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Casa di Vincenzo, i costi di una struttura finanziata dal Comune ora sì ora no: 120mila euro l’anno

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Lo dice Padre Pati, responsabile della cooperativa Santa Maria della Strada, che gestisce la ‘Casa di Vincenzo’, il rifugio notturno per i senzatetto posto agli ex magazzini generali:” Solo nel 2016 la gestione è costata 120mila euro, Palazzo Zanca ci ha rimborsati di 22mila 500 euro.

C’è la mancanza di fondi, dunque, dietro la crisi costante di un ricovero che apre a intermittenza, chiuso per lunghi periodi, poi riaperto, ma perpetuo motivo di orgoglio del Sindaco Accorinti, che ne vanta la paternità ovunque appaia fuori dai confini cittadini. Perchè Messina sa quanto scarso interesse amministrativo ci sia stato dopo lo sfoggio dell’inaugurazione.

Venerdì mattina, amministrazione comunale e rappresentanti della cooperativa Santa Maria della Strada hanno effettuato un sopralluogo nella struttura: occorre installare le porte delle uscite secondarie in modo tale da superare le pecche della struttura degli ex Magazzini Generali

Palazzo Zanca è pronto a provvedere, ma serve tempo per l’invio dei materiali, anche se rimane in piedi il problema principale per la gestione del dormitorio: la questione economica. L’amministrazione comunale, per bocca dell’assessore Nina Santisi, ha negato di non avere adempiuto agli obblighi previsti nell’affidamento diretto della struttura alla cooperativa.

Quest’ultima ritiene di aver affrontato un bagno di sangue sotto il profilo economico, situazione destinata a continuare almeno fino a quando non si procederà ad un nuovo affidamento che sarà eseguito attraverso un bando da 94mila euro.

L’assessore Santisi, attraverso Normanno.com, ha chiarito come il Comune abbia versato nelle casse della cooperativa 7mila e 500 euro al mese, ma ciò avveniva solo per i pochi mesi previsti ad ogni affidamento.

Così, dopo la scadenza, il costo del servizio grava completamente sulle spalle della realtà gestita da Padre Francesco Pati, che torna ad attaccare l’amministrazione: “Nel 2016 il Comune questa somma l’ha versata solo per tre mesi su dodici, questo vuol dire che per i restanti nove il costo del servizio è gravato interamente sulle spalle della cooperativa Santa Maria della Strada. Inoltre mi preme sottolineare che i 7mila e 500 euro che il Comune ha versato per questo tempo non sono serviti alla copertura del servizio che ha costi ben maggiori. Insomma siamo in presenza di una sorta di rimborso a forfait”.

Scenario che non è cambiato nell’anno in corso: “Così è successo anche per i mesi di gennaio e febbraio del 2017 – ha continuato Padre Pati – ma a partire dall’1 marzo tutto grava sulle casse della cooperativa. Inoltre alla fine di ogni periodo di affidamento, attraverso fattura, abbiamo sempre fatto il resoconto al Comune del nostro operato. Noi andiamo avanti solo per il senso di responsabilità verso i senzatetto di cui ci prendiamo cura”.

Padre Pati spiega anche il servizio che viene offerto all’interno della struttura: “Ci sono due coppie di addetti che a giorni alterni stanno all’interno dell’immobile durante gli orari notturni, visto che la Casa di Vincenzo è aperta dalle 20 alle 8, ma noi ci mettiamo in moto molto prima. Queste persone accolgono gli ospiti, li mettono a loro agio e dormono con loro . Offriamo anche una psicologa che può dare supporto e sostegno ai senzatetto che vivono in una condizione di profondo disagio sociale, senza dimenticare che c’è un operatore impiegato a fare il giro delle piazze dove solitamente trovano rifugio i clochard per incoraggiarli a venire a dormire da noi. Infine è presente anche un addetto al servizio lavanderia che raccoglie la biancheria degli ospiti e la porta nel nostro centro a Provinciale, dove viene lavata ed asciugata”.

Il tutto per una struttura che è riuscita ad accogliere anche trenta clochard: “Teoricamente i posti disponibili sarebbero una ventina, però in occasione delle notti particolarmente fredde abbiamo pensato di aggiungere qualche altro posto letto e siamo arrivati anche a trenta ospiti”.

Tornando ai costi del personale della cooperativa, a fare chiarezza ci pensa l’amministratore, Salvatore Gulletta: “Il costo totale del servizio supera i 10mila euro mensili, quindi questo fa capire come la cifra che il Comune versa nelle nostre casse non sia sufficiente, soprattutto se si pensa che ciò avviene solo in presenza di una determina di affidamento e l’ultima è scaduta il 28 febbraio. I quattro addetti che stanno a notti alterne all’interno della struttura costano circa 8 mila euro, cifra che comprende naturalmente tutti i contributi, il Tfr e la tredicesima. L’unità di strada, ovvero l’andare in giro per le vie cittadine ad informare i senzatetto dell’esistenza della Casa di Vincenzo, è una mansione che solitamente viene eseguita da uno dei due addetti. Tante volte è capitato che l’affidamento è scaduto con il contratto ancora in essere con il lavoratore, ma arrivato a quel punto il servizio è proseguito perché non si poteva pensare di licenziare degli operatori per poi riassumerli a distanza di mesi in presenza di un nuovo affidamento”.

Per Gulletta non è un caso che per il nuovo bando l’amministrazione abbia stanziato 94mila euro: “Evidentemente si sono accorti che il costo del servizio è molto superiore rispetto ai 7mila e 500 mensili da noi incassati sin qui. La psicologa? E’ la coordinatrice del servizio, è presente nella struttura circa due volte a settimana per tre ore al giorno. Il costo è di circa 600 euro al mese”.

A dire cosa succede all’interno della Casa di Vincenzo è Lucio, abituale frequentatore del dormitorio: “Ci sono sempre due persone insieme a noi, molto spesso viene qualcuno che porta cibo e bevande. Ad esempio ieri sera gli operatori della Croce Rossa ci hanno portato del tè caldo con dei dolci, ma molto spesso vengono anche i volontari della comunità di Sant’Egidio, che ci offrono dei panini. Purtroppo siamo tutti concentrati in una stanza, quindi accanto alle persone che dormono c’è chi si fuma una sigaretta e scambia quattro chiacchiere con chi è ancora sveglio. C’è anche la psicologa che ascolta i nostri problemi, è sempre disponibile, così come l’operatore che con il motorino va alla stazione o in altri posti, come piazza Università o piazza Duomo, per spronare altri senzatetto a venire nel dormitorio”.

Insomma, la ‘Casa di Vincenzo’ ha motivo di esistere, è un rifugio sicuro, ma prevalentemente grazie al sostegno del volontariato. Ma per quanto ancora? Il Comune acceleri i tempi del bando e dia una mano vera, senza tante parole e vanterìe. I senzatetto ringrazieranno.

Antonio Macauda

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