Il capitolo “risanamento” a Messina è aperto da decenni. Varie zone della città, più o meno centrali, ospitano agglomerati di baracche e casette, edificate provvisoriamente negli anni successivi al disastroso terremoto del 1908. Ma nella nostra città, quello che è provvisorio rischia di trasformarsi in definitivo. La strada per liberare il territorio dallo squallore delle baraccopoli, donando al contempo un’abitazione dignitosa a migliaia di famiglie, è ancora lunga e tortuosa.
Sul tema è intervenuto il presidente del Consiglio comunale Emilia Barrile con una nota indirizzata al sindaco Accorinti e all’assessore al Risanamento Pino.
In merito, Barrile evidenzia la necessità di adottare misure coraggiose e nuove logiche, apportando con urgenza dei correttivi. Per il numero uno del Consiglio comunale, gli interventi finora effettuati sono stati parziali e inefficaci. “Dagli anni novanta in poi – spiega Barrile – alcune zone sono state restituite alla città ma con interventi mai totalmente compiuti ed efficaci: le porzioni sbaraccate rimangono non edificate ma solo transennate e lasciate nell’abbandono senza la possibilità di poter edificare alloggi Erp necessari a mitigare il bisogno abitativo di nuclei familiari attualmente residenti in aree degradate”.
L’esponente Pd chiede all’amministrazione di aggiornare le carte riguardanti l’iter per il risanamento. “Appare urgentissimo rimodulare una mappatura coincidente con le attuali zone da risanare, essendo l’ultimo report datato anno 2002, in modo da poter operare con una programmazione realistica ed aderente alla realtà odierna. Occorre, pertanto – precisa Barrile – partire da un approfondito e reale screening dell’effettivo fabbisogno di alloggi per la giusta risoluzione del problema non trascurando il fatto che molte casette o baracche non sono di fatto detenute dagli occupatari in quanto alloggio ma adibite dagli stessi a deposito od altro uso essendo effettivamente domiciliati in altro luogo”.
Secondo Emilia Barrile, l’attuale normativa che regola le attività di risanamento appare ingarbugliata. Il presidente del consiglio comunale sottolinea l’inefficacia della legge regionale n.4 del 2002 che “definisce troppi attori istituzionali (Iacp, Regione, Comuni) nel percorso gestionale dell’Erp e rende il sistema della progettazione e realizzazione degli alloggi farraginoso ed inutilmente complesso. Dovrebbero, infatti, essere i Comuni – si legge nella nota – ad adottare tutti gli adempimenti necessari al reperimento di alloggi per soddisfare il fabbisogno della sistemazione definitiva dei nuclei familiari residenti nelle aree da risanare utilizzando un più snello reperimento sul mercato immobiliare con l’acquisto delle unità immobiliari necessarie”.
La Barrile, inoltre, torna sulla questione alloggi, chiedendo l’assegnazione definitiva dei 150 immobili di proprietà del Comune “per porre finalmente ordine in un settore a lungo trascurato e per poter introitare le giuste risorse che al momento risultano esigue”. L’amministrazione comunale è chiamata quindi ad effettuare uno studio approfondito della problematica e produrre gli atti necessari all’approfondimento ed alla valutazione di strumenti realmente operativi da presentare in Consiglio comunale.
(150)