La nuova mappa sanitaria taglia posti letto e pronto soccorso, insorge la politica messinese

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E’ di ieri la notizia che l’assessore regionale alla Salute, Baldo Gucciardi, ha presentato la nuova mappa sanitaria della Sicilia, cui manca l’Ok del Ministero alla Salute.

Lo schema presentato prevede tre ospedali di primo livello (Hub): il policlinico di Messina, il Civico di Palermo e il “Cannizzaro” di Catania; quindici di secondo livello (Spoke); 23 presidi ospedalieri di base, 7 ospedali in zone disagiate e tre ospedali di comunità.

Messina, oltre l’Hub Policlinico, avrà come “spoke” il “Papardo”.
I presidi ospedalieri di base saranno il “Piemonte”, gli ospedali riuniti Milazzo-Barcellona, gli ospedali riuniti Sant’Agata di Militello e Mistretta (questo perdera il pronto soccorso), Patti e Taormina. Lipari diverrà PTE ( ( presidio territoriale di emergenza).

Sulla vicenda interviene il deputato di Forza Italia, Bernadette Grasso:

“Apprendo con incredulità della drastica decurtazione di posti letto effettuata, tra le altre scorribande regionali, anche nei riguardi dell’IRCCS – Presidio Piemonte di Messina, cui sono particolarmente legata non solo per l’ambito di appartenenza e di conoscenza, ma per una battaglia politica sostenuta con i colleghi parlamentari dell’opposizione e della maggioranza.
La legge n. 24 del 2015 è stato il risultato finale di tale impegno comune, condiviso e sostenuto anche e soprattutto dai cittadini messinesi e siciliani.
Parrebbe da dati ancora non ufficialmente diffusi che dagli originari 84 posti letto si sia addirittura arrivati a 23 posti letto + 7 ipotetici di astanteria . Non si comprende dove siano finiti di colpo gli 8 posti letto di Anestesia e Rianimazione, gli 8 posti letto di Cardiologia e i 6 posti letto di Unità Coronarica senza emodinamica. Non si comprende dove sono finiti i 4 posti letto di Neurologia di Urgenza (fondamentali per un IRCCS di Neuroscienze), dove siano finiti i 4 posti letto per il Centro Nazionale per gli Hanseniani.
In compenso però vengono elargite 4 UOC a fronte dei 23 posti letto + 7 di astanteria (locali tecnici), a cui viene addirittura attribuita dignità di Unità Operativa Complessa .

A questo punto si intende chiedere al Presidente della Regione e all’Assessore alla Sanità che ne è stato del lungo iter parlamentare che ha condotto alla legge 24, che contempla espressamente le specifiche attribuzioni per singolo settore disciplinare, in sinergia con l’iniziale missione dell’IRCCS. Che ne sarà dell’impegno economico fino a oggi profuso e delle iniziative già avviate a seguito della norma approvata nel 2015, quale il destino dei lavoratori che hanno optato per aderire al Progetto IRCCS – Piemonte, adoperando lo strumento del Trasferimento dall’ex Papardo – Piemonte e soprattutto cosa ne sarà dei cittadini, dei malati e dei loro familiari riguardo alle aspettative di salute.

Anche Bruno Mancuso, senatore di NCd, esprime il proprio dissenso:

“La nuova rete ospedaliera in Sicilia proposta dall’assessore Gucciardi mi preoccupa non poco perché si profila una nuova penalizzazione per il territorio dei Nebrodi”.
Il Senatore Bruno Mancuso commenta così le notizie sulla presentazione del piano da parte dell’assessore regionale ai manager delle Asp, in attesa che lo stesso sia ufficializzato in commissione sanità dell’Ars ed ai sindacati.
“Se da un lato si mantiene il nosocomio di Sant’Agata Militello quale presidio ospedaliero di base – afferma Mancuso – dall’altro si annuncia la chiusura del pronto soccorso di Mistretta, che così continua a subire un continuo ed inopinato stillicidio di fondamentali servizi alla popolazione (sanitari e giudiziari) senza tenere conto dei bisogni e della marginalità territoriale”.
Mancuso esprime disappunto anche per l’annunciata cancellazione di alcuni reparti dell’ospedale “Giglio” di Cefalù.
“Una scelta che avrà ripercussioni gravissime sugli utenti dei Nebrodi, che corrono rischi gravissimi in particolare per le patologie oncologiche e per le urgenze cardiologiche”. A tal proposito Mancuso annuncia di aver firmato un’interrogazione, con la collega Simona Vicari, sulla prevista cancellazione dei reparti all’ospedale di Cefalù.
“Ci batteremo con forza affinché questo piano possa essere rivisto in funzione delle vere esigenze dei cittadini e dei territori interessati, per evitare ulteriori discriminazioni. Chiederò – conclude Mancuso – un confronto tra l’Assessore regionale alla salute ed il Ministero della Sanità per assicurare che il piano garantisca i servizi essenziali, omogeneamente distribuiti su tutto il territorio siciliano”.

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