#30giorniNo #ConMe, al via a Messina la campagna di sensibilizzazione contro la violenza di genere, promossa da “Un posto occupato”.
L’iniziativa, presentata questa mattina a Palazzo Zanca, coinvolgerà la città per la durata di trenta giorni a partire da oggi, 30 ottobre, fino al 30 novembre.
Questo progetto nasce con lo scopo primario di fare informazione, formazione e prevenzione, al fine di sensibilizzare cittadini e istituzioni sul tema della violenza di genere. «Il messaggio forte di #30giorniNo #ConMe – ha spiegato l’assessore Santisi, ringraziando “Un posto occupato” per l’attività che svolge – è che esiste una filiera della violenza che va interrotta per evitarne le conseguenze, lavorando in sinergia con istituzioni, società civile, cittadini e comunità». Per conseguire questi obiettivi, il Comune e l’organismo della Consulta invitano a una presa di coscienza effettiva della necessità di dare il via a una battaglia collettiva che consenta un cambiamento a livello educativo e, di conseguenza, culturale e sociale.
La campagna #30giorniNo è anche occasione privilegiata per promuovere il 1522, un numero verde attivo 24 ore su 24, ogni giorno dell’anno, dedicato alle vittime di violenza di genere e stalking. Le chiamate vengono gestite da operatrici che hanno il compito di fornire una prima risposta, offrendo informazioni utili e un orientamento verso i servizi socio-sanitari pubblici e privati presenti sul territorio nazionale. L’invito è anche a rivolgersi direttamente alle forze dell’ordine, ai servizi sociali, ai centri antiviolenza, ai medici, all’ospedale tramite il codice rosa. Il servizio è attivo su tutto il territorio nazionale e disponibile in cinque lingue: italiano, inglese, francese, spagnolo e arabo.
Questa campagna delinea un periodo di 30 giorni durante i quali si vuole, ulteriormente, sensibilizzare la battaglia portato avanti proprio da “Un posto occupato”. Per aderire all’iniziativa sostenuta dal Comune di Messina è sufficiente scaricare la locandina dal sito internet del Comune o ritirarla all’assessorato alle Politiche Sociali, a Palazzo Zanca (palazzetto interno, primo piano), stamparla a colori e collocarla su una sedia, una poltrona, una panchina, un sedile. In sostanza, in un qualsiasi luogo che una donna avrebbe potuto occupare, ma che rimane vuoto perché l’ultimo atto estremo di violenza le ha tolto la vita.
«Il “posto” – come spiegato sulla pagina facebook dell’iniziativa– indica la presenza-assenza e il rischio che si corre nel sottovalutare e nel non riconoscere i primi segnali di violenza, di cui il femminicidio è solo l’ultimo atto estremo e irreversibile. Stereotipi, discriminazioni e pregiudizi sono di per sé forme di violenza che abilitano al bullismo fin dai primi anni di scuola, portano allo sfruttamento e agli abusi nel mondo del lavoro e alla violenza nelle relazioni con l’altro, quando riconosciuto come diverso. A tutto ciò si aggiungono i fenomeni invisibili della violenza assistita dai minori, delle vittime di tratta e dell’omofobia».
“Un posto occupato” è nato a Rometta nel 2013 e, da allora, ha portato avanti e collaborato a diverse iniziative sparse sul territorio nazionale, tra cui il recente progetto camper, indirizzato primariamente alle scuole.
L’iniziativa è stata presentata questa mattina, lunedì 30 ottobre, a Palazzo Zanca da: Nina Santisi, assessore alle Politiche Sociali e Pari Opportunità; Nicola Bonanno, presidente della Consulta comunale delle organizzazioni sociali; e Maria Andaloro, referente di Posto Occupato.
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