Si torna a parlare di Ponte sullo Stretto di Messina. A farlo è la deputata messinese di Forza Italia Matilde Siracusano che, allo scoccare della primavera, chiede conto e ragione al Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, circa lo studio di fattibilità riguardante l’opera e annunciato nei mesi scorsi: «La confusione regna sovrana – dichiara la parlamentare, sarebbe invece indispensabile un’operazione chiarezza».
Facciamo un passo indietro. Ad agosto 2021, il ministro Enrico Giovannini aveva annunciato in audizione alla Camera dei Deputati l’intenzione di richiedere uno studio di fattibilità sul Ponte sullo Stretto di Messina. Questo studio, aveva detto, avrebbe dovuto essere realizzato entro la primavera 2022. Oggi, a pochi giorni dall’equinozio, l’onorevole Matilde Siracusano interpella nuovamente il Governo Draghi: «Ci sono interi territori che aspettano da decenni un collegamento stabile e veloce tra Sicilia e Calabria. Queste comunità meritano una risposta».
«Nel settembre del 2021 – prosegue – il ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, aveva assicurato che entro la primavera del 2022 avremmo avuto il nuovo studio di fattibilità di questa grande opera. Un approfondimento voluto dall’esecutivo nonostante un dossier commissionato dal precedente ministro dei lavori pubblici, Paola De Micheli, per la cui elaborazione ci vollero moltissimi mesi, avesse già chiarito la necessità di costruire il Ponte.
La primavera, sottolinea Matilde Siracusano, è arrivata, eppure di questo studio ancora non se ne ha notizia: «Siamo nel 2022 – evidenzia la parlamentare forzista –, siamo in primavera da tre giorni, e ovviamente dello studio neanche l’ombra. Forse, a quanto si è appreso, Rfi inizierà a comunicare il calendario dei lavori su questo nuovo studio di fattibilità».
«Vorremmo capire – conclude Siracusano – se questo sarà un documento propedeutico alla realizzazione del Ponte, oppure un’ennesima trovata per perdere tempo. Una cosa è certa: il problema del collegamento tra Sicilia e Calabria non si risolve diminuendo di qualche minuto i tempi biblici per attraversare – soprattutto in treno – lo Stretto. Sarebbe auspicabile avere trasparenza. Una domanda secca: il governo Draghi vuole questa grande opera? Sì o no? Non esiste una terza via».
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E’ chiaro che il governo e anche quelli precedenti e futuri nn lo vogliono per farci stare ancora più che mai arretrati rispetto al nord opulento…………..CHIARO