Piemonte, reparti trasferiti. Il Comitato:”Illegalità e disprezzo”

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“La storia dell’Ospedale Piemonte e del suo Pronto Soccorso rischia di concludersi all’insegna della più impudente illegalità e nel completo disprezzo delle esigenze dell’utenza: inopinatamente dall’oggi al domani, anzi con un preavviso di poche ore, senza notifica a termini di legge al personale, senza alcuna pubblicità per gli utenti che continueranno a fluire, si trasferisce il reparto di Ostetricia e Ginecologia,  il Punto nascita, la Neonatologia, la Pediatria, e l’Utin – la rianimazione neonatale –  dal Piemonte al Papardo”.
E’ quanto dichiara Marcello Minasi, presidente del “Comitato Salvare l’Ospedale Piemonte” ,  a seguito della circolare emessa ieri dal direttore generale dell’Azienda Papardo-Piemonte e sottoscritta dal direttore amministrativo Domenico Moncada e dal direttore sanitario Paolina Reitano, riguardante il trasferimento dei suddetti reparti a partire da oggi e la conseguente sospensione dei ricoveri negli stessi presso i tradizionali e storici locali dell’Ospedale Piemonte.

“Il provvedimento del direttore generale Vullo – continua Minasi – è in violazione evidente e sprezzante dell’Ordinanza di necessità del Sindaco, confermata dal TAR di Palermo, che considera le incomprimibili esigenze di assistenza di Pronto soccorso al centro della città; della Legge regionale che, accorpando Neurolesi e Piemonte, ha fatto salvo, nelle more, il Pronto soccorso del Piemonte in tutte le sue articolazioni, e pertanto anche dell’Ostetricia e ginecologia e Pronto soccorso pediatrico; delle esigenze della popolazione non avvertita preventivamente di quanto sta per accadere nell’Ospedale di Viale Europa e le cui necessità sono eloquentemente espresse dai 1025 parti registrati al Piemonte dall’inizio dell’anno ad oggi a differenza dei dati del Papardo per i quali era addirittura prevista la chiusura del punto nascita”.

Minasi si chiede, poi, dove sono e cosa fanno coloro che si erano eletti “paladini” per il mantenimento del Piemonte.
“Davanti a questa arrogante manifestazione di disprezzo della legge – dichiara ancora l’ex magistrato – assistiamo al completo silenzio dell’Assessore regionale, effettivo massimo responsabile della  grave decisione; dei politici proponenti della legge di accorpamento e autonominatisi “salvatori” del Piemonte; del Prefetto; delle Autorità di vigilanza anche dei provvedimenti d’urgenza del Sindaco. Non resta che sperare in un tempestivo ed efficace intervento dell’Autorità inquirente – conclude Minasi – alla quale verrà inviato questo documento quale seguito della denuncia per la violazione continuata dell’ ordinanza di necessità del Sindaco”.

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