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Ripubblicizzazione servizi, botta e risposta tra Ialacqua, Lo Presti e Sturniolo

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Lo scorso 26 marzo, i consiglieri comunali Nina Lo Presti e Luigi Sturniolo, con un’interrogazione, chiedevano al sindaco il motivo per cui non avesse provveduto alla trasformazione di Amam e Messinambiente in aziende speciali, nell’ottica del mantenimento della natura pubblica di alcuni servizi indispensabili per la cittadinanza. I due consiglieri sollecitavano il primo cittadino a chiarire il futuro delle due società partecipate che al momento gestiscono il servizio idrico e quello di smaltimento dei rifiuti.  Era infatti possibile gestire tali servizi come Beni Comuni, provvedendo a ripubblicizzarli attraverso la trasformazione societaria da società per azioni ad aziende speciali, senza fine di lucro e con una diretta partecipazione dei cittadini alle attività amministrative.

Trascorsi più di due mesi, la risposta è arrivata, non per mano del sindaco bensì con le parole dell’assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua. Quanto sostenuto da Ialacqua, tuttavia, non soddisfa Lo Presti e Sturniolo. L’esponente di Giunta sottolinea come l’amministrazione abbia mantenuto fede ai programmi elettorali, mantenendo in mani pubbliche i servizi essenziali come quello idrico e dello smaltimento dell’immondizia. Tutto questo, in nome della partecipazione diretta di Ialacqua al movimento per i beni comuni.ialacqua

Risposta che Lo Presti e Sturniolo giudicano fuorviante. I due esponenti del Gruppo Misto replicano a loro volta a Ialacqua affermando: “La sua risposta, che si limita ad affermare che l’Amministrazione ha tenuto fede all’impegno mantenendo le società in mano pubblica, scambia la proprietà pubblica con la natura pubblica di una società. Una Società per Azioni è una società di capitali e per propria mission ha la formazione di profitti, cosa, evidentemente, incompatibile con la categoria dei “beni comuni. Le nostre preoccupazioni – proseguono –  sembrano, tra l’altro, convalidate dal fatto che proprio il Piano di Riequilibrio, votato in Giunta , prevede un “contributo” da parte dell’Amam di 23 milioni di euro, ricavati (attraverso l’incremento delle tariffe) dagli utili derivati dalla vendita dell’acqua (con buona pace per l’acqua bene comune). Inoltre la sua risposta sembra rinviare tutto alla costituzione della Multiservizi (una risposta ora per allora, considerando che è una iniziativa che viene a due anni dall’insediamento) e sembra darci ragione nel dire che questa dovrà avere la natura di “azienda speciale”, unica possibilità per blindarla.

Lo Presti e Sturniolo invitano dunque l’assessore all’Ambiente “a verificare nel Piano Finanziario dell’Amam l’intenzione di utilizzare l’interruzione della fornitura per i morosi, cosa considerata illegittima da un recente pronunciamento del Consiglio Costituzionale di Francia, paese nel quale, evidentemente, c’è una normativa più aderente a quelli che erano i principi dei referendum in difesa dell’acqua pubblica”. I due consiglieri chiedono inoltre l’elaborazione di una risposta congrua ed adeguata ai rispettivi ruoli, in quanto si ha motivo di ritenere che la mancata risposta ad una interrogazione si palesi manifestamente come un atto che contravviene a norme statutarie e regolamentari, impedendo ai Consiglieri Comunali, nel pieno della propria autonomia, di esercitare il più elementare dei diritti democratici.

!In ultimo – concludono Lo Presti e Sturniolo – ci sovviene il dubbio che il Sindaco assegni le interrogazioni con una certa approssimazione, visto che l’Assessore competente sarebbe stato quello con delega alle Società Partecipate e non già quello all’Ambiente”.

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