Lo scorso 10 ottobre si è celebrata in tutto il mondo la Giornata della salute mentale, ma a quanto pare a Messina c’è poco da festeggiare. La cronica carenza di personale che affligge il settore viene denunciata dalla Cisl Funzione Pubblica, che sottolinea come ciò sia dovuto anche alla attuale e stringente normativa.
«Si registrano – scrive il sindacato in una nota – situazioni di insostenibilità fisica e psicologica del personale, sottoposto ad estenuanti attività, articolate tra turni stressanti e continue disposizioni di mobilità intra-dipartimentale che mettono a serio repentaglio la salute dei lavoratori».
È il caso anche delle Strutture Abitative Riabilitative, le cosiddette St.A.R., che ad oggi rappresentano una valida ed efficace risposta ai bisogni di salute espressi da persone con patologia psichiatrica grave.
«Oggi – spiega il segretario provinciale Calogero Emanuele – registriamo la pressante domanda di assistenza di giovani con disturbi di personalità e disturbi psicotici per i quali in questi anni il sistema St.AR del Dipartimento di Salute Mentale di Messina ha rappresentato un punto di riferimento importante. Non si comprendono i motivi per cui l’Azienda ha pensato di depotenziarle con il bando avviato nel novembre 2015 ma che, ad oggi, per alcuni lotti, resta in predicato a causa di varie vicissitudini anche di natura giudiziaria, non ultima la decisione del Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione Siciliana del 28/09/2016».
Dal primo ottobre queste strutture hanno dovuto subire, oltre al ribasso economico gestionale imposto dall’ultimo bando, un ulteriore abbassamento nel caso in cui i posti di trattamento residenziale non siano coperti. Una situazione che metterà in discussione la possibilità stessa di sostenibilità per le cooperative coinvolte. Il paradosso che vuole denunciare il sindacato è che da un lato si depotenzia il servizio pubblico e dall’altro si autorizza l’apertura a Messina una Comunità Terapeutica Assistita privata convenzionata.
«Facendo i conti in tasca all’Azienda sottolineiamo come un trattamento residenziale nelle St.A.R. in base al contratto del 2015 costava circa 177 euro al giorno, costo ridotto ulteriormente con il nuovo contratto, mentre un posto in Comunità Terapeutica Assistita oscilla tra 190 e 220 euro al giorno. Appare pertanto evidente una deriva dal servizio pubblico verso l’assistenzialità privata e questo non nell’interesse dell’utenza e men che mai dei lavoratori, Peraltro ad oggi dei 184 posti attivi, in media risultano circa 20 posti liberi per le necessità territoriali. Insomma – aggiunge Emanuele – un arretratamente culturale e assistenziale che porta verso il peggio dell’assistenza residenziale psichiatrica».
La Cisl Fp, quindi, sollecita il manager dell’Asp ed anche l’Assessore Regionale alla Salute affinché diano risposte concrete, riconsiderando le determinazioni assunte per non vanificare le aspettative di tante famiglie afflitte da gravi problematiche di salute e penalizzate, ancora di più, da un sistema di servizi sociali inesistente sul territorio.
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