assenza del predetto accordo tra società calcistica e azienda gerente il trasporto pubblico. Nel valutare a posteriori l’accaduto, può forse porsi in questione la mancata considerazione della possibilità (data la non certezza di un accordo) di far giocare la partita “a porte aperte”, ovvero di non accogliere la tifoseria della squadra ospite. Positivamente, Le confermo la totale attivazione e partecipazione dell’amministrazione comunale alla gestione delle problematiche relative all’ordine pubblico (che pongono questioni di tutela tanto per le forze dell’ordine quanto per i dipendenti pubblici e i cittadini tutti), nel rispetto delle competenze e delle responsabilità di ciascun attore istituzionale. Inoltre, dato che varie problematiche hanno ripetutamente posto in questione il regolare svolgimento delle partite calcistiche, Le propongo di costituire un apposito tavolo di valutazione tecnica con la presenza delle Autorità Provinciali per la tutela dell’ordine pubblico, dell’amministrazione comunale, della squadra di calcio, dell’azienda di trasporto pubblico locale e di ogni altro attore tecnico o istituzionale la cui presenza possa essere ritenuta utile. Tale tavolo, riunendosi con debito anticipo (almeno 10 giorni prima della competizione), potrebbe analizzare la programmazione delle singole partite evidenziando ogni possibile esigenza, al fine di poter attuare con tempi sufficienti ogni necessario intervento”.
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