Continuano a volare gli stracci nel centrodestra in vista delle imminenti elezioni regionali in Sicilia. Il presidente dell’Ars e leader di Forza Italia sull’Isola, Gianfranco Miccichè, attacca ancora una volta il presidente della Regione, Nello Musumeci. Lo fa in un’intervista a Repubblica: «Che colpa ho – si chiede – io se Musumeci ha avuto un atteggiamento arrogante e sleale nei confronti dei suoi alleati? Adesso la colpa è di chi non lo vuole?».
Sul governatore uscente persiste dunque il veto di un’ampia parte della coalizione che cinque anni fa contribuì alla sua elezione. Oggi è un nome divisivo, sostiene Miccichè, che prosegue: «Troviamo un motivo per smettere di avvelenare i pozzi del centrodestra. Così rischiamo di perdere. Se Meloni e La Russa avessero avuto la bontà di ascoltare, non saremmo arrivati fin qui. Con i dirigenti siciliani abbiamo ottimi rapporti, ma l’atteggiamento di Roma è stato inspiegabile: si sono attaccati al fatto che Musumeci è l’uscente. Ma quella è un’aggravante, perché lo abbiamo già conosciuto».
Il nodo è la presidenza dell’Ars? Così non pare, perché Miccichè non si farebbe problemi a rinunciare alla carica: «Se la prendano – spiega –, hanno diritto di chiederla».
Sul vertice nazionale in programma oggi, in cui dovrebbe essere designato il candidato o la candidata alle elezioni regionali in Sicilia (la più quotata sarebbe Stefania Prestigiacomo) il deputato regionale ha aggiunto: «Non c’è dubbio che sarebbe il profilo migliore, ma sarei felice se il nome di Stefania venisse fuori da una riunione con tutti i partiti. Io ho fatto due richieste di vertici, mi è stato detto di no da FdI entrambe le volte. Prego qualcun altro di farsi promotore. Io, se invitato, ci sarò. In ogni caso non c’è dubbio che il nome debba essere deciso in Sicilia. Come si può pensare il contrario?».
Sembrerebbe tramontata invece l’ipotesi elezioni anticipate che aveva iniziato a circolare una settimana fa. Musumeci non si dovrebbe dimettere per accorpare le politiche con le regionali in Sicilia, ma tutto è ancora possibile.
(253)