Demansionamento al Policlinico: le accuse di una “vittima”

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Ci sarebbe una violazione di legge dietro il demansionamento di  12 dirigenti medici  e biologi attuato lo scorso anno dall’Azienda Ospedaliera Universitaria del Policlinico. E’ quanto afferma il dottor Paolo Todaro in una lettera al commissario straordinario del “Gaetano Martino” Giuseppe Laganga.

I riflettori sulla vicenda sono stati riaccesi con un sit-in di protesta organizzato dai medici coinvolti lo scorso 17 novembre. I fatti, invece, risalgono al 2015, quando l’allora direttore generale del Policlinico, Marco Restuccia, aveva annullato le promozioni di 6 dirigenti medici, retrocessi al ruolo antecedente il passaggio di livello. Secondo il direttore generale i demansionati non avrebbero partecipato ad alcuna procedura concorsuale per dirigente medico. Due di loro assunsero la carica di  dirigenti biologi,  quattro di tecnici di laboratorio biomedico. Un boccone difficile da digerire per chi, da anni, esercitava un ruolo impegnativo all’interno del Policlinico. I ‘detronizzati’ sono tutti in possesso di laurea in Medicina e Chirurgia, inseriti nel dipartimento di Chirurgia generale, Oncologia e Anatomia patologica, diretto da Giuseppe Navarra. Analoga sorte era poi toccata ad altri 5 dirigenti biologi, e recentemente ad un altro medico. Stessa causale: erano stati promossi senza aver superato un concorso e – a detta del direttore generale – alcuni non avevano neanche i titoli necessari.

Adesso Todaro, uno dei biologi demansionati,  dopo due esposti alla Procura della Repubblica, chiede ai vertici del Policlinico di valutare la posizione di tutti i dirigenti interessati e l’eventuale ipotesi di un procedimento disciplinare. Secondo il firmatario della lettera,  alcuni dirigenti sarebbero incompatibili  a ricoprire l’incarico di Responsabile delle rispettive Unità Operative.

Todaro sottolinea come i demansionamenti avrebbero raggiunto solo una categoria di dipendenti, lasciando inalterata la posizione di altri colleghi. “Poiché le delibere di nullità dell’equiparazione ospedaliera hanno riguardato solo sei dirigenti medici e sei dirigenti biologi creando di fatto una evidente disparità di trattamento, e la violazione del codice di comportamento dei dipendenti pubblici, in spregio ai principi di integrità, correttezza, buona fede, imparzialità e astensione”.

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