Multiservizi e lotta all’evasione: la ricetta di Signorino “Oltre il riequilibrio”

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Sarebbe stato facile scegliere la strada del dissesto, decretare il fallimento di una città e chiudere le porte ad ogni prospettiva di futuro. Sarebbe stato facile è vero. Noi invece abbiamo deciso di percorre un’altra via, quella più difficile, grazie alla quale dare un’opportunità a questa città”.

Difende con forza la scelta di non dichiarare il dissesto l’assessore al bilancio Guido Signorino, intervenuto questa mattina nel corso del convegno “Oltre il riequilibrio”.

Promosso dall’associazione “IndietroNonSiTorna”, al convegno, introdotto dalla vicepresidente Enza Voccio e moderato dal giornalista Domenico Bertè, hanno preso parte anche il segretario generale, Antonio Le Donne, il consigliere comunale, Carlo Abbate, e il segretario generale Cgil Messina Lillo Oceano.

Il nostro insediamento è coinciso con il momento più drammatico per la città –  ricorda il vicesindaco – l’avvio dell’iter di predissesto da parte del commissario Luigi Croce. Davanti a noi l’enorme difficoltà di quantificare il debito reale, con un’esposizione debitoria che oscillava tra i 60 e i 50 milioni. Abbiamo cercato di fare ordine distinguendo tra debiti certi e latenti, valutando il rischio finanziario. Il piano di riequilibrio è stato calibrato e trasformato da un piano di austerity a un piano di rilancio, rispettando il Patto di stabilità per il 2014 – rivendica Signorino – e questo non accadeva da anni”.

Un Comune non è diverso da una azienda, a maggior ragione in una città come Messina dove l’economia privata è inscindibilmente legata a quella pubblica. Un ente in dissesto – prosegue l’assessore al bilancio – perde la propria autonomia gestionale e di governo e il debito maturato viene affidato a un organo esterno. Un piano di negoziazione che prevede l’obbligo di aumentare le tasse riducendo al minimo i servizi”.

Risanamento dei conti dunque, ma anche risanamento amministrativo: “Abbiamo preferito sporcarci le mani e fare chiarezza – sottolinea ancora Signorino – nella modulazione del piano di riequilibrio non abbiamo puntato sull’aumento della pressione fiscale, perché solo il 16% delle entrate arriverà dalle imposte. Le maggiori entrate arriveranno da risparmi, fitti passivi, riforma delle partecipate e energie alternative”.

Intensificata nel piano di riequilibrio anche la lotta all’evasione fiscale: “Le previsioni per il 2014 stimano un incremento pari a 20milioni di euro, grazie all’individuazione di contribuenti infedeli e una pressione fiscale che punta a sistemi di perequazione. Allo stesso tempo – prosegue l’assessore al bilancio – stiamo intervenendo sulle rendite immobiliari, per adeguare lo scarto altissimo rispetto ai valori di marcato”.

Fondamentale per evitare il default sarà il salvataggio di Amam, Atm e MessinAmbiente che, nelle intenzioni dell’amministrazione, andranno a confluire nella Multiservizi.

Ci siamo dati un obiettivo – esordisce il segretario generale Antonio Le Donne – quello di unire società che erogano un servizio pubblico, allo scopo di ridurre i costi complessivi e gestionali della macchina burocratico – amministrativa: meno Cda, meno consulenti legali, meno consulenti revisori. Riqualificando e gestendo in maniera oculata ed evoluta il servizio dunque, saremo in grado di impiegare risorse umane oggi separate e disperse”.

Nel corso dell’intervento del segretario generale, spazio anche alla stabilizzazione dei precari: “Per la prima volta, dopo vent’anni di attesa, l’iter di stabilizzazione per circa 300 persone è stato avviato, nei tempi nei modi previsti dalle leggi nazionali e regionali. Partiamo da 11 ore – spiega le Donne – per tentare, in futuro e nel rispetto della normativa, di incrementarle a 36”.

A indicare la strada, “Oltre il riequilibrio”, è Carlo Abbate, consigliere comunale e membro della Commissione Bilancio di palazzo Zanca. “La maggioranza del Consiglio comunale ha aderito al piano di riequilibrio – ricorda l’esponente dei Dr – un piano decennale attraverso il quale ripartire a cominciare dalle periferie. Assenza di alloggi, degrado, disoccupazione e mancato risanamento rischiano di trasformare queste aree in una pericolosa polveriera: è questa la nostra scommessa”.

Dal segretario generale Cgil Messina, Lillo Oceano, l’invito a fare chiarezza su progetti e percorsi: “La città deve ancora scoprire la propria vocazione, manca un progetto che la scardini dalla sua condizione di arretratezza. Combattere la mafia significa innanzitutto combattere lo stato di necessità, creando lavoro, occupazione, sviluppo. Temi che – incalza Oceano – nella giornata in cui si ricorda la strage di Capaci, non riguardano solo lo Stato centrale ma anche gli enti locali: un progetto ampio che vada oltre il piano di riequilibrio”.

Dal sindacalista semaforo verde sulla Multiservizi: “E’ un importante occasione occupazionale – conclude Oceano – il risanamento delle partecipate è il primo passo verso il risanamento della città”.

In platea anche la presidente del Consiglio comunale, Emilia Barrile, l’assessore alla viabilità, Gaetano Cacciola e i consiglieri Nina Lo Presti, Luigi Strurniolo, Rita La Paglia, Paolo David e Giuseppe Trischitta.

Emma De Maria

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