Amministrative Messina. Franco De Domenico e Valentina Zafarana presentano 3 nuovi punti del programma

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Sviluppo economico, legalità, equità sociale e pari opportunità sono altri punti di snodo del programma di Franco De Domenico, candidato sindaco a Messina alle prossime elezioni amministrative e della coalizione di centrosinistra che lo sostiene. Un’altra tappa è stata presentata ieri mattina in una conferenza stampa che ha visto la partecipazione della vicesindaca designata in giunta, Valentina Zafarana (M5s).

«Messina – ha ricordato De Domenico – nel periodo 2015-2020 è tra le peggiori città in Europa per tasso di spopolamento: l’esodo giovanile si attesta su circa 1250 partenze ogni anno; dal 2010 al 2020 il tasso di disoccupazione è passato dal 15 al 39 per cento. Se non si inverte questo trend negativo, si rischia il deserto nei prossimi cinque anni. Oggi sviluppo significa attrarre tre cose essenziali: capitale umano, tecnologie e infrastrutture. In questo quadro – aggiunge Franco De Domenico – il Comune ha due compiti essenziali, creare ‘l’ambiente istituzionale’ e di mercato perché ciò avvenga e garantire servizi per essere competitivo. A Messina si possono realizzare progetti come già fatto in altre città europee; il Pnrr è uno strumento ideale in questo senso. Per essere competitivi, però, bisogna sapere offrire servizi. Attorno allo sviluppo economico – ha spiegato il candidato – si legano gli altri due punti presentati oggi. Messina deve attrarre e trasformare. Messina non può limitarsi solo a trattenere i suoi giovani, ma deve essere attrattiva, anche per chi è in cerca di prospettive lavorative da altri territori italiani e stranieri. Abbiamo bisogno di una visione coraggiosa e moderna di sviluppo, orientata sulla valorizzazione del capitale umano e sull’attrazione di investimenti privati».

Nella proposta di programma, tra l’altro, sono «previsti sgravi fiscali e agevolazioni per quelle aziende che impianteranno nella città dello Stretto la propria attività, assumendo maestranze locali, e cercheremo di valorizzare al massimo le opportunità offerte dalle Zes».

«Raggiungeremo l’obiettivo individuando distretti del commercio, attraverso un partenariato pubblico-privato – propone De Domenico – che avrà ricadute anche sulla valorizzazione dei luoghi. Studieremo una efficace politica di marketing territoriale, attraverso un marchio ombrello che funzioni realmente, sulla scia di quanto avvenuto altrove».

La vicesindaca designata, Valentina Zafarana, ha tracciato una fotografia della città per il suo rilancio: «Conosciamo bene la realtà attuale messinese, sappiamo che attualmente il tessuto economico della città è basato sul commercio. Da questo dobbiamo partire per dare risposte immediate, e appunto in questa direzione va l’istituzione dei Distretti del commercio che ho fatto approvare nell’ultima Finanziaria regionale. Anche grazie a questo strumento sarà possibile rilanciare le attività commerciali presenti nel Distretto o la rigenerazione di un territorio depresso, attraverso l’applicazione di una vocazione commerciale. Il nostro supporto al commercio sarà totale, anche in termini di ascolto e dialogo di chi lavora e investe a Messina, elementi che in questi anni sono sicuramente mancati. Ma Messina è anche e soprattutto il suo mare. Abbiamo dato le spalle per troppo tempo al nostro mare, che adesso deve diventare il fulcro del suo sviluppo. Basti pensare all’industria del turismo balneare, all’industria del settore ittico, della cantieristica navale, al diportismo, all’incentivazione degli sport acquatici, allo sviluppo dei servizi per la portualità, al crocierismo».

«E una città che ospita il primo Museo del meridione ha il dovere di farne il proprio fulcro – ricorda la deputata regionale del M5s – per diventare città della cultura, con promozione territoriale dedicata in grado di attrarre centinaia di migliaia di turisti l’anno. E perché non pensare, programmando anche a lungo termine, all’insediamento di ‘Poli dell’Ingegno’, centri di eccellenza per la ricerca e sviluppo in ambito ingegneristico, che mettano a sistema il contributo delle Istituzioni culturali, dell’Università e dei centri di Ricerca presenti sul nostro territorio».

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