L’Amministrazione Comunale è sul punto di varare un provvedimento che comporterà l’aumento per ben tre volte delle tariffe previste per l’utilizzo delle palestre quali Ritiro, Juvara, Cep e quella annessa a San Filippo dove in prevalenza si svolgono le attività di pallavolo e basket. Si passerebbe da € 5 ad € 15 per un’ora di allenamento e da € 15 ad € 45 per le partite, iva esclusa. Una differenza significativa non da poco per tutte le associazioni sportive del settore, già in grande sofferenza per tutta una serie di fattori. Un raddoppiamento tariffario dovrebbe essere, invece, previsto per gli allenamenti presso gli impianti al coperto più grandi, ovvero, PalaRescifina, PalaRussello, PalaMili, PalaTracuzzi.
Il provvedimento in cantiere si reputerebbe necessario poiché la normativa vigente prevede che almeno il 36% dei costi degli impianti sia coperto dai ricavi provenienti dagli incassi per l’utenza e, procedendo con le attuali tariffe, il Comune sarebbe ben al di sotto di tale soglia. A comunicarlo il consigliere del Partito Democratico alla Terza Circoscrizione, Santi Interdonato, che sul tema delle politiche sportive è già intervenuto in diverse occasioni, facendosi promotore di proposte precise all’Amministrazione: “L’aumento delle tariffe sul quale sarebbe certamente opportuno un confronto preventivo con gli operatori del settore potrebbe anche starci se necessario in termini di sostenibilità economica. È chiaro che l’innalzamento a stagione sportiva costituisce un problema rilevante per le associazioni sportive, le quali si ritroveranno a dover rivedere la pianificazione economico finanziaria fatta all’inizio dovendola integrare con un costo maggiore che non era stato previsto”.
“Ciò che non si può più accettare è la totale mancanza di programmazione che sta contraddistinguendo la politica dell’Amministrazione nel settore. Non è stato prodotto alcun atto di indirizzo, dal quale possa evincersi quale sia l’idea del Sindaco-Assessore allo Sport sul tema. Si è parlato della sussistenza di un fantomatico gruppo di lavoro, ma realmente nessuno ha avuto modo di vederne l’operato. Ciò che, invece, viene percepita è la mancanza di una politica che fissi gli obiettivi e determini l’azione del Dipartimento”.
Secondo Interdonato per salvare gli impianti sportivi comunali, garantire un’offerta servizi sufficiente ed evitare le distorsioni organizzative di vario genere che si verificano, occorre pianificare una strategia che cambi radicalmente il modo di amministrare lo sport in città, attraverso la previsione dei seguenti interventi: procedere alla esternalizzazione della gestione delle strutture mediante l’affidamento delle stesse e l’instaurazione di un rapporto dalla validità pluriennale sulla base di un piano; predisporre ed approvare un apposito regolamento per la gestione degli impianti sportivi comunali, calibrato per tipologia e disciplina praticata; regolamentare il rapporto tra Comune e Gestore attraverso una specifica convenzione che preveda diritti ed obblighi reciproci; vincolare il Gestore a consentire la migliore utilizzazione possibile da parte delle varie società ed associazioni, a fronte di un corrispettivo determinato in accordo con il Dipartimento allo Sport; predisporre ed approvare un regolamento di campo o di impianto che stabilisca le modalità di fruizione dello stesso e preveda sanzioni a carico delle società e/o associazioni che infrangono le regole; riorganizzare gli uffici del Dipartimento allo Sport distribuendo in maniera più lineare le funzioni e le responsabilità tra le unità di personale in organico; rivedere l’organizzazione del servizio offerto dai custodi comunali degli impianti secondo un’impostazione che aumenti la qualità anche attraverso la rotazione di ogni singolo operatore ed il ricorso alla collaborazione con il Gestore ed il personale di quest’ultimo.
Senza interventi amministrativi come quelli proposti dalla Terza Circoscrizione, da ultimo con la delibera n. 88 del 9 dicembre 2014, qualunque aumento delle tariffe non sarà mai sufficiente per garantire la sostenibilità economica dei costi degli impianti sportivi comunali.
C’è la necessità di un’azione in termini di managerialità nella gestione degli impianti che non possono continuare ad essere nelle mani esclusive del Comune, il quale non manca di dimostrare la propria totale incapacità.
D’altra parte, non si può continuare a concedere in comodato annuale gli impianti come per esempio i campi da calcio “Celeste” e “Marullo”, perché tale scelta non consente la possibilità di attrarre investimenti e sviluppare una politica di miglioramento dell’offerta servizi con carattere pluriennale.
“Per fare questo – conclude Interdonato – si deve passare dalla concessione in comodato alla concessione in gestione, procedendo attraverso atti di indirizzo, bandi, gare, convenzioni e regolamenti. Non si può pensare di alzare i prezzi e basta”.
(80)