Il Partito Comunista dei Lavoratori esprime in un comunicato stampa tutta la propria solidarietà nei confronti della popolazione di Messina, “costretta in questi giorni ad inumani disagi, dovuti ad una carenza d’acqua assolutamente ingiustificabile in un paese che si definisce civile, e tutto il suo sdegno verso le istituzioni e una giunta comunale incompetenti e non all’altezza di un’emergenza ( come le precedenti amministrazioni) che ha messo in ginocchio la nostra città”.
“Le polemiche tra Prefetto e Sindaco – scrivono i coordinatori del Partito Comunista dei Lavoratori, Giacomo Di Leo e Francesco Bitto – non interessano ai cittadini messinesi lasciati soli in questa vicenda, denotano solo lo scollamento tra istituzioni e cittadinanza e l’assoluta non collaborazione tra chi dovrebbe tutelare il diritto all’acqua in questa città”.
“Questa vicenda, come spesso capita, è il frutto di scelte scellerate che – sottolineano -, per la poca lungimiranza ed il tornaconto di qualcuno, oggi costringono la popolazione di Messina a vivere in condizioni disumane. Come Pcl contestiamo la scelta della costruzione di un acquedotto che attraversa zone ad alto rischio idrogeologico, che non sono state messe in sicurezza. La situazione creatasi è dovuta anche alle contorte logiche della gestione dei prezzi dell’acqua da parte dei gestori siciliani, che ha indotto alla costruzione di questo stabilimento a Fiumefreddo a causa dei prezzi esorbitanti che si sarebbero dovuti pagare presso l’Alcantara”.
“Siciliacque Spa , azienda controllata al 75% dalla multinazionale Veolia (ex Vivendi), – concludono Bitto e Di Leo – con una politica speculativa mirata al guadagno su un bene sacro quale è l’acqua, ha contribuito a causare una situazione incresciosa anche a causa dell’incompetenza dell’Amam ( con un presidente, ex candidato An nelle liste di Buzzanca,transitato alla “rivoluzione” accorintiana ), e ha tenuto e continua a tenere in scacco la maggioranza dei cittadini messinesi. Altresì ricordiamo ai cittadini messinesi che il Piano di Riequilibrio della giunta Signorino-Accorinti prevede la sottrazione dal bilancio dell’Amam (quindi dalla vendita dell’acqua) di circa 23 milioni di euro”.
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