Doveva essere un incontro chiarificatore quello organizzato questa mattina a palazzo Zanca tra i deputati messinesi all’Ars, Beppe Picciolo e Santi Formica, il Comitato “Salviamo l’ospedale Piemonte” e cittadini intervenuti nella sala consiliare del Comune di Messina per conoscere la verità sul futuro del nosocomio cittadino.
Doveva essere, perché l’incontro è stato bruscamente interrotto dalle intemperanze di un infermiere in pensione che ha apostrofato pesantemente il componente della VI commissione: “Picciolo sei un bugiardo, ci state prendendo tutti in giro”!
A causare la furia dell’ex dipendente del Piemonte, le dichiarazioni dell’esponente dell’Assemblea regionale che, nel corso del suo intervento, ha annunciato la proposta dell’intero gruppo dei Democratici Riformisti di palazzo Zanca di conferire la cittadinanza onoraria all’assessore alla Salute, Lucia Borsellino.
“Mettiamo fine a questa sterile polemica – ha esordito Picciolo – l’assessore Borsellino, la cui storia personale e la cui onestà intellettuale è da tutti riconosciuta, ha scelto di porre la nostra città al centro degli interventi del suo assessorato. Una città depauperata che può tornare a emergere con l’accorpamento del Piemonte al Neurolesi e la nascita di un polo di eccellenza per le riabilitazioni, il più grande da Roma in giù”.
E tanto è bastato per scatenare la rabbia del focoso spettatore: “Vergogna” – ha urlato rivolgendosi al deputato regionale – sostenuto dagli applausi dell’intera platea.
Nel corso del suo intervento Picciolo aveva assicurato la sopravvivenza del presidio di urgenza – emergenza e del pronto soccorso: nessuna garanzia però sul mantenimento del punto nascite.
“Sulla questione non sono in grado né di fare promesse né di assumere impegni – ha spiegato l’esponente dei Dr – gli interlocutori sono altri”.
A garantire la sopravvivenza del presidio di primo soccorso anche Santi Formica: “Staremo col fiato sul collo del governo centrale, sino a quando non otterremo un miglioramento del decreto in fase di emanazione. Abbiamo resuscitato un cadavere – ha rivendicato Formica – perché, senza la nostra mediazione, il governo regionale avrebbe chiuso il Piemonte”.
Favorevole l’accorpamento anche il sindaco Accorinti: “Ci è stata garantita la sopravvivenza del presidio di emergenza e urgenza e del Pronto soccorso – ha spiegato il primo cittadino – unione che creerà 500 posti di lavoro e 155 posti letto: non c’è ragione di chiudere le porte ad una prospettiva così importante per la città”.
Rassicurazioni che però, continuano a non convincere gli esponenti del Comitato “Salviamo l’ospedale Piemonte”: “Continueremo a vigilare su questo annunciato work in progress – ha assicurato Silvano Arbuse – l’attenzione sulle sorti del nosocomio di viale Europa rimarrà altissima, sia sul punto nascite sia sul mantenimento del pronto soccorso che, ribadisco, non può prescindere dalla presenza dei reparti di chirurgia generale, ostetricia, ortopedia e rianimazione. Dove faremo convergere – si interroga l’esponente del Comitato – gli oltre 500 parti l’anno che rappresentano uno dei numeri più importanti del Piemonte”?
“Non potete accusarci di essere parziali. I fatti sono chiari. Una peritonite potrà essere operata al Piemonte? Picciolo risponde di sì. Bene – rilancia Arbuse – lo scrivano nero su bianco”.
La partita Piemonte dunque, rimane aperta, inizia adesso la corsa contro il tempo.
Emma De Maria
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