“San Michele in degrado e a rischio alluvioni”. L’allarme di Vento dello Stretto e Comitato

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“Essere riusciti a posizionare 13 targhe toponomastiche con i nostri soldi è già un miracolo. Adesso tocca all’amministrazione comunale”. E’ questo l’appello lanciato alle istituzioni dal presidente del Comitato “Rinascita S.Michele” Lorena Fulco, insieme al movimento politico “Vento dello Stretto”, questa mattina durante la conferenza stampa tenutasi a Palazzo Zanca.

Nei giorni scorsi le due realtà avevano ovviato spontaneamente alle note problematiche toponomastiche che affliggono il villaggio S.Michele, dando finalmente un nome alle vie dello storico borgo. Ma le problematiche che affliggono il villaggio non si fermano a questo. Con l’approssimarsi dell’autunno torna nuovamente a destare preoccupazione il vicino torrente le cui condizioni di sicurezza sono precarie.

“Non ci risulta – hanno spiegato  Comitato e Vento dello Stretto –  che esista un solo progetto iscritto nel libro dei sogni del Piano Triennale delle Opere Pubbliche che riguardi il Villaggio San Michele. L’unico progetto che è stato possibile rinvenire dopo anni di ricerche, denominato ricostruzione e consolidamento muri d’argine, attraversamenti e profilatura dell’alveo del torrente S. Michele, giace inutilizzato negli uffici del Comune di Messina. Nessuna ipotesi di sistemazione viaria è stata pensata per  San Michele, neanche adesso che l’imminente completamento del tanto atteso svincolo “Giostra – Annunziata” determinerà un considerevole aumento di traffico nella piccola strada del villaggio che collega la città ai borghi collinari  ed anche ai villaggi della riviera tirrenica Il torrente – proseguono –  è costeggiato da abitazioni su entrambi i lati (tutte regolarmente munite di concessione edilizia) ed a margine di esso vi è addirittura un panificio (con regolare licenza) tra i più antichi della città”.

Vi è un problema legato alla viabilità. San Michele è infatti servito da un’unica arteria che risale i Peloritani e conduce a Castanea. La strada, nelle ore di punta, si trasforma in un imbuto anche a causa delle tanto auto parcheggiate. “In caso di emergenza – spiega Lorena Fulco – i mezzi di soccorso rimarrebbero bloccati perché la strada è larga appena quattro metri. Ogni giorno assistiamo a file interminabili, visto che l’arteria è quotidianamente utilizzata da centinaia di veicoli”.

A ciò si aggiunge il degrado che contraddistingue gli spazi pubblici destinati allo svago dei residenti e la cronica carenza del servizio di raccolta dei rifiuti. Una situazione insostenibile per una città civile e per i residenti di un villaggio che ha visto negli anni una notevole espansione edilizia senza però ricevere al contempo interventi di urbanizzazione.

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