Faraone: “Sanità diseguale tra le regioni, con il Sì il grande cambiamento”

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“Un’Italia diseguale da regione a regione, non solo per la salute, ma anche nel turismo, nelle infrastrutture strategiche, nell’energia: il referendum del 4 dicembre può davvero attuare un grande cambiamento per il nostro paese e rilanciare la Sicilia e i territori del sud più svantaggiati”.Questo l’appello del sottosegretario del MIUR Davide Faraone ieri in occasione dell’incontro promosso dall’AIOP giovani (associazione italiana ospedalità privata) nella sala Sinopoli del Teatro Vittorio Emanuele, gremita di centinaia di persone pronte a riflettere sugli snodi strategici della riforma costituzionale.

“La prospettiva di vita al nord è aumentata di 5 anni, al sud è scesa di 4…un gap irrimediabile dovuto alla revisione del titolo V della Costituzione fatta nel 2001 che ha generato grande confusione nella potestà legislativa concorrente tra Stato e regioni. I temi importanti come la sanità devono tornare ad essere centralizzati, proprio nel rispetto dei principi costituzionali contenuti nella prima parte della carta”. Ad evidenziare le problematiche sanitarie anche il  presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Gualtiero Walter Ricciardi, che in un video registrato per l’incontro, ha illustrato con particolare chiarezza e alla luce della sua pluriennale esperienza nel settore, le opportunità concrete nel caso di approvazione del referendum: “Si supererebbe la distanza, solo per fare un esempio, tra Lombardia e Calabria per la prevenzione di patologie gravi come i tumori, dal momento che gli screening non vengono effettuati alla stessa maniera”.

In questi ultimi quindici anni si è registrato un aumento del 400% dei ricorsi alla Corte Costituzionale in tema di competenza legislativa: “Questa proposta di riforma è un’opportunità per snellire i processi legislativi, per abbandonare finalmente il bicameralismo perfetto, mantenendo comunque il Senato costituito da sindaci e consiglieri regionali, che quindi avranno un potere di controllo e verifica sull’attività della Camera dei deputati e fermare la valanga di ricorsi alla Consulta” – ha aggiunto il presidente della Commissione Bicamerale per le Questioni Regionali Gianpiero D’Alia. Sul taglio dei costi della politica si è soffermato il presidente della commissione Attività produttive dell’ARS Giuseppe Laccoto: dal risparmio di 315 indennità con la riduzione del Senato alla soppressone del Cnel, dal taglio dei fondi per i gruppi parlamentari alla possibilità di avere leggi più “veloci” che gravino meno sul sistema legislativo. A introdurre i lavori, il presidente di AIOP Giovani Domenico Musumeci, che ha sottolineato l’importanza di “svecchiare” la carta costituzionale e adeguarla, come richiesto dagli stessi padri costituenti nel 1948 ai temi e alle esigenze e necessità attuali. Sul grande tema delle elezioni del presidente della Repubblica ha approfondito il meccanismo elettorale previsto dalla riforma il deputato del Pd Tommaso Currò.

Infine l’inquadramento storico della Costituzione con l’ordinario di Diritto civile dell’ateneo messinese Carlo Mazzù: “Non è assolutamente vero che il Senato non ha mai subito modifiche dal ’48 a oggi come sostiene il fronte del no, la Costituzione è stata modificata ben 22 volte; è un processo naturale e fisiologico previsto già da chi l’ha scritta”.

 

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