Lo sport a Messina potrebbe diventare roba da ricchi. Le numerose società sportive che operano nel territorio cittadino rischiano ,infatti, di programmare la prossima stagione agonistica con la certezza di dover sborsare fior di quattrini per l’utilizzo degli impianti. In merito, il diktat della Corte dei Conti parla chiaro: chi utilizza stadi, piscine o palestre di proprietà comunale dovrà garantire il 36% del costo complessivo di gestione dell’impianto. Una cifra esosa per le società locali che con tanti sacrifici portano in alto il valore dello sport in città. Si parla, infatti, di costi quintuplicati rispetto al recente passato.
A febbraio l’amministrazione ha allertato il Dipartimento Sport affinché si attivasse per adeguare il piano tariffario al nuovo indirizzo dettato dalla Corte dei Conti. Il mese successivo la giunta ha ricevuto la bozza del nuovo piano che attende ancora di essere approvato. Senza il documento, le società sportive non potranno avere contezza delle spese di gestione degli impianti che dovranno sostenere.
Sulla questione, stamane, è tornata a riunirsi l’ottava Commissione consiliare, presieduta dal consigliere Piero Adamo. All’incontro hanno partecipato il delegato provinciale del Coni Aldo Violato e il Ragioniere generale del Comune di Messina Antonino Cama. Assente l’assessore allo Sport Sebastiano Pino per sopraggiunti impegni istituzionali così come il Dirigente del Dipartimento Sport Salvatore De Francesco. Assenze che non sono andate giù alla Commissione. “Il nuovo piano tariffario è un argomento prioritario su cui la Giunta deve pronunciarsi – spiega Piero Adamo – stigmatizziamo l’assenza della controparte politica e il comportamento dell’amministrazione che non ha ancora provveduto ad approvare le tariffe pur avendo ricevuto la documentazione necessaria lo scorso marzo”.
Come detto, il procrastinare dell’amministrazione non fa altro che danneggiare chi fa sport in città a livello agonistico. “Le società sportive – continua Adamo – pretendono di sapere quanto dovranno pagare per la gestione degli impianti. E’ necessario, inoltre, differenziare le tariffe in base alle caratteristiche di ogni singola struttura. Chiaramente, pur mantenendo il contributo del 36%, i costi di gestione di una palestra non possono essere paragonabili a quelli di un palazzetto dello Sport. Lo stesso Coni – precisa il consigliere comunale – ritiene opportuno che i contributi pagati per ogni impianto vadano inseriti in dei capitoli di bilancio differenziati. Altrimenti si rischierebbe di generare ulteriore confusione”.
“Il Consiglio comunale – continua Adamo – è favorevole alla concessione pluriennale degli impianti alle società sportive che dovranno proporsi con progetti sostenibili. La durata dell’affidamento non può certo prescindere dall’ammontare dell’investimento che la singola società è chiamata a fare”.
Infine, Piero Adamo ritiene opportuno fare alcune precisazioni rispetto a quanto dichiarato da Pietro Lo Monaco, presidente dell’Acr Messina, durante la conferenza stampa di martedì scorso in cui annunciava il suo disimpegno. “Lo Monaco ha tirato in ballo la politica cittadina – precisa il consigliere di Siamo Messina – denunciando una mancata collaborazione con la società da lui presieduta. La Commissione Sport ha però più volte cercato un confronto con l’Acr Messina invitata ad un colloquio in due occasioni: il 24 aprile e il 24 luglio 2014. In entrambe le occasioni non si è presentato né Pietro Lo Monaco né l’allora presidente Isidoro Torrisi, all’incontro hanno infatti partecipato collaboratori della stessa società e non i massimi esponenti. Da parte nostra la disponibilità al dialogo c’è sempre stata”.
Andrea Castorina
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