«Mantenimento dell’offerta esistente, implementazione con l’IRCCS, trasferimento all’ASP sono state tutte esternazioni strumentali da parte delle Istituzioni preposte, a livello regionale e locale, utilizzate solo per fare perdere le tracce di ciò che realmente era ormai stato deciso nelle secrete stanze: la chiusura e la morte dell’Ospedale Piemonte». Così la Cisl di Messina sulla chiusura del Pronto Soccorso del Piemonte dal prossimo 16 agosto. «Possiamo ribattezzarlo il Margherita 2», sostiene il sindacato che aggiunge: «Non sono servite le iniziative del Comitato, dei Sindacati, gli incontri con l’Assessore Borsellino, le audizioni in Commissione Sanità, ma soprattutto le manifestazioni cittadine che in ogni occasione hanno sempre dato il senso di ciò che rappresenta il Piemonte per i cittadini messinesi che hanno sempre saputo difendere e sostenere con forza e con veemenza un presidio fondamentale per il territorio».
Per la Cisl è mancata la determinazione delle Istituzioni locali, a partire dall’Amministrazione Accorinti, senza dimenticare le contrapposizioni politiche dettate dall’appartenenza a schieramenti diversi che hanno portato alla ingiustificata e scellerata scelta di chiudere il Pronto Soccorso e con esso il Presidio Ospedaliero.
«Tutta la classe politica messinese, come in tante altre occasioni, non ha saputo difendere e tutelare questo importante presidio della città – accusa la Cisl – Il disegno è regionale ma molti hanno giocato a scaricabarile, assecondando le scelte dettate dal livello regionale, mettendoci in mezzo anche gli esecutori degli ordini che rispondono ai Direttori Generali quali “longa manus” delle decisioni prese in altre stanze, che hanno operato una lenta e continua azione di depotenziamento di strutture, servizi, personale medico e paramedico».
La Cisl evidenzia come non sia cambiato nulla nonostante sia cambiati gli interlocutori, da Crocetta, alla Borsellino o al neo arrivato Guicciardi. «È prevalsa sempre la decisione dei poteri forti che non guardano agli interessi della città ma solo a trarre vantaggio e tornaconto personale».
E la chiusura del Piemonte arriva contestualmente alla definizione dei tetti di spesa in Sanità con Messina, a differenza di tutte le aziende sanitarie ospedaliere siciliane che hanno avuto un incremento del tetto di spesa rispetto al 2011, ha subito una forte decurtazione per tutte le tre aziende (ASP, Papardo-Piemonte e Policlinico), «compromettendo – commenta il sindacato – il numero dei posti letto e i posti di organico.
Anche in questa occasione la Regione premia i territori che hanno sperperato risorse pubbliche. Non avvalleremo nessuna proposta rappresentata da tagli di servizi e posti di lavoro, come non crederemo alle dichiarazioni che faranno quei politici messinesi che ci dovrebbero rappresentare nei rispettivi parlamenti. La salute del cittadino non si cura con gli schieramenti politici, ma superando le appartenenze e guardano agli interessi generali e collettivi. Anche in questa occasione – conclude la Cisl – Messina risulta essere una provincia scarsamente rappresentata, priva di ogni autorevolezza ed incapace di saper difendere ciò che nel tempo è stato conquistato”.
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