Il degrado di Messina secondo Accorinti passa per le vetrine dei negozi sfitti

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Il degrado in cui Messina si trova riempie le pagine dei giornali da mesi.

Spazzatura, topi, blatte, abusivi, in una parola, appunto: degrado.

Mai si potrebbe pensare che un problema fondamentale siano i rifiuti e le cartacce che si accumulano dietro le saracinesche dei locali sfitti del centro. Invece a Messina succede. Che sia un problema è evidente, che sia giusto che qualcuno ripulisca per non dare a chi passa quella sensazione di “abbandono” non vi è dubbio alcuno, ma sono altri, forse, gli interventi che ci si aspetterebbe per rendere più decoroso il centro cittadino per chi ci vive e per i turisti.

Intanto, in attesa di risolvere il problema dei rifiuti, c’è l’ordinanza sindacale con cui è stato disposto “l’obbligo, ai proprietari di fondi (botteghe e immobili) sfitti, destinati a usi commerciali e prospicienti le pubbliche vie del centro cittadino, di pulire le saracinesche e, soprattutto, togliere gli eventuali rifiuti accumulatisi e/o gettati attraverso le saracinesche all’interno dei fondi; rimuovere le insegne degli esercizi cessati, con decoroso ripristino dello stato dei luoghi; tenere pulite le vetrine conservandole libere, sia sull’esterno che nell’interno, da affissioni di manifesti, volantini, fogli di giornale, avvisi di varia natura, anche se fatte da terzi, ad eccezione delle comunicazioni di trasferimento dell’attività commerciale in altro luogo e dell’offerta di vendita o locazione del fondo”.

In caso di inottemperanza, salvo che il fatto sia previsto dalla legge come reato o costituisca più grave illecito amministrativo, sarà applicata, a norma della legge vigente in Sicilia, la sanzione pecuniaria da 25 a 500 euro.

L’ordinanza è stata emessa “per salvaguardare il decoro, l’igiene, la cura, la manutenzione e la pulizia della città e del suo patrimonio storico, artistico ed architettonico, al fine di prevenire e contrastare comportamenti, anche omissivi, che determinino il depauperamento del patrimonio collettivo e che possono favorire situazioni generali di incuria e degrado, comportando lo scadimento della vivibilità urbana e, sostanzialmente, della qualità della vita civile”.

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