L’operazione di polizia denominata Gamma Interferon ha permesso di smantellare una vera e propria associazione a delinquere, gestita da due gruppi criminali distinti operanti tra Tortorici e Cesarò e finalizzata al furto, al maltrattamento e alla macellazione di bovini e suini nel Parco dei Nebrodi. Una lunga indagine iniziata nel 2014 e culminata il mese scorso con l’emissione di 33 misure cautelari e il coinvolgimento di allevatori, macellai e perfino veterinari.
E proprio su quest’ultima categoria sindacati ed esponenti politici hanno acceso i riflettori, sottolineando le difficoltà con cui i medici devono fare i conti dopo la drastica riduzione del monte ore. Abbiamo raccolto lo sfogo di un veterinario in forza all’Asp di Messina, a cui garantiamo l’anonimato. “Lavoriamo appena dodici ore a settimana – racconta – poiché il nostro contratto è stato equiparato a quello nazionale della specialistica ambulatoriale. Insieme ad altri 54 colleghi, sono stato assunto nel 2001, garantendo una prestazione di 24 ore settimanali, poi tutto è cambiato e il nostro lavoro è stato praticamente dimezzato”.
Alla riduzione del monte orario è però seguito un aumento delle mansioni. “Non riusciamo a terminare il nostro lavoro – spiega il veterinario -. Il nostro principale ruolo è quello di controllare gli animali negli allevamenti di Messina e provincia e per poter soddisfare le esigenze servirebbero almeno 30 ore settimanali. Attualmente rischiamo di non poter adempiere a tutti i controlli necessari e al contempo siamo giustamente soggetti alla vigilanza delle forze dell’ordine. La Regione ha finora risposto di non avere i soldi per un’integrazione oraria, ma trova però le risorse per finanziare progetti destinati ad aumentare la produttività con prestazioni a cottimo”.
In più, nel 2015, sono stati assunti 9 dirigenti veterinari con un contratto a tempo determinato di 38 ore settimanali. “La qualifica è diversa – precisa il veterinario – ma le mansioni dei nuovi assunti sono praticamente uguali alle nostre, per loro i soldi sono stati trovati. Dopo 15 anni di attività siamo costretti a lavorare due volte a settimana gestendo un territorio complesso e ricco di criticità. Regioni che hanno dovuto affrontare problematiche simili alle nostre, come Calabria e Campania, hanno scelto la strada dell’incremento delle ore di lavoro, in Sicilia è accaduto il contrario”.
Secondo il direttore Gaetano Sirna, l’Asp però non ha alcuna responsabilità nell’organizzazione dei turni di lavoro. “E’ la Regione che decide il monte orari per ogni singola provincia e il territorio messinese è tra quelli che fa registrare numeri maggiori. Tutto passa da precise normative che hanno trasformato i contratti libero professionali adeguandoli ai canoni della specialistica ambulatoriale”.
Tuttavia, il nuovo anno ha già portato una piccola novità. “La Regione – spiega Sirna – dal 1 gennaio ha stanziato delle risorse che permetteranno un aumento del monte orario passando dalle attuali 12 ore a 18” .
Andrea Castorina
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