Riserva Capo Peloro. Russo: nei canali “barriere coralline di spazzatura”

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Valorizzare la Riserva Capo Peloro di Messina: è questo l’obiettivo della battaglia portata avanti nelle ultime settimane dal consigliere comunale Alessandro Russo che, stamattina, ha tenuto una conferenza stampa per fare il punto della situazione ed esporre ciò che, secondo lui, andrebbe fatto in un’ottica turistica, di tutela ambientale e di promozione dell’attività sportiva.

Al momento, ha chiarito da subito l’esponente del gruppo LiberaME, le condizioni della Riserva Capo Peloro – rilevate durante alcuni sopralluoghi – e, in particolare, dei laghi di Ganzirri e di Torre Faro, non sono certamente delle migliori. L’area appare in sofferenza, le sponde, gli argini e i fondali dei canali risulterebbero pieni di spazzatura, come pneumatici o vecchi contenitori di detersivi che ormai convivono con i molluschi e le altre specie autoctone dei laghi. Gli pneumatici, ha sottolineato efficacemente Russo, rappresentano ormai “barriere coralline di spazzatura”.

Occorre quindi, ha evidenziato Alessandro Russo, che si intervenga urgentemente sulle condizioni della Riserva Capo Peloro. La proposta da cui partire, messa in campo questa mattina, è quella di aprire un tavolo tecnico con l’Ente gestore, la Città Metropolitana di Messina e un’autorità terza, come l’Università, il CNR (Consiglio nazionale delle ricerche) o l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), per capire quali siano le condizioni dell’area e quali attività si possono praticare al suo interno, cosa effettivamente danneggi l’ambiente e cosa no.

«La Riserva – ha affermato il Consigliere – è diventata un luogo dove, a parte la tutela, non si riesce a programmare l’attività umana “sana”; mentre si è lasciato libero campo all’azione peggiore. Sono state realizzate opere edilizie impattanti persino in area di riserva». In sostanza, ha aggiunto, occorre capire se i regolamenti vigenti siano ancora adeguati, se vadano rivisti, e in quale misura siano stati rispettati nel corso del tempo.

Altro punto importante del discorso intrapreso stamattina è stato quello riguardante l’attività sportiva che si svolge all’interno del Lago di Ganzirri, ovvero il canottaggio. Attività che portata avanti dal 1990 dal Circolo Canottieri Peloro ma, stando a quanto dichiarato questa mattina, non senza alcune difficoltà e limitazioni.

«Vogliamo dimostrare attraverso dati scientifici che non danneggiamo le specie autoctone del lago – ha chiarito il Dirigente del Circolo Canottieri Peloro Giovanni Ficarra. Siamo pronti a fare quello che è necessario per valorizzare la riserva, ma vorremmo una rivisitazione dello Statuto. Sono stati chiusi i canali, il livello dell’acqua decresce le piante perdono ossigeno e i pesci muoiono, si creano delle secche e per noi è difficile transitare da una parte all’altra. Il nostro pontile si trova nella zona A e, per forza maggiore, ci troviamo a dover passare da un’area da cui per Statuto sarebbe vietato. Vorremmo avere una corsia centrale che generi ordine, dove poter transitare nel rispetto delle regole».

«Da parte nostra – ha concluso – c’è la massima apertura in tutto, anche a una prospettiva turistica». L’importante, in sostanza, per il Circolo è risolvere una situazione che rende sempre più complicato praticare il canottaggio, e farlo in maniera da non danneggiare l’ambiente e le specie della Riserva Capo Peloro, e, insieme, valorizzare un’area che a oggi appare trascurata.

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