Probabilmente è l’unico progetto capace di mettere d’accordo tutti i 108 Comuni del territorio: il marchio d’area della provincia di Messina. Ovvero, un unico brand capace di identificare i prodotti tipici locali. Finanziato per 2 milioni e 800mila euro dalla Regione ai tempi della presidenza di Nanni Ricevuto, il progetto ha subito la revoca delle somme a causa del mancato rispetto delle tempistiche durante il commissariamento di Filippo Romano. Il quale, piuttosto che cercare una mediazione con chi lo ha nominato, ha preferito la via del contenzioso davanti al Tar. Oggi, l’assessore del tempo, Michele Bisignano, propone il rifinanziamento nell’ottica di un inserimento nel masterplan per il Mezzogiorno.
Il progetto, inizialmente, viene suddiviso in quattro parti, corrispondenti ad altrettanti piani integrati di sviluppo territoriale (Pist) della provincia. “Azione a sostegno della creazione di marchi d’area per la valorizzazione del territorio e dei prodotti tipici”, il titolo. La Regione siciliana decide di riconoscere, pertanto, quattro finanziamenti da 700mila euro l’uno, grazie ai fondi Po Fesr 2007-13 e, in particolare, a una misura che prevede progettazioni riservate alle Province.
“Io stesso – racconta Bisignano – allora assessore alla Pianificazione strategica e territoriale – dopo l’approvazione delle assemblee dei vati Pist, ho sottoscritto i quattro accordi di programma con la Regione, nel 2012. Nello stesso periodo, la con stessa misura, sono stati finanziati interventi strutturali nel settore degli alberghi di proprietà della Provincia, a Floresta, Mistretta e Castelmola, e dei sentieri naturalistici, in particolare nella riserva di Marinello”.
L’ente di palazzo dei Leoni, retto ancora da un esecutivo politico, decide poi di trasformare i quattro progetti in uno unico, indicendo prima della fine della legislatura una gara d’appalto per individuare un unico marchio d’area. A giugno 2013, interviene il commissariamento di tutte le Province siciliane. Commissariamento che dura ancora oggi, a due anni e mezzo di distanza. Proprio durante la gestione di Romano, indicato direttamente da Rosario Crocetta, i tempi delle procedure di gara subiscono una inattesa dilatazione a causa di ricorsi contro le esclusioni operate dalla commissione competente. Un ritardo che la Regione punisce, revocando i finanziamenti.
Un autentico paradosso amministrativo, quello che ne deriva, con l’ente guidato da chi ha scelto in maniera assolutamente fiduciaria il commissario che ne penalizza l’operato, privandolo di quasi 3& milioni di euro. Altrettanto incomprensibile la reazione di Romano che, anziché cercare una mediazione “politica”, improntata proprio al rapporto fiduciario di cui sopra, preferisce la via del contenzioso, rivolgendosi al Tar di Catania. Corre l’anno 2014. Ancora oggi, non si conosce l’esito del ricorso.
“La prima fase di quello che è stato presentato come un importante masterplan per il Mezzogiorno – afferma Bisignano in una nota inviata alla stampa – prevede da parte delle varie realtà territoriali, individuate come Città metropolitane, la presentazione di proposte progettuali esecutive, cantierabili e rispondenti ad alcuni asset di settore. Nell’ambito di tali proposte, da presentare a breve termine al sottosegretario De Vincenti, e che fanno riferimento anche allo sviluppo economico del territorio, sarebbe opportuno proporre il rifinanziamento di un progetto che prevedeva la promozione di marchi d’area con offerta turistica di qualità certificata per la valorizzazione dell’intero territorio provinciale, che aveva ottenuto il finanziamento da parte della Regione siciliana di 2 milioni 800mila euro, mediante il meccanismo dei quattro Pist adottati nella provincia di Messina e costituiti dai vari Comuni”.
L’assessore dell’ultima Giunta provinciale messinese della storia ricorda “come questo progetto non guardi a una porzione ma all’intero territorio provinciale e ha avuto anche l’avallo delle coalizioni territoriali interessate dai quattro piani integrati di sviluppo territoriale. Da sottolineare – conclude – che tale proposta, oltre agli aspetti di marketing territoriale e di razionalizzazione della politica turistica provinciale, prevede la promozione di un marchio o brand unico per tutta quella che, per essere più precisi, potrebbe definirsi oggi Città metropolitana integrata di Messina. Un marchio capace di favorire un sistema territoriale di qualità di operatori economici e turistici in direzione di forme di turismo responsabile, anche di nicchia, e di sviluppo sostenibile”.
Fabio Bonasera
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