E’ una Messina divisa in due, anzi, in tre, quella che secondo Reset si affaccia al 2017. Secondo il movimento guidato da Alessandro Tinaglia, la “prima Messina” è quella di un’Università che continua a crescere e a produrre risultati nonostante la “seconda”, vale a dire quella dell’amministrazione Accorinti, esperienza poltiica e amministrativa ormai bollata da Reset come fallimentare già da diverso tempo. E poi c’è la “terza” Messina, quella degli imprenditori che riescono a produrre eventi supplendo alle carenze del pubblico.
“A Messina esistono 3 città o meglio tre modi di “essere Comunità”. Le 3 Messine vivono tutte nel medesimo contesto sociale, economico e culturale e tutte e 3 affrontano la grave crisi internazionale che da noi sembra essere più grave, quasi infinita. Eppure solo una di queste Messine segna il passo. Solo una non riesce, nonostante i proclami, a prendere le distanze dai soliti metodi basati su emergenze e propaganda becera e antiquata. Se, infatti, da un lato l’Università scala posizioni, migliora formazione e servizi, costruisce virtuosi percorsi di innovazione e sviluppo dall’altro si registrano i fallimenti clamorosi di un’amministrazione Comunale incapace di migliorare la qualità della vita, incapace di costruire un Modello di Sviluppo Sostenibile e Concreto addirittura incapace di garantire anche i Servizi Essenziali. Tali considerazioni trovano conferma nelle dichiarazioni di inizio anno del Sindaco che, oltre alle ultime sceneggiate con la finta opposizione, continua a propagandare l’ordinaria amministrazione (la normalità altrove) come una lunga collazione di “svolte epocali. Ciò che lascia davvero perplessi è che questo avvenga con 400 tonnellate di Rifiuti per strada, una Crisi dell’Occupazione Inarrestabile, Servizi Sociali Inesistenti, Scuole Disastrate e Mense Scolastiche Fantasma, Crisi Idriche Continue e da Film Horror, una gestione approssimativa dell’Emergenza Profughi, un Prg fermo al palo da inizio mandato, una Gestione del Territorio approssimativa come nel caso dai Torrenti già attenzionato dalla Magistratura, Emergenza TIR, Nuova Concessione e Porto di Tremestieri “insabbiati” nonostante proclami e flotte comunali varie, bilanci puntualmente e trionfalmente presentati e votati dalla Giunta poi stravolti e modificati dalla realtà dei fatti, Stabilizzazioni utilizzate con sistemi da Prima Repubblica e nonostante un “Assessore-Houdini” che dopo aver mostrato alla stampa la “carpetta” per il dissesto oggi racconta una storia diametralmente opposta, debiti e contenzioso che continuano a trovare l’assurda copertura finanziaria in un piano decennale rivisto 5 volte e mai approvato dal Ministero, stipendi a rischio ed un’atm che diventa “virtuosa” dimenticando di dire alla Città che dai 9 milioni di contributo comunale (sempre dalle tasca dei Messinesi) della gestione Conte nel 2013 si è passati quasi al doppio fino agli oltre 17 milioni di quella Foti, Isole Pedonali senza modifiche al Piano Urbano del traffico, Piste Ciclabili sulla carta, senza dimenticare poi le “Super-Aziende” ed i costi altissimi per servizi inesistenti”.
Ma a dare un briciolo di speranza a Reset, sono gli imprenditori, le associazioni di categoria e soprattutto i giovani: “Anche questa Messina laboriosa e pratica dimostra come esistano competenze e capacità assolute per voltare pagina sul serio. Pensiamo all’eroico Alberto Smedile che, invecchiato nell’attesa di poter investire e lavorare nella propria Città, si vede revocare d’ufficio una nuova Concessione per un chiosco. Si pensi ai giovani organizzatori delle Olimpiadi Estive (MOP) ed Invernali che riescono ad attirare l’attenzione dei media Nazionali promuovendo l’immagine di Messina mentre localmente, se non fosse stato per CUS ed Università (non è ovviamente un caso) sarebbero rimasti soli a lottare per provare “a fare ed a restare” nella loro città”.
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