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Aumento Cosap, i commercianti dell’Alces contro la giunta Accorinti

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Negozio chiusoSull’aumento delle tariffe del Cosap, il canone di occupazione suolo, l’associazione commercianti dell’Alces, nella nota del presidente Marco Di Mauro, ha criticato l’amministrazione Accorinti.

Ecco cosa scrive:

“Da cittadini e da operatori del settore avevamo accolto il nuovo corso della Politica cittadina con grande favore ed immense aspettative.

            Credevamo, finalmente, di trovare nel Comune un amico e non un sordo avversario come troppe volte era avvenuto in questi anni.

            Immaginavamo che l’assenza di interessi di parte e la presenza di una Giunta tecnica, non Politica, avrebbe garantito procedure più snelle e ragionevolezza nell’amministrazione della cosa pubblica.

            Sentire parlare, poi, di concertazione e condivisione oltre che di valorizzazione del merito e della competenza ci aveva davvero fatto ben sperare.

            Ad un anno dall’insediamento della nuova amministrazione, però, nessuna delle promesse e delle aspettative si è concretizzata.

            Niente di nuovo, dunque, altro che rivoluzione!

            Abbiamo assistito e subito una città che, colpita dalla crisi internazionale, non ha avviato una sola misura capace di rimettere in moto l’economia cittadina e di ridare fiducia agli imprenditori, eroi che hanno scelto e continuano a scegliere di restare in una città allo sbando.

            In una città nella quale la mobilità di cose e persone è pura utopia e dove la normale amministrazione diviene una chimera, o un’eccezione della quale compiacersi, abbiamo subito iniziative unilaterali, in barba a qualunque logica e processo di condivisione, come l’isola pedonale Cairoli, la pista ciclabile e, dulcis in fundo, le nuove tariffe Cosap.

            Rispetto all’isola pedonale prendiamo atto che dopo un anno l’Amministrazione, pur continuando ad ostinarsi sull’isola pedonale Cairoli, ha finalmente compreso che l’area pedonale, più idonea per la tipologia di attività commerciali e di più facile attuazione oltre che a servizio dei Croceristi, è quella intorno al Duomo.

            Rispetto alla scelta della pista ciclabile, invece, continuiamo a manifestare le nostre perplessità per le modalità scelte e per i crismi di pericolosità che la stessa presenta.

Come già accaduto per l’isola pedonale Cairoli, ci pare un altro progetto calato dall’alto da chi non conosce il territorio e le abitudini dei Messinesi.

            Abitudini che per essere modificate, così come auspichiamo, devono essere accompagnate dal controllo del territorio costante e non certamente dalla saltuaria presenza, magari durante l’inaugurazione, di qualche vigile.

            Il tema della sicurezza, della qualità e dell’efficacia del servizio pubblico, inoltre, sono centrali in una città che mira a divenire sostenibile e che vuole puntare su mezzi alternativi all’automobile.

            Avremmo potuto anche su questo dare un contributo di esperienza sul campo – oltre che di competenza specifica e pratica – ma comprendiamo che dei Professori Universitari ne sapranno certamente più di noi.

            Certo parlando di concertazione dopo aver avviato i processi e cercando di mettere toppe agli errori fatti non ci pare né logico né diverso da ciò che abbiamo già visto e subito in questi anni.

            Crediamo, inoltre, che ciò che a questa amministrazione certamente manca è la conoscenza delle regole che determinano la riuscita o meno di un’attività imprenditoriale.

            Capiamo che chi ha uno stipendio fisso a fine mese non può comprendere chi rischia di suo e quando alza la saracinesca conosce, di certo, solo i costi fissi, le tasse e gli imprevisti cui dovrà far fronte.

            Quando nel mese di Marzo 2014 alcuni di noi hanno ricevuto i primi avvisi del Comune che, attuando la delibera del dicembre 2011, triplicava il costo della Cosap, richiedendo tale aumento a partire dal primo gennaio 2012, pensavamo ad uno scherzo.

            Oltre a non trattarsi di uno scherzo, invece, non riuscivamo, nei mesi trascorsi sino ad oggi, a risolvere la questione dovendoci rivolgere all’Avv. Santi Delia per tutelare i nostri interessi ricorrendo al TAR.

            Tanto per fare un esempio, ci sono attività commerciali che dai 10 mila euro/anno di tassa di occupazione sono passati ad oltre 31 mila euro/anno senza contare che tale aumento, secondo l’Amministrazione, andrebbe applicato retroattivamente anche per l’anno 2012 e 2013.

            Lasciando perdere la crisi, che chi percepisce stipendi pubblici universitari non può conoscere, ricordiamo all’Amministrazione, dal basso, che il costo richiesto non è applicato a Montecarlo o Venezia ma che siamo e restiamo a Messina.

            In una città nella quale i costi della Tares, tra gli altri, sono esorbitanti ed immotivati se rapportati al servizio effettivamente fornito.

            Senza contare che la “tariffa” che si vorrebbe applicare risulta esorbitante anche se rapportata alle altre città italiane nelle quali, invece, il livello di servizi forniti è ben più adeguato ed alto di quelli inesistenti della nostra Città.

            Ricordiamo a chi non ne avesse cognizione che spesso molti di noi devono sostituirsi all’amministrazione per pulire, disinfestare e manutenere anche spazi pubblici confinanti con quelli avuti in concessione e la cui responsabilità non è certamente la nostra.

            Altro tema paradossale riguarda chi come noi, in regola con autorizzazioni e pagamenti, sarà penalizzato molto più di chi invece ha deciso di occupare abusivamente gli spazi comunali e questa ci pare una beffa ulteriore.

            E’ come se chi decide di non rispettare le regole è premiato e chi, invece, le osserva viene ulteriormente vessato proprio da chi dovrebbe tutelarlo ed occuparsi del controllo del territorio.

            Siamo alla follia!

            Probabilmente non è chiaro che solo la nostra associazione, gli altri locali del centro cittadino ed i locali della litoranea nord della città, che con noi sottoscrivono il presente documento, danno lavoro a circa 300 unità, senza considerare l’indotto, e che il pagamento di quanto richiesto ci porterà inevitabilmente a dover tagliare le spese del personale.

            Sembra paradossale che chi crea lavoro ed offre opportunità, a giovani e meno giovani, di restare a Messina venga danneggiato dalle scelte di un’amministrazione che non interviene per modificare un provvedimento, francamente, assurdo ed in sostenibile.

            Visto, quindi, che i risultati ed i tentativi di interlocuzione con l’amministrazione, anche tramite nostri rappresentanti di categoria, sono andati a vuoto chiediamo al Consiglio Comunale, organo deputato a farlo, di intervenire repentinamente per modificare tale regolamento ripristinando le vecchie tariffe.

            Da parte nostra resta la disponibilità ad un confronto sereno, purché lo stesso avvenga in tempi brevi e, soprattutto, sia finalizzato alla risoluzione effettiva della questione.

            Restando in attesa di un riscontro da parte della Politica anticipiamo, già da ora, che nei prossimi giorni avvieremo plateali proteste per affermare i nostri diritti e cercare di restare, nonostante tutto, nella città che amiamo e nella quale vogliamo che crescano e restino i nostri figli”.

Il Presidente

Avv. Marco Di Mauro

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