Nulla di fatto. Il Cambio di Passo richiesto da Cateno De Luca approda in Consiglio Comunale per fare un sonoro buco nell’acqua. Dopo due ore di Seduta tra nervi tesi, accuse e recriminazioni, l’Aula opta per un rinvio rimandando la discussione a mercoledì. Ma i presupposti non sono dei migliori.
La piattaforma politica presentata da Cateno De Luca nei giorni scorsi e proposta al Consiglio Comunale non è stata sostanzialmente discussa. Dopo l’intervento fiume del Sindaco di Messina e gli interventi di un paio di consiglieri, la Seduta è stata rimandata anche a causa di un impegno del Primo Cittadino.
L’intervento di Cateno De Luca sul Cambio di Passo
«Non ci dobbiamo maritare, quindi il carattere del sindaco non è in discussione» dice De Luca, ma il suo discorso di presentazione del Cambio di Passo sembra quasi il lungo resoconto di un divorzio annunciato. Dopo aver elencato i risultati raggiunti attraverso le delibere contenute nel Salva Messina, il primo cittadino ha ricordato alcuni dei momenti di maggiore tensione con il Consiglio Comunale. Dall’infinita discussione sulla fuoriuscita da Taoarte, alla bocciatura del contratto di servizio di ATM spa (poi approvato), a quello che doveva essere un tentativo di riconciliazione, ovvero la richiesta, poi caduta nel vuoto, di nominare un assessore ai rapporti con il consiglio comunale. Tra accuse e recriminazioni il Sindaco di Messina ha ripercorso lungamente questi primi 18 mesi di mandato.
Un intervento fiume che è proseguito con il riepilogo dei tre punti in cui è suddivisa la delibera del Cambio di Passo (i risultati del Salva Messina, le modifiche al Regolamento del Consiglio Comunale, le 100 delibere per il 2020) e che si è concluso con toni accesi.
Le conseguenza di quella lettera ai consiglieri comunali
Se con la sua lettera ai consiglieri comunali il sindaco Cateno De Luca voleva convincere la maggioranza dell’Aula ad appoggiare il suo Cambio di Passo, dovrà rifare i propri calcoli. Sin dall’inizio della Seduta, la tensione tra le pareti di Palazzo Zanca era palpabile. A darle forma è stato inizialmente Massimo Rizzo, esponente di Libera Me, che ha chiesto al primo cittadino conto e ragione delle sue affermazioni. Ma chi meno di tutti sembra aver gradito determinate esternazioni è stato il gruppo di Sicilia Futura (rappresentato da Pietro La Tona) che, contro ogni previsione, ha abbandonato l’Aula.
Questo, in particolare, il brano più contestato della lettera del sindaco indirizzata e riferita ai consiglieri comunali: «[…] campare con quella misera indennità mensile; arrotondare le entrate familiari con più gettoni di presenza possibili; approfittare dei permessi retribuiti per lavorare meno possibile; crearsi l’immagine del bastian contrario per tentare di essere eletto in qualche parlamento con il sostegno della congrega politica della quale si è ad esclusivo servizio; essere servili a certe lobby di varia natura che danno da mangiare nell’ambito dell’attività libero – professionale».
Inutile dirlo, i consiglieri comunali non hanno apprezzato e chi più, chi meno, non ha mancato di farlo notare al sindaco De Luca. Così se Libera Me ha avviato la Seduta chiedendo spiegazioni al Primo Cittadino, che ha risposto tirando dritto sulla propria linea; Sicilia Futura ha letto quanto aveva scritto e pensato di dire prima di ricevere la lettera incriminata, per poi stralciare tutto (figurativamente) e abbandonare l’Aula in segno di protesta.
A tinte fosche anche l’intervento del consigliere Fusco, del Movimento 5 Stelle, che ha dichiarato: «Fiera per la compravendita di idee a noi non interessa, come non ci interessa lo spettacolo della transumanza politica. Chi non condivide la linea del proprio partito o movimento è libero di fare le proprie scelte» con chiaro riferimento a quanto avvenuto negli ultimi giorni all’interno del gruppo consiliare.
Infine, il rinvio. L’Aula si riunirà nuovamente mercoledì, di nuovo alle 15.00 (circa). E i giochi sembrano tutt’altro che conclusi.
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