In riferimento alla situazione delle tante baracche ancora presenti in città, riceviamo e pubblichiamo la nota del consigliere Udc, Libero Gioveni:
“Da quando si è insediata questa amministrazione, eccezion fatta per il primissimo periodo in cui anche grazie all’impegno dell’ex assessore regionale Bartolotta, che fece giungere in città i famosi 10 milioni e 900 mila euro che servirono per il Risanamento del complesso Casa Nostra e per l’acquisto – ancora però nel limbo – di alloggi sul mercato, le politiche sul Risanamento risultano paralizzate!
A supporto di questo mio giudizio politico, fanno anche una certa impressione le recenti dichiarazioni del dirigente al ramo, l’architetto Canale, che in Commissione Risanamento, qualche settimana fa, ha lanciato un duro atto d’accusa nei confronti dell’assessore Pino, reo, a suo dire, di non essersi recato neanche una volta a Palermo a battere cassa!
Eppure sono ancora tanti i nodi da sciogliere, ma evidentemente per questa amministrazione il Risanamento – la “piaga” certamente più grande in una città che vorrebbe definirsi “metropolitana” – non sembra rappresentare una priorità!
C’è la necessità di avere certezza sui famosi 42 milioni di euro che in città dovevano giungere già nel 2014.
L’esponente Udc aveva anche chiesto la costituzione di un soggetto istituzionale unico che potesse gestire e accorpare le competenze attualmente distribuite e frastagliate fra Comune, Iacp, Regione e Urega, al fine di snellire e sburocratizzare la fin troppo lenta e inceppata macchina del Risanamento.
Infine, il consigliere comunale chiede che, in particolare, si faccia chiarezza e si programmino tempi e modalità di intervento:
- sul progetto per la realizzazione di 112 alloggi e di un parco di quartiere in località Bisconte, del quale non si hanno più notizie ufficiali da anni;
- sul progetto per la copertura e la riqualificazione ambientale del torrente Bisconte-Catarratti, per il quale adesso vi sono notizie contrastanti circa la sua inclusione nel decreto del Governo “Italia sicura” ma che ancora non sembra sia stato materialmente finanziato;
- sulla delicata questione del risanamento della baraccopoli di Fondo Fucile, autentica “bomba ecologica” per la massiccia presenza di amianto in quasi tutti i 140 tuguri del popoloso rione;
- sulle sorti del bando per l’acquisto di alloggi sul mercato che ha subìto uno stop per via di rilievi mossi dalla Commissione giudicatrice della Regione;
- sul mancato risanamento di Camaro S. Paolo (con il parco urbano ancora fermo al palo e con la baraccopoli della parte bassa che non rappresenta di certo un belvedere per i tanti turisti che passano dallo svincolo di Messina Centro);
- sul varo di un nuovo bando per l’assegnazione di alloggi popolari (l’ultimo risale al marzo 2013) affinché si dia la possibilità a tante altre famiglie in possesso dei necessari requisiti (sfratto esecutivo, ordinanza di sgombero, invalidità, antiigienicità dell’alloggio ecc.) di poter presentare regolare istanza;
- sull’emanazione di un bando che regolamenti la mobilità negli alloggi popolari per sopravvenute modifiche dei requisiti originari (per esempio l’aumento dei componenti di un nucleo familiare che comporta l’assegnazione di un alloggio di superficie adeguata).
Sono tutte questioni o emergenze che bollono in pentola da troppo tempo ormai e rispetto alle quali Gioveni, così come riferito già in aula in sede di IV Commissione consiliare, auspica la necessaria svolta che serva a gettare le basi per un futuro più roseo rispetto a quanto finora la città ha mestamente assistito nel delicato settore del Risanamento delle sue aree degradate”.
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