Il consigliere comunale Massimo Rizzo critica il modo in cui è stato gestito il bando per l’affidamento dello Stadio “Franco Scoglio” (o San Filippo) e chiede di conoscere i progetti della società aggiudicataria, la FC Messina, per la struttura, e i dettagli dell’offerta: «C’è lo sport – scrive l’esponente di Libera Me –, fondamentale per il benessere psico-fisico e per l’economia. Ma alla politica sembra importare poco. Men che mai all’amministrazione comunale. Non produce consenso elettorale. C’è poi un argomento più importante, ed è un principio basilare: si chiama trasparenza amministrativa».
Nelle scorse settimane si è chiuso con l’aggiudicazione al Football Club Messina (unico partecipante), il bando per la gestione dello Stadio San Filippo. Per il consigliere di Libera Me, Massimo Rizzo, però, la procedura è stata un “flop”: «Personalmente ne sono stato un fautore, così come da tempo chiedo invano che anche gli altri impianti sportivi siano gestiti con trasparenza ed efficienza. E però il bando è risultato un flop. La mancanza di visione politica e la totale assenza di una programmazione hanno trasformato il bando in una mera questione amministrativa piuttosto che in un’occasione di rilancio e di sviluppo. Ma tant’è. Questo ha comportato che non è stata espressa alcuna capacità attrattiva nei confronti di imprenditori nazionali ed internazionali e che vi partecipasse una sola società».
Vista l’importanza della concessione, sia da un punto di vista monetario che pratico, l’esponente del Civico Consesso chiede una presentazione pubblica dell’offerta che la Società ha avanzato, dei suoi progetti, delle sue idee e delle necessarie garanzie.
«Nulla contro la Società, che sta esercitando un proprio diritto – sottolinea –, e che, anzi, con le necessarie garanzie, potrebbe offrire un’occasione di rilancio e di investimenti sul nostro territorio. Il tema è un altro. C’è un’intera comunità sportiva (e non solo) che pretende di conoscere tutti i dettagli dell’operazione. E legittimamente. Il futuro di un impianto sportivo pubblico così importante non può essere deciso (col massimo rispetto) soltanto da una commissione tecnica. Chi amministra una città ha il dovere di chiedere tutte le garanzie indispensabili e predisporre gli strumenti contrattuali a tutela dell’interesse pubblico. Si impegna la gestione di uno stadio per le prossime generazioni e per i prossimi decenni: la città ha il diritto di conoscere tutti i dettagli? La risposta, a me, appare scontata. Ricordo che all’altare dell’affidamento ai privati è stata sacrificata la stagione dei grandi eventi ed i concerti, concluse le restrizioni dovute all’epidemia, si terranno in un’altra città. La miopia amministrativa ha già causato questo gravissimo danno, economico e di immagine».
«Su una vicenda così complessa ed importante, il palazzo deve essere ancora più trasparente, senza scaricabarile di puro burocratismo. Ci attendiamo – conclude il consigliere –, insomma, una presentazione pubblica dell’offerta che la società ha avanzato, dei suoi progetti, delle sue idee e delle necessarie garanzie. E di comprendere il punto di incontro e di condivisione tra il legittimo interesse privato e quello pubblico. E tutto ciò prima che l’iter sia formalmente concluso. Attenderò il tempo necessario, convinto che ciò avverrà. Altrimenti eserciterò le funzioni di controllo che la legge mi attribuisce».
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