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Covid. Il grido di aiuto di Confcommercio Sicilia: «Riaprire subito e in sicurezza»

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Le imprese e i commercianti siciliani non vedono ancora la luce fuori dal tunnel dell’emergenza covid: a farsi portavoce di queste rimostranze Confcommercio Sicilia, che non ha lesinato critiche alle misure adottate dal governo Draghi per aiutare attività e partite Iva dell’Isola, giudicate insufficienti.

«Le imprese del terziario – spiega Gianluca Manenti, presidente regionale di Confcommercio Sicilia – sono di fronte ad una situazione estrema: sostegni del tutto insufficienti e, alla luce del nuovo decreto, prospettive di riaprire un miraggio. Servono, invece, subito riaperture progressive e in sicurezza. Serve soprattutto, prima che sia troppo tardi, la svolta tanto attesa del governo Draghi che ancora non si vede». Al momento, però, le riaperture appaiono lontane e mentre il Presidente Musumeci firma le ordinanze per istituire sempre più nuove zone rosse tra i comuni della Sicilia, nella Regione i casi di positività al covid registrano un aumento.

«Ci aspettavamo – commenta Manenti – un deciso cambio di passo che non c’è stato. Le risorse sono del tutto insufficienti e la riapertura in sicurezza delle attività ancora un miraggio. Anzitutto chiediamo che si prenda atto dell’evidente insostenibilità economica e sociale del ricorso alle chiusure. È necessario concentrarsi sul decollo della campagna vaccinale e fare di tutto per consentire riaperture in sicurezza. Associazioni e imprese sono pronte a fare la propria parte: tutta e sino in fondo».

Il Presidente di Confcommercio Sicilia si interroga poi sul perché ai ristoranti non sia stato concesso di riaprire in sicurezza. «Le scelte adottate – continua – vanno spiegate. Anche perché continuiamo a non comprendere, ad esempio, perché i ristoranti non possano lavorare mantenendo le distanze di sicurezza e i protocolli sanitari. O perché i negozi di abbigliamento non siano ricompresi tra le attività essenziali, e che rischiano di saltare ancora una stagione decisiva per la tenuta delle attività. Servono indennizzi più adeguati, più inclusivi e più tempestivi».

Infine, un’ultima richiesta al governo che riguarda il sostegno finanziario e fiscale alle imprese. «Servono – conclude Gianluca Manenti– la proroga della moratoria sui prestiti bancari in scadenza a giugno, nonché l’allungamento dei tempi di rimborso dei prestiti bancari assistiti da garanzie pubbliche a non meno di 15 anni. Ancora, moratorie fiscali decisamente più ampie. E bisogna intervenire sulla Tari: una vera assurdità visto che le imprese devono continuare a pagare questo tributo anche se sono chiuse e non producono rifiuti. E poi il nodo dei canoni di locazione degli immobili commerciali: il credito d’imposta va riproposto e la riduzione dei canoni va incentivata anche fiscalmente».

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