I messinesi fuori sede che tornano per Natale sono parecchi. C’è chi lo farà in auto, chi in treno o chi starà 22 ore in autobus per trascorrere le vacanze natalizie a Messina. In occasione del nostro Natale Speciale abbiamo intercettato un paio di questi messinesi per farci raccontare le loro esperienze. Da Bologna a Bra, da Parigi a Tenerife. Tra loro c’è chi studia all’università e chi, invece, ha deciso di lasciare Messina per cercare fortuna altrove. La prima cosa che faranno? Mangiarsi un pidone.
Milano – Angelo Campolo, attore e regista
«Mi sono trasferito a Milano una prima volta nel 2002 quando entrai alla Scuola del Piccolo dopo gli anni del liceo a Messina. Poi Roma e dal 2012 al 2016 sono tornato a Messina e ho avuto una bellissima esperienza con la mia compagnia DAF: i laboratori permanenti condotti insieme ad Annibale Pavone e i due progetti diretti al Teatro di Messina alla Sala Laudamo, sotto la direzione di Ninni Bruschetta. Si sono formati tanti giovani professionisti che oggi, grazie al loro talento, iniziano a muovere i passi da professionisti dopo essere entrati in scuole prestigiose. Penso a Carmelo Crisafulli, Paolo Grassi, Roberta Catanese o Luca D’Arrigo, per citarne alcuni, ma sono davvero tanti i ragazzi in gamba che sono usciti fuori da quegli anni e che oggi proseguono la loro passione anche nella stessa Messina. Da tre anni sono tornato a Milano e la trovo una città molto accogliente, attraversata da tante iniziative importanti. Molto diversa dalla Milano un po’ grigia dei primi 2000. L’Expo ne ha rivoluzionato l’aspetto e non c’è più la nebbia degli anni passati. Adesso, sto specializzando il mio lavoro di pedagogia all’Università, insegno public speaking nelle aziende e conduco laboratori per educatori. Come attore ho vinto la prima edizione del Milano Nolo Fringe Festival, che sta portando tanta fortuna al mio Stay Hungry (ci sarà una bella sorpresa a breve). Qualche mese fa ho girato, da attore, uno spot per la nuova campagna Vodafone. Oggi chi fa questo mestiere deve per necessità aprirsi a più linguaggi. E penso che sia un bene perché rimette sempre tutto in discussione, con buona pace di quelli che si prendono (ancora, fuori tempo massimo) troppo sul serio. Il lavoro sul sociale resta l’ambito che preferisco per la verità e le intensità delle esperienze che possono viversi. Continuo a tornare e lavorare con la mia compagnia a Messina. Da anni è in piedi il nostro progetto “Teatr-Ali” con Caritas e il rapporto costante con Ussme, l’ufficio del tribunale dei minori. Mi piace Messina, ma anche la sua provincia che sto iniziando ad apprezzare di più col tempo. Per tornare a casa utilizzerò l’aereo e la prima cosa che farò sarà mangiare il gelato, rigorosamente gianduia e panna».
Parigi – Silvia Ientile, post doc
«Con questo Natale siamo a quota dieci anni da fuori sede (che impressione!). Direi che va abbastanza bene, vivo in una città che mi piace, molto attiva e piena di cose nuove da scoprire. La cosa che mi piace di più di Parigi? A livello personale la possibilità di entrare a contatto con persone diverse ogni giorno, ognuno con esperienze interessanti e ispiranti. Lavorativamente parlando, ho l’opportunità di fare ricerca e di essere stimolata ogni giorno per continuare in questo campo, per quanto sia molto difficile. Di Messina, mi mancano in primis i miei affetti più cari, la mia famiglia e i miei veri amici. Se parliamo di Messina in quanto territorio, mi manca la vista sullo Stretto, l’aria di mare e certe volte anche i suoi ritmi lenti da città di provincia. Per tornare, userò l’aereo. La prima cosa che farò sarà bere un vero caffè e un bacio a mia nipote!».
Milano – Claudio Mondello, studente e musicista
«Mi accingo ad affrontare il nono anno fuori Messina. Ovviamente ci sono stati alti e bassi ma, tutto sommato, direi che Milano mi calza abbastanza bene. Adesso lavoro, sto per prendere la magistrale, faccio musica, gioco a calcio ed ho un giro di amici ampio e variegato. Ovviamente anche molti messinesi. Sono ovunque. Quando vivevo a Messina, molto raramente capitavano concerti interessanti. Da quando mi sono trasferito qui a Milano, sono stato catapultato nei live dei miei artisti preferiti praticamente ogni week-end.
Altro aspetto importante, per me, è il così ampio spettro di persone con cui si ha a che fare nel tempo. Diverse mentalità, provenienze e modi di ragionare che contribuiscono ad allargare i propri orizzonti e ad aprire la propria mente. Da non trascurare, per ultima, la possibilità di organizzare week-end fuori senza eccessivi sforzi economici e organizzativi. Di casa, mi manca senza dubbio il mare. D’estate o d’inverno che sia. Anche solo sapere che c’è. Ovviamente anche il cibo. Qua ci provano ma non c’è paragone. Per ultimo, le distanze. So che, tra le metropoli, Milano non è di certo la più grande. Per me comunque lo è un po’ troppo. Per tornare a casa utilizzerò l’aereo e la prima cosa che farò sarà dare un bacio ai miei genitori».
