Il primo intervento percutaneo per i pazienti affetti da embolia polmonare acuta è stato eseguito con successo dall’Unità di Cardiologia Interventistica, Terapia Intensiva Cardiologica e di Radiologia Interventistica del Policlinico di Messina. A dare la notizia l’Università di Messina, che ha annunciato la buona riuscita del trattamento in un comunicato.
La paziente – una donna di settant’anni – che ha ricevuto l’operazione soffriva di un’embolia polmonare massiva. L’embolia polmonare è una malattia comune che si verifica quando un’arteria polmonare subisce un’occlusione improvvisa a causa di un trombo, bloccando dunque il flusso sanguigno, provocando un sovraccarico delle camere destre del cuore. Questa malattia è la terza causa di morte nel mondo e ha un tasso di mortalità media pari al 13%.
Trattamento percutaneo dell’embolia polmonare acuta: come funziona e perché è innovativo
Di recente il dibattito su questa patologia è riemerso per via dei malati di Covid-19, che possono sviluppare complicanze trombotiche a livello polmonare, ma perché si tratta di un trattamento innovativo? Fino ad oggi, l’embolia polmonare veniva curata con la somministrazione di anticoagulanti sistemici o con la trombolisi per i casi più gravi.
I medici del Policlinico, invece, sono riusciti a sperimentare con successo un nuovo metodo, inserendo dei cateteri direttamente nell’arteria polmonare e i suoi rami, grazie ai quali è possibile somministrare localmente un farmaco trombolitico a basso dosaggio associato ad impulsi di ultrasuoni ad alta frequenza (aumentano la capacità di penetrazione del farmaco, non rendendo necessario l’impiego eccessivo di quest’ultimo). L’intervento, durato dodici ore in terapia intensiva, si è completato con la dissoluzione del trombo.
Nel reparto di cardiologia interventistica del Policlinico Universitario di Messina è disponibile da anni il trattamento dell’infarto miocardico acuto. La collaborazione multidisciplinare delle equipe che hanno partecipato alla realizzazione di questo nuovo trattamento ha permesso all’Azienda Ospedaliera Universitaria G.Martino di garantire anche questa nuova possibilità.
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