Il mare è la ricchezza di Messina e dal mare passa la rinascita della nostra città attraverso l’integrazione con Reggio Calabria. E’ questo, in sintesi, il messaggio che è partito in maniera forte dalla tavola rotonda tenutasi ieri all’ex Irrera a Mare, su iniziativa della Confcommercio di Messina.
Il dibattito moderato da Alessandro Tumino, giornalista di “Gazzetta del Sud”, ha visto la partecipazione dei docenti Iosè Gambino e Michele Limosani, oltre ai presidenti di Confcommercio, Confesercenti e Confindustria, rispettivamente, Carmelo Picciotto, Alberto Palella e Nuccio D’Andrea. “Non deve essere una matrimonio d’amore – ha detto Limosani –, fra Messina e Reggio Calabria ma un matrimonio di interesse reciproco.
L’Area integrata rappresenta una vera risorsa per le due sponde dello Stretto, che da sole non vanno da nessuna parte”. Iosè Gambino ha concluso il suo intervento affermando “Questo matrimonio s’ha da fare”, ma prima ha lanciato l’allarme sulle pretese delle città del Nord: “Milano non vede il mare nemmeno col binocolo – ha detto -, ma intende diventare la porta del Mediterraneo. Il baricentro del Mediterraneo si sta spostando verso il Nord e Messina e Reggio Calabria devono rivendicare assieme il loro ruolo che è stato da sempre importante e strategico nel cuore del Mediterraneo”.
Molto passionale l’intervento di Carmelo Picciotto, il quale ha posto la questione sulla concreta possibilità di impedire che migliaia di giovani lascino Messina ogni anno. “Non solo dobbiamo impedire che i giovani scappino da Messina ma dobbiamo fare in modo che ritornino quelli che sono andati via. Solo attraverso una politica di nuovi investimenti si possono creare le condizioni per favorire un’economia autorigenerativa. Il mare può giocare un ruolo strategico così come l’integrazione con Reggio Calabria”.
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