Bra (Cuneo) – Marzia Costanzo, studentessa
«Vivo a Bra ormai da quasi due mesi. Le prime due settimane sembravano non passare mai. Parlare in una lingua straniera – alla quale non si è abituati – 24/7 è estremamente stancante per il cervello. Le prime settimane di lezione sono state una montagna russa di emozioni, ho conosciuto davvero troppe persone e io non sono brava a ricordare i nomi ma tutte le novità, tutte le cene e gli aperitivi a base di vino piemontese mi hanno dato un’ottima carica. Le mie coinquiline (un’italiana, una francese e una americana) sono persone assolutamente normali, sotto questo punto di vista mi ritengo molto fortunata. Per quanto riguarda l’aspetto accademico, non ho mai studiato così tanto. La cosa più sconvolgente è che mi fa piacere farlo! Di Messina non mi manca niente di “fisico”. Mi spiego meglio: non mi manca il cibo perché variare le proprie abitudini alimentari in base a ciò che si trova nei supermercati o nei mercati del luogo in cui si vive non è qualcosa che ci uccide, è solo un rompere le routine della vita che non sempre fanno bene. Non mi manca il clima perché sarebbe stupido aspettarsi 20° in provincia di Cuneo, sono davvero felice di aver visto e vissuto la neve! Quello che probabilmente mi manca è la sensazione di leggerezza che normalmente provo parlando con i miei amici riuscendo ad usare le parole giuste, parlo bene l’inglese ma la sensazione che ho a volte è quella di non riuscire ad esprimere quello che realmente penso, la barriera linguistica è una cosa alla quale non pensiamo finché non si presenta l’occasione di sperimentarla. Sarebbe scontato dire che mi mancano le persone a cui voglio bene e, soprattutto, la mia gatta. Per tornare farò un viaggio di 22 ore in bus, il motivo lo sappiamo tutti. Tornare in Sicilia nel periodo di vacanze è estremamente caro, per questo ho già prenotato l’aereo per Pasqua. Potrei fare tante cose in 22 ore anziché viaggiare per tornare a casa per Natale ma va bene così. La prima cosa che farò una volta a casa sarà abbracciare la mia gatta, dare il regalo di compleanno al mio fidanzato (a proposito, grazie per avermi ricordato che ancora devo farlo) e andare al Mercato Muricello».
Costa Adeje – Marco De Benedictis, guest experience assistant manager
«Con questo che arriva, sarò a quota numero 4 Natali da fuori sede. In Spagna va tutto bene! Specie qui a Tenerife, che fa bel tempo e che ti fa stare di buon umore. La cosa più bella di quest’esperienza che sto facendo è conoscere altri stili di vita diversi dal mio. Qui in Spagna gli orari sono totalmente diversi da quelli in Italia. Tutto viene proporzionato più o meno a un’ora più avanti (pranzo, cena, uffici ecc.)
Qua le cose si prendono con più calma! Di Messina mi manca la mia famiglia, i miei (ormai pochi) amici che sono rimasti in città e il mio cane. Avrei detto anche il cibo, ma la Spagna sa difendersi! L’unico mezzo di trasporto che posso utilizzare per tornare a Messina sarebbe l’aereo, con conseguente pullman da Catania a Messina. Ci sarebbe come altra opzione il viaggio in traghetto, ma perdi moltissimo tempo. Arriveresti al Sud della Spagna e poi dovresti viaggiare in macchina fino a raggiungere la Sicilia. C’è chi lo fa perché è abituato ai viaggi lunghi, ma io manco morto.
Magari se i voli costassero un pochino meno tornerei più volte a casa. La prima cosa che farò quando torno è mangiarmi un bel chilo di focaccia tradizionale con acciughe, seguito da una bella birra Messina prontamente al graffio».
Bologna – Damiano Miceli, production manager
«Mi sono trasferito prima a Roma verso la fine del 2010, quindi sono quasi 10 anni che vivo fuori Messina. Da quando sono andato via ho sempre lavorato nel settore della musica live con tutti gli alti e bassi che ci sono quando si decide di camminare con i propri piedi. In questo momento direi che va molto bene, con Panico (l’agenzia di booking con cui porto avanti il mio lavoro) collaboriamo con tanti nomi italiani interessanti, alcuni dei quali Iosonouncane, Pop X, Maria Antonietta, Colombre, Julie’s Haircut. Di recente abbiamo iniziato ad addentrarci nella musica elettronica arricchendo il roster con nomi emergenti della scena italiana e internazionale come Emmanuelle o Alek Hidell. In questi mesi in particolare sto seguendo Rareș, giovanissimo musicista con una bella storia alle spalle che sta già iniziando a far parlare di sè grazie alle sue canzoni. La cosa bella è la consapevolezza che ciò che sto facendo è più o meno ciò che avrei voluto fare. Di Messina mi manca la vista sullo Stretto, le colline, le granite e le braciole. Purtroppo quest’anno non tornerò per le vacanze di Natale ma solitamente utilizzo l’aereo o l’auto per tornare a casa. La prima cosa che farò sarà ritrovare gli amici, ma è più probabile che mi mangerò un pidone».
(2169)