Messina è una di quelle città che hanno parecchio da raccontare. Le tradizioni sono innumerevoli e, in particolare, il Natale è uno di quei periodi dell’anno più amati. Forse per lo spirito di festa, forse perchè ci si sente più vicini agli altri. In un modo o nell’altro, le tradizioni, a cui i messinesi tengono in particolar modo, sopravvivono ancora, ma sono le stesse del passato? Come è cambiata, nel tempo, questa festa nella città dello Stretto?
Fino a un ventennio fa, ad esempio, l’atmosfera natalizia si cominciava a sentire quando, per le strade, comparivano i “ciaramiddari”, ovvero i suonatori di zampogna, lo strumento a fiato costruito con pelle di capra, suonato ormai da pochissime persone, che oggi si vedono di rado per le strade.
Una delle tradizioni che, almeno fra i credenti, si continua a portare avanti, è la veglia a Gesù Bambino. Le famiglie, prima della mezzanotte, si recano in chiesa a pregare. Caratteristica della nostra città, è la processione notturna del “Santo Bamminu” che, nella notte del 24 dicembre, anima le strade, diretta alla chiesa dell’Immacolata, dove arriva alle 3 del mattino.
Pur essendo una festa Cristiana, il Natale è celebrato anche dai non credenti, con cene fra amici e le immancabili “tavolate” per giocare e stare insieme: “briscola”, “sette e mezzo”, “mercante in fiera” e “tombola” sono i giochi intramontabili.
Ma la tradizione del Natale più caratteristica in assoluto, quella che tutti ricordiamo e a cui tutti teniamo è, ancor prima dell’albero di Natale, il presepe, simbolo di Gesù venerato e celebrato dai Cristiani. Agli inizi del 900 si solevano adibire intere case a presepi e si faceva persino la gara a chi allestisse il più bello. Oggi, nelle case, il simbolo continua a mantenersi, ma la celebrazione rimane evidente nei presepi viventi, organizzati nei paesi limitrofi alla città. Famosissimo quello di Castanea, che da quasi un trentennio risulta essere meta di parecchi visitatori nelle feste natalizie. E’ organizzato dagli stessi abitanti della zona, che si improvvisano attori per accogliere ospiti provenienti non solo da Messina, è un’occasione per immergersi completamente nell’atmosfera di Betlemme, nello sfondo di Villa Arrigo, uno spazio di ben 4000 metri quadri.
Infine va ricordato il tradizionale cenone di Natale, a cui i messinesi tengono particolarmente, preparato con largo anticipo, frutto di assalti alle pescherie in cerca di salmone, cozze del lago di Ganzirri e baccalà.
Insomma, nonostante con la crisi il Natale non si celebri più con la pomposità del passato, i messinesi continuano a sentirlo e festeggiarlo con lo spirito di sempre.
Martina Zaccone
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