Nel corso di una riunione tenutasi lo scorso 21 giugno, l’Atm ha raggiunto l’intesa con i sindacati per la riorganizzazione e l’efficientamento del servizio tranviario. “L’Azienda, con il nuovo management e in accordo con l’Amministrazione comunale, si è posta da tempo l’obiettivo di migliorare l’offerta del servizio – ha dichiarato il direttore generale Foti – e di adeguare i tempi di guida effettiva del personale agli standard delle principali aziende nazionali per realizzare recuperi di produttività. Si passa da una media di guida effettiva di 4,09 a 5,08 ore, dati prossimi adesso alle medie nazionali”.
“A seguito dell’aumento in servizio della disponibilità di tram sia quantitativamente che come estensione degli orari, con questo accordo si mantiene l’attuale orario di servizio e la frequenza con 144 corse al giorno feriali ma con un impegno di personale ridotto di 10 unità. Si passa così da 41 conducenti attuali in servizio giornaliero feriale a 31, e 10 conducenti potranno opportunamente essere impegnati nel servizio bus ove, come noto, c’è carenza di personale. Vista la rilevanza di questo accordo che permette di ridurre di circa il 25 per cento il costo giornaliero del personale di guida tranviaria, l’Azienda – ha concluso Foti – esprime apprezzamento alle sigle sindacali che hanno sottoscritto l’intesa, dimostrando senso di responsabilità e appartenenza per costruire insieme un futuro migliore”.
Al tavolo di confronto non si è però seduto il sindacato Orsa che, attraverso una nota stampa, critica aspramente il nuovo restyling voluto dal direttore generale Giovanni Foti. “Alcuni rappresentanti sindacali delle sigle più blasonate – precisa il sindacato – che si vantano di aver rottamato il vecchio sistema, hanno fatto un altro regalo alla controparte datoriale. Dopo aver estorto le firme ad alcuni lavoratori per magnificare le gesta del nuovo direttore, hanno sottoscritto un accordo ammazza-lavoratori concedendo all’azienda un aumento di produttività e dell’orario di lavoro senza ottenere nulla di ufficiale in cambio”.
Il sindacato pone l’accento sulle condizioni di lavoro degli autisti del tram. “Lo standard delle ore di guida non è definibile – continua l’Orsa – non siamo in fabbrica, varia da città in città e soprattutto va di pari passo con i livelli qualitativi dei mezzi di cui dovevano preoccuparsi i sindacalisti responsabili prima di firmare. I tram che circolano a Messina sono spesso sprovvisti di condizionamento e l’Orsa ha ripetutamente denunciato i bassi livelli di sicurezza, l’utenza giornalmente si confronta con l’infimo livello dei mezzi e i conducenti sono invitati dalla dirigenza a evitare di fermare il tram se qualcosa non funziona, “il mezzo va fermato solo se si blocca” è il diktat perentorio, altrimenti scatta il provvedimento disciplinare; con buona pace della sicurezza da garantire a utenza e lavoratori. Una cosa è aumentare di un’ora l’orario di lavoro a un conducente di Milano che guida mezzi dotati del massimo comfort, altra cosa è chiederlo a Messina, a costo zero, dove l’aria condizionata è un lusso per pochi. In ogni caso, anche se le vetture tranviarie fossero nuove di zecca, nessun sindacato avrebbe concesso un aumento dell’orario di lavoro senza portare nulla ai lavoratori, poteva accadere solo in Atm. Ingenuità o malafede? Preferiamo non pronunciarci e restare ancorati alle dinamiche del sindacato di base alternativo a quelle sigle che da anni sono protagoniste della sconfitta della classe lavoratrice, chi non ha firmato quell’accordo capestro evidentemente non ha nulla da dimostrare a Foti, e soprattutto non deve ringraziare per carriera ricevuta”.
Orsa sposta poi l’attenzione sull’incarico attribuito a Giovanni Foti, prossimo al rinnovo come direttore generale di Atm. “Il senso di responsabilità il sindacato ha il dovere di dimostrarlo ai lavoratori non certo alle controparti, bisogna dimostrare responsabilità denunciando che l’atm è gestita da un Direttore incaricato con nomina diretta senza passare per il concorso pubblico previsto dallo Statuto aziendale, denunciando che la dirigenza trova i soldi per auto-liquidarsi le premialità (15.000 euro solo per il direttore Foti) e al contempo dichiara di non avere risorse sufficienti per pagare l’una tantum che i lavoratori aspettano da gennaio, si è responsabili e coraggiosi anche quando si denunciano all’opinione pubblica promozioni e agevolazioni, ampiamente annunciate, per i segnalati dalla politica e da certo sindacato. E’ veramente triste costatare come il sistema della rappresentanza sindacale abbia perso di vista il proprio ruolo fino a vantarsi dei complimenti ricevuti dalla controparte in trattativa che li ringrazia dopo averli messi nel sacco a spese dei lavoratori”.
Il sindacato annuncia da subito azioni di lotta che sfoceranno nello sciopero da concentrare solo nel settore tranvia “perché in azienda l’unità della lotta solidale è stata sgretolata dal sistema che ha messo lavoratori contro lavoratori, anche il tal senso la dirigenza ha operato benissimo portando acqua al proprio mulino; onore al merito! Invece non troviamo alcun merito da attribuire a chi siede nei tavoli sindacali per rappresentare i lavoratori e incassa sconfitte travestite da senso di responsabilità”.
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