Il caso Tutino – Crocetta – Borsellino: le reazioni politiche

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“Che il presidente Crocetta abbia ascoltato o no quella frase è comunque evidente che dalle nostre parti il Partito Democratico ha molto su cui lavorare”. Francesco Barbalace, coordinatore regionale LabDem Sicilia, commenta così l’affaire Tutino-Borsellino, che nelle ultime ore ha creato un vero e proprio terremoto politico nell’Isola.

“Non possiamo che fidarci di quanto ha dichiarato il Procuratore Capo di Palermo Lo Voi -aggiunge Barbalace- ma è evidente che il PD siciliano è un partito ormai privo di equilibri, che ha bisogno di tutto tranne che di tattiche dilatorie rispetto a una situazione che a livello politico è al di là dell’inverosimile”.

“Siamo a un bivio importante – continua Barbalace – per il PD siciliano, diviso tra il sostegno a un Governo inutile e i rischi di nuove elezioni. Come LabDem riteniamo che qualunque possa essere l’eventuale esito elettorale il Partito Democratico, con in testa il giovane segretario Fausto Raciti, debba dedicarsi alla ricostruzione del PD, alla ridefinizione della sua linea politica, riaccendendo la speranza che sia ancora possibile affidare a volti nuovi e a energie e intelligenze nuove la prossima stagione del riformismo. Evitando così che il destino di un governo che si dissolve non debba comportare analoga sorte per il PD”.

“Se davvero si dovesse andare a nuove elezioni, si può anche mettere in conto un risultato negativo, ma non si può pensare di non impegnarsi per cambiare davvero le cose. L’importante è che adesso non ci siano più alibi per nessuno. Del resto -conclude Barbalace- già il 19 giugno scorso, in tempi non sospetti, noi di Lab Dem Sicilia avevamo chiesto di commissariare Governo e partito e adesso ci aspettiamo comportamenti conseguenti”.

“Crocetta vattene. Vattene di corsa. Chi ascolta una frase così mostruosa e non ribatte con tutto lo sdegno e la forza di cui è capace non merita di rappresentare i Siciliani”, questa la dichiarazione di Piero Adamo, nella veste di Consigliere nazionale di Fratelli d’Italia- Alleanza Nazionale, e Ciccio Rizzo, dirigente nazionale FdI-AN.

“E comunque – continuano Adamo e Rizzo – chi frequenta simili personaggi deve stare lontano anni luce dalle Istituzioni. Crocetta ha ridotto la Sicilia all’immobilismo, lottizzato il potere, dilapidato le finanze regionali e si è piegato a lobby e potentati tradendo la spinta pseudo rivoluzionaria che lo aveva portato a Palazzo d’Orleans. Appresa questa vicenda comprendiamo ancora di più le ragioni di Lucia Borsellino dalla quale oggi ci aspettiamo parole di indignazione per essere stata utilizzata e tradita per il cognome che porta”.

“L’avventura di questo professionista dell’antimafia deve finire adesso – insistono i due esponenti di FdI-AN-. La parola torni ai Siciliani. Facciamo appello a PD-Udc e Pdr affinché con uno scatto d’orgoglio stacchino la spina a questo Governo e vadano sino in fondo rispetto alle dichiarazioni rilasciate stamane. Nessuno più riesce a difendere Crocetta. Il Re è nudo”.

“Oggi più che mai siamo convinti che malgrado queste tristissime vicende, come diceva Paolo Borsellino – concludono -, un giorno questa terra diventerà bellissima. Paolo Vive. Tutino marcisca in galera”.

“La rivoluzione crocettiana infine ha rivelato la sua vera natura: la sua organicità ad un blocco di potere economico-politico mafioso isolano. Viene confermata, se ci fosse bisogno, la sua continuità con i governi di Cuffaro e di Lombardo e la garanzia costante di dovute coperture alla concretizzazione in Sicilia degli interessi di Confindustria e Confcommercio, come ampiamente dimostrato dalle vicende di Montante e di Helg”, questo dichiara il segretario regionale Prc Sicilia, Mimmo Cosentino.

“Lo avevamo detto prima dell’elezione di Crocetta  a governatore – continua Cosentino -, lo abbiamo ripetuto, inascoltati, più volte in questi anni. Gravissime sono le responsabilità dell’intero Pd, pesanti quelle dei sindacati confederali che, a partire dalla Cgil e dalla discesa in campo in prima persona di Susanna Camusso, hanno contribuito all’elezione di Crocetta”.

“Non si salva nessuno dei componenti della Giunta di governo, in quanto complici, o incapaci di rompere gli intrecci affaristici che ruotano attorno alla Sanità e ai lavori pubblici in Sicilia. E non si salva l’Ars – aggiunge il responsabile regionale del Prc – con la sua palude trasversale di centrosinistra, di centro e di destra coinvolta nella pratiche consociative e clientelari. Non servono populismi nè demagogie”.

“Rifondazione Comunista lavora da sempre e rilancia l’impegno unitario per un’alternativa sociale e  politica di sinistra. Crocetta deve dimettersi – conclude Cosentino -, l’Ars va immediatamente sciolta”.

Di parere opposto Giovanni Di Giacinto, capogruppo del Megafono all’Ars: “Mi sembra del tutto evidente che siamo innanzi ad una nuova stagione di veleni a Palermo- afferma l’esponente del Megafono -. Le notizie propagate oggi sulla presunta intercettazione tra il presidente Crocetta e il medico Tutino sono da un lato smentite dalla procura che avrebbe potuto autorizzarle, e dall’altro confermate da L’Espresso che non si comprende come le abbia potute avere e da chi”.

“Resta il fatto – aggiunge Di Giacinto – che Crocetta che ogni giorno rischia la morte, per questo è sotto scorta, avrebbe reagito in maniera dura se avesse udito frasi contro Lucia Borsellino e la memoria di suo padre. Trovo allucinante – conclude – pensare che chi rischia da anni la propria vita contro la mafia, possa aver taciuto di fronte a tali affermazioni”.

 

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