Continua lo scontro a distanza tra Caronte & Tourist e il movimento Cambiamo Messina dal Basso. Tutto nasce da una nota del consigliere Ivana Risitano che due settimane fa giudicava poco etica la scelta di chiedere la sponsorizzazione alla Caronte & Tourist per eventi in cui era è presente l’amministrazione comunale. Per l’esponente di Cambiamo Messina dal Basso il logo della società di navigazione farebbe a pugni con quello del Comune in un’eventuale locandina promozionale.
Il gruppo Franza, a sua volta, ha risposto con una lettera in cui invita il Sindaco a prendere posizione e distanziarsi dalle affermazioni del gruppo politico a suo sostegno. In caso contrario, la società di navigazione potrebbe non finanziare la prossima edizione della Vara così come richiesto dall’amministrazione.
Adesso arriva la controreplica di CMdb. Secondo il movimento, l’intervento della famiglia Franza somiglia ad un ricatto verso la città.
Quando la consigliera comunale di Cambiamo Messina dal Basso Ivana Risitano – precisa CMdB – ha sollevato il problema degli sponsor etici, intendeva proprio questo. L’arroganza e la volontà di controllo sulla città del più grande gruppo di potere messinese sono venute allo scoperto. Si mette sotto ricatto un’intera comunità minacciando di ritirare il finanziamento per la Vara, la tradizione più importante e più sentita dai messinesi, e facendo leva sul comune fervore religioso, a condizione di una totale e supina sottomissione politica. È stato chiesto al signor Franza, da parte della nostra rappresentante in Consiglio, di rispettare il pagamento degli Ecopass e l’ordinanza anti-Tir, di abbassare inoltre le erosissime tariffe per i residenti, e di attenersi al rispetto delle regolari procedure di legge, nel caso in cui si intendano sponsorizzare le iniziative culturali del Comune quali il concerto al Gran Camposanto. In merito proprio al rispetto del regolamento comunale sugli sponsor, Ivana Risitano ha presentato da settimane un’interrogazione all’assessore alla cultura Daniela Ursino, che non ha mai avuto risposta. La Vara è una festa popolare, che appartiene a tutti i messinesi, non è l’iniziativa culturale che si concerta in un gruppo di amici, e farla diventare uno strumento di pressione e di coercizione politica è un atto assolutamente ignobile e antidemocratico. Già in passato il signor Franza aveva minacciato licenziamenti del personale, in occasione dell’emanazione dell’ordinanza anti-Tir, ricorrendo a un vero e proprio ricatto occupazionale. Oggi purtroppo il copione sembra ripetersi. Una cosa è certa: se il signor Franza ha sinceramente a cuore la festa della nostra patrona, agirà di conseguenza e non anteporrà il desiderio di vendetta all’interesse della città. Se invece prevarranno la ripicca e un incommentabile tentativo di strumentalizzazione, noi saremo felici di appartenere a quella fetta di popolazione che ritiene che alla cultura del ricatto si risponde con la dignità delle donne e degli uomini liberi.
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