Criptovalute: Coinbase si prepara a debuttare sul Nasdaq, quali previsioni per il Bitcoin?

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Difficile dire se sia la quotazione di Coinbase a trainare il prezzo del Bitcoin in queste settimane o viceversa, ad ogni modo il debutto dell’exchange americano al Nasdaq è senza dubbio uno degli eventi finanziari più importanti e attesi del 2021.

Si tratta in assoluto della prima new entry per una società il cui business è incentrato interamente sulle criptovalute, infatti Coinbase è una piattaforma sulle quale è possibile acquistare e vendere monete digitali, con oltre 56 milioni di clienti in più di 100 Paesi del mondo e un volume di scambi trimestrale superiore a 335 miliardi di dollari.

Sicuramente non è un caso il rally di Bitcoin degli ultimi giorni, con il prezzo della criptovaluta inventata da Satoshi Nakamoto che sta ritornando sui 60 mila dollari, avvicinandosi al record registrato a metà marzo quando la quotazione superò i 61 mila dollari. Secondo gli analisti, lo sbarco a Wall Street di Coinbase potrebbe aprire un nuovo scenario per le criptovalute, spianando la strada ad altre imprese e startup che si occupano di token e tecnologie blockchain, oltre a rafforzare la presenza degli asset crypto nel mondo finanziario.

Intanto, gli esperti si attendono una valutazione che potrebbe arrivare fino a 100 miliardi di dollari per l’exchange statunitense, una cifra incredibile per una società davvero giovane con meno di 10 anni di attività alle spalle. Tuttavia i numeri di Coinbase sono veramente importanti, tenendo conto che soltanto nell’ultimo trimestre l’azienda ha ottenuto ricavi superiori a 1,8 miliardi di dollari e 730 milioni di utili, con 2,8 milioni di utenti che effettuano regolarmente operazioni mensili e un 2020 record per il bilancio con una crescita del fatturato del 134% rispetto al 2019.

Le prospettive per Bitcoin dopo la quotazione di Coinbase e non solo

Il debutto di Coinbase al Nasdaq conferma il forte interesse sulle criptovalute, in particolare sugli investimenti nelle monete digitali. Al giorno d’oggi, infatti, anche i broker italiani consentono di fare trading online sulle criptovalute attraverso i contratti per differenza. Alcuni operatori sono andati anche oltre, infatti eToro permette anche di acquistare criptovalute attraverso un exchange avanzato, con la possibilità di custodire i propri fondi crypto all’interno di un apposito wallet.

Questo fenomeno è un chiaro segnale della voglia di investire in Bitcoin e company da parte dei trader retail e degli investitori istituzionali, asset sempre più apprezzati per la diversificazione del rischio e la protezione del capitale dall’inflazione. Naturalmente, lo scopo principale degli investimenti crypto è la ricerca di rendimenti elevati, considerando che dall’inizio dell’anno ad oggi la quotazione di Bitcoin è salita di oltre il 110%, quella di Ethereum di quasi il 200% e il prezzo di Ripple sul mercato è aumentato di oltre il 485%.

Inoltre, Coinbase è soltanto una delle aziende che ruotano attorno al mondo crypto e a Bitcoin, infatti negli ultimi mesi sono state diverse le imprese entrate nel mondo delle criptovalute, tra cui Tesla, Visa, MasterCard e PayPal soltanto per citarne alcune. Anche molte banche d’affari hanno cominciato a consentire gli investimenti in Bitcoin ai loro clienti, come BNY Mellon, JP Morgan, Morgan Stanley e Goldman Sachs. L’interesse in questo momento è forte e diffuso in tutti i settori, sia nei confronti degli investimenti in criptovalute, sia per quanto riguarda l’utilizzo delle tecnologie blockchain per rendere le organizzazioni più efficienti e resilienti.

L’effetto della quotazione di Coinbase su Bitcoin sarà imprevedibile, ad ogni modo secondo gli analisti di JP Morgan il prezzo potrebbe raggiungere nel lungo termine un valore compreso tra 130 mila e 160 mila dollari, mentre le ultime proiezioni di Bloomberg arrivano addirittura a un target price di 400 mila dollari. Senz’altro quando si tratta di Bitcoin non esistono certezze, né tantomeno stime e previsioni attendibili, in quanto stiamo sempre parlando di un asset che si trova in un mercato non regolamentato, completamente esposto alla speculazione e sensibile a eventuali restrizioni normative che potrebbero arrivare da oltreoceano.

Bitcoin come bene rifugio al posto dell’oro?

La prestazione positiva di Bitcoin ha portato diversi analisti a indicare come la criptovaluta possa ormai essere considerata un bene rifugio, un’alternativa all’oro per tutelarsi contro l’inflazione, le turbolenze finanziarie e le distorsioni provocate dalle politiche monetarie delle banche centrali.

Al momento, il rapporto tra Bitcoin e l’oro è simile a quello registrato nel 2016/17, quando la criptovalute era lanciata verso il suo massimo storico e il prezzo del metallo prezioso si trovava intorno i 1.400 dollari l’oncia.

A differenza di quanto avvenuto 4 anni fa, però, oggi il Bitcoin non è soltanto un asset speculativo ma anche una tecnologia diffusa e un sistema di pagamento ampiamente utilizzato in tutto il mondo.

Oro e Bitcoin hanno seguito un andamento al rialzo dal 2018, tuttavia se il primo ha iniziato a scendere da agosto 2020 seguendo un trend quasi costante al ribasso, il secondo ha continuato a salire offrendo un supporto a 50 mila dollari. Sembra ancora presto per indicare il passaggio di testimone tra i due asset rifugio, sebbene la storia della criptovaluta potrebbe essere appena cominciata.

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