«Riprendiamoci il nostro mare»: con queste parole MessinAccomuna si prepara a lanciare una petizione con cui chiedere di non ricostruire il muro dell’ex Teatro in Fiera e scrive una lettera aperta al presidente dell’Autorità Portuale dello Stretto, Mario Mega, affinché ci si muova in questa direzione. Tra le opzioni prese in considerazione, il laboratorio di partecipazione civica si dichiara pronto a chiedere alla Regione Siciliana di apporre un vincolo di carattere paesaggistico sull’area in questione.
Da quando sono iniziati i lavori di demolizione dell’ex Teatro di viale della Libertà, la Fiera di Messina si è insediata in pianta stabile come argomento principale all’ordine del giorno del dibattito cittadino, politico e non. Il progetto prevede la costruzione di un nuovo edificio ma, buttato giù il muro, la vista sullo Stretto ha colpito talmente i cittadini che da più parti si è cominciato a chiedere di rivalutare i pieni dell’Autorità Portuale.
Mercoledì 17 marzo 2021, il presidente Mario Mega – che avrebbe manifestato un’apertura alle proposte e alle suggestioni dei cittadini – è stato invitato dai consiglieri Biagio Bonfiglio (LiberaMe) e Giuseppe Schepis (Gruppo Misto) a presenziare ai lavori della VI Commissione Consiliare che verteranno proprio sul futuro della Fiera di Messina. Nel frattempo, MessinAccomuna scrive una lettera aperta al presidente Mega e si prepara a lanciare una petizione per chiedere di «non ricostruire il muro che era il vecchio teatro in fiera».
La lettera aperta di MessinAccomuna: «Non ricostruire il teatri in Fiera»
«Presidente, con tanti altri cittadini, gruppi, associazioni, anche noi firmatari di questa lettera chiediamo di non ricostruire il muro che era il vecchio teatro in fiera. Alle ruspe, e ai loro operatori, che hanno restituito la visione del mare nel centro della città vorremmo dare un premio perché con un gesto semplice (demolire è più facile e meno costoso che costruire e in casi come questo vale molto di più) hanno ridato a noi cittadini una prospettiva bella e immediata. Bella perché la vista dello Stretto è un’immagine che tutti noi abbiamo e sentiamo dentro e ci era stata negata, forse avevamo dimenticato la bellezza di quello scorcio ma è bastato rivederla per sapere che è nostra e ci appartiene e adesso se anche lei si schiera con i messinesi possiamo riaverla.
Non possiamo sostituirci a lei ma siamo pronti a fare la nostra parte per condividere le responsabilità di una scelta inusuale e forse difficile che in città ha già qualche precedente ma non di questa importanza. Avvieremo una petizione che ci auguriamo trovi la massima accoglienza in città e siamo pronti a chiedere alla Regione che venga apposto un vincolo di carattere paesaggistico, il Piano Paesaggistico fornisce indicazioni che orientano al recupero dei valori del paesaggio, e questo importante gesto che oggi si può compiere, va certamente in questa direzione. Chiediamo a tutte le forze politiche messinesi e ai nostri rappresentanti in Regione un intervento normativo immediato e urgente a tutela dell’affaccio a mare della nostra città: riprendiamoci il nostro mare.
Sappiamo che oltre l’emozione per la bellezza ritrovata, anche se ancora solo intravista, ci sono aspetti pratici concreti. Sappiamo che una pubblica Amministrazione deve sempre valutare l’interesse pubblico prevalente fra la sospensione o la prosecuzione dei lavori e può fermare un appalto. Sappiamo anche che fermare questo appalto ha un costo il cui ordine di grandezza è probabilmente non lontano da un milione di euro ma siamo certi che è un prezzo che tutti vogliamo pagare. Sono circa 4 euro per ogni cittadino; lanciamo una sottoscrizione pubblica per iniziare a riconquistare il nostro affaccio a mare e con questo speriamo anche una nuova prospettiva per la nostra martoriata città.
Non si tiri indietro Presidente, non abbia paura. È un gesto importante per Messina e certamente una delle azioni migliori che lei potrà compiere durante il suo mandato. Ci schieriamo con lei in questa piccola rivoluzione e le auguriamo di fare un buon lavoro che per una volta non sarà di cemento e ferro ma di Luce, Aria e Mare».
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Se riuscissimo a demolire tutti questi edifici fatiscenti di una vecchia fiera inutilizzata e restituire il lungomare ai messinesi sarebbe una bella vittoria. Si potrebbe realizzare un waterfront come a Malta con ristoranti e negozi per i cittadini e per i turisti. Bello da vivere e da condividere. Abbiamo il palacultura, il Vittorio Emanuele e tanti altri teatri. Realizzare questo nuovo teatro chiuso a mare, privando i cittadini di un paesaggio unico, sarebbe un vero crimine. Semmai si potrebbe pensare ad un anfiteatro da fruire in estate con alle spalle la vista dello stretto…