Giuseppe Antoci non sarà più il Presidente del Parco dei Nebrodi, oltre a lui subiranno un avvicendamento dei vertici anche tutti gli enti controllati dalla Regione.
Il governo Musumeci segue la pratica dello spoils system e dispone un cambio dei vertici che gestiscono tutti gli enti controllati: dai parchi all’Ircac e Crias a tutti i consorzi e gli enti inerenti agricoltura e ambiente. Fra le figure rimosse dall’incarico Giuseppe Antoci che, dopo l’attentato del 2016, era diventato uno dei volti antimafia della Sicilia e, politicamente, del Partito democratico.
Durissima la replica di Antoci: «Ringrazio il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci che, attraverso la mia rimozione e il relativo commissariamento del Parco, mi ha fatto comprendere, in maniera inequivocabile, da quale parte sta».
Instancabile e continuo l’impegno, in questi anni, di Giuseppe Antoci nel ricoprire un incarico sicuramente complesso. Un incarico che, per la sua continua lotta contro le attività illecite, lo ha trasformato in un bersaglio per un attentato dagli evidenti tratti mafiosi nel quale sono stati indagati 14 soggetti.
Il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, sminuisce l’entità della vicenda: «Non voglio dare incarichi politici durante la campagna elettorale: al momento nomineremo dei funzionari interni in attesa della conclusione delle prossime elezioni politiche, poi faremo le nomine definitive».
Sulla rimozione di Antoci dalla presidenza del Parco dei Nebrodi si espone il senatore Beppe Lumia, da sempre suo riferimento: «È un regalo alla mafia. Quale interesse politico è stato ritenuto così prioritario da sacrificare un percorso virtuoso di legalità e sviluppo come quello portato avanti da Antoci? Quale assetto di potere si è voluto ripristinare?».
La lotta alla mafia
Il senatore Beppe Lumia non si limita a mettere in dubbio la scelta del governo Musumeci ma sottolinea, soprattutto, il valore dell’attività svolta da Antoci: «Il Parco dei Nebrodi è stato un modello virtuoso e positivo conosciuto e apprezzato in tutto il mondo, perché ha saputo coniugare legalità e sviluppo. Antoci non ha incrociato la “mafia dei pascoli”, come riduttivamente e furbescamente qualcuno sostiene per minimizzare la portata della sfida, ma la “mafia dei terreni”, violenta, ricca e potente, in grado di fare affari e produrre profitti superiori allo stesso traffico di droga. Una mafia che per anni ha sottomesso i giovani e gli operatori economici del settore al giogo delle famiglie mafiose dei Galati, Giordano, Bontempo Scavo, Mignacca, Batanesi, Conti Taguali, Costanzo, Foti Belligami».
Il saluto di Giuseppe Antoci
Antoci, nonostante la durissima critica contro la scelta di Musumeci, ringrazia per questi anni: «Sono stati anni intensi, a tratti difficili, ma pieni di amore, di passione e di risultati. Ho assunto la Presidenza del Parco dopo dieci anni di commissariamenti, trovandolo depotenziato, mortificato e considerato un carrozzone, nonostante il valore dei suoi dipendenti e dei suoi dirigenti. Ho redatto un ‘protocollo’ recepito dal nuovo Codice antimafia il 27 settembre 2017 che adesso è applicato in tutta Italia. In questo percorso siamo riusciti a rimettere in moto un pezzo di territorio fra i più belli del mondo. Sono risultati che, uniti alla forte vicinanza delle altre istituzioni, hanno rappresentato un percorso che oggi si chiude con una semplice parola: Grazie».
Antoci, nell’elencare il percorso virtuoso di questi anni, non può fare a meno di guardare agli eventi negativi che hanno segnato il suo mandato: «Voglio ricordare solo gli aspetti positivi, lasciando al ricordo e alle notti insonni quelle negative, sperando che un giorno le drammatiche vicende che hanno colpito me, gli uomini della mia scorta, la mia famiglia, la Sicilia e il Paese possano uscire definitivamente dalla nostra mente, evitando di far pensare e riflettere come un uomo che accetta un incarico pubblico e che lo porta avanti fino in fondo facendo niente di più che il proprio dovere, possa finire per questo ucciso in un agguato mafioso».
«È con un grazie – conclude Antoci – che voglio chiudere, un grazie particolare ai 24 sindaci del Parco e agli ulteriori 23 che hanno fatto richiesta di nuovo ingresso. A loro e alle loro comunità va il mio sentito abbraccio. Oggi il Protocollo di legalità è legge dello Stato italiano e sta salvaguardando tantissime aziende agricole oneste dalla pressione mafiosa e farà percepire i Fondi europei soltanto alle persone perbene che, grazie e Dio, sono la stragrande maggioranza dei siciliani e del Paese».
(1665)
Chi amministra bene e fa un buon lavoro non va sostituito a prescindere dalla corrente politica. Chi si è presentato come uomo nuovo per dare una svolta alla ns Regione e che non si sarebbe fatto tirare per la giacca oggi si presente con la giacca a brandelli.
Cittadini quando andrete a votare pensate pene al futuro dei vostri figli
Vergogna come al solito i politici fanno quello che vogliono e non si distingue il colore del partito, da chi invece ha lavorato per sottrarre denaro alla mafia e rischiato la sua vita, praticamente la storia si ripete, basta guardarci indietro, con Falcone e Borsellino
Sono tutti corrotti