Foto di Cateno De Luca - deputato ARS - Sicilia Vera - Udc

Cateno De Luca sul suo arresto: «Certi ambienti mi avevano avvertito»

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Il neo deputato all’ARS Cateno De Luca sottoposto agli arresti domiciliari per associazione per delinquere finalizzata all’evasione fiscale si difende con un lungo post su Facebook: «Sapevo già che mi avrebbero arrestato. Perché già certi ambienti mi avevano avvertito».

Resta dubbia la possibilità del neo deputato di poter scrivere un post sui social network trovandosi agli arresti domiciliari.

«Oggi più di ieri vi dico – afferma De Luca – che anche questo procedimento finirà come gli altri quattordici: archiviati o con sentenza di assoluzione. Nei prossimi giorni saprete il perché non vogliono che io faccia il sindaco di Messina. Ringrazio i militari che stamattina alle ore 7:25 hanno suonato alla mia porta per arrestarmi in quanto sono stati un esempio di professionalità, gentilezza e riservatezza».

«Li aspettavo da qualche giorno – spiega il neo deputato – Ora sono agli arresti domiciliari a Fiumedinisi e penso solo a preservare mia moglie, i miei figli, la mia famiglia dall’ulteriore calvario giudiziario che li attende. Chiedo scusa ai miei sostenitori ed elettori per ciò che subiranno nei prossimi giorni. Posso solo dirvi che i fatti contestati risalgono al periodo 2007 – 2012 per i quali risulta pendente presso la commissione tributaria regionale un procedimento: mi contestano che io avrei agevolato il CAF FENAPI a evadere il fisco e quindi non sarei io l’evasione ma il CAF FENAPI di proprietà della FENAPI che ha oltre 300 mila soci. Dedico questa ulteriore battaglia ai perseguitati dell’ingiustizia che non hanno avuto la forza e i mezzi per ottenere giustizia. State sereni io non mollo».

La vicenda spiegata da De Luca

«Preservate il nostro meritatissimo e onestissimo successo elettorale – continua De Luca – dagli attacchi dei medesimi ambienti che già sapevano del mio arresto. Tale richiesta risale al 10 gennaio 2017 ed il GIP per motivi a noi non troppo ignoti ha firmato l’ordinanza di arresto il 3 novembre 2017. Io avevo annunciato la mia candidatura a sindaco di Messina nel comizio dell’1 Gennaio 2017 in  piazza municipio a santa Teresa di riva. A dicembre 2016 avevamo depositato l’ennesima denunzia nei confronti di una parte della magistratura di messina e alcuni organi inquirenti che avevano commesso troppi “errori” nei procedimenti penali aperti a mio carico: ben 15 procedimenti penali di cui già chiusi 14 con sentenze di assoluzione perché il fatto non sussiste e varie archiviazioni per l’inconsistenza delle accuse».

 

 

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