Librerie alle spalle, barbe lunghe e problemi tecnici: per la prima seduta (in streaming) del Consiglio Comunale ai tempi del coronavirus c’è tutto, anche la polemica. A mancare è solo l’Amministrazione De Luca, invitata a concordare la data e l’ora e a partecipare dal vicepresidente Nino Interdonato.
Il Consiglio Comunale in piena emergenza covid-19 si riunisce da casa, con tutte le “interferenze” annesse e connesse. Ci si deve adattare al nuovo mezzo, ma dopo circa tre quarti d’ora dall’orario concordato per l’inizio della Seduta (le 17.00), si comincia veramente.
All’ordine del giorno del Consiglio Comunale ci sono le misure di contenimento del coronavirus e soprattutto i provvedimenti a sostegno della ripresa economica di Messina, a partire dalla Fase 2, e oltre. Tra le proposte presentate dai consiglieri:
- una connessione wifi gratis stabile per ridurre il divario tra i cittadini, soprattutto per quel che riguarda l’istruzione;
- l’esenzione Tari per le fasce più deboli;
- l’uso di spazi pubblici per consentire a chi ha disabilità o soffre di disturbi dello spettro autistico di uscire in sicurezza anche in questa fase.
Ma al di là delle proposte, da più parti si è registrato un certo malcontento. A partire da Massimo Rizzo (Libera Me), per proseguire con Gaetano Gennaro (PD) e con lo stesso vicepresidente Nino Interdonato che ha presieduto la Seduta, per proseguire con Cristina Cannistrà (M5S), ma non solo, l’assenza dell’Amministrazione è stata notata e stigmatizzata.
«Se nell’immediatezza dell’emergenza – ha dichiarato il consigliere Massimo Rizzo – può starci che venga meno il dialogo istituzionale, per la programmazione della fase 2 è indispensabile ascoltare tutte le istituzioni, soprattutto il Consiglio Comunale».
Sulla stessa lunghezza d’onda, Gaetano Gennaro, che ha tenuto però una linea più dura: «Non è opportuno fare attività in questo modo, ci parliamo addosso – ha dichiarato. Avevamo proposto di fare delle riunioni prima di entrare in quest’Aula virtuale, per rendere il lavoro più produttivo, ma non è stato così. Il gruppo del PD aveva anche fatto delle proposte all’amministrazione, ma durante l’emergenza non c’è stato nessun coinvolgimento del Consiglio Comunale».
«Se non c’è interlocuzione con l’Amministrazione – ha concluso Gennaro –, è inutile. Io e i membri del gruppo PD abbandoniamo l’Aula».
Infine, Cristina Cannistrà ha così commentato: «Va stigmatizzata non solo l’assenza di oggi dell’Amministrazione, ma anche il fatto che per tutta l’emergenza abbia innalzato un muro».
Insomma, la prima Seduta “a distanza” del Consiglio Comunale in questa fase dell’emergenza coronavirus non è apparsa poi tanto diversa dalle precedenti. I rapporti tra l’Assemblea e l’Amministrazione non sembrano essere migliorati e a testimoniarlo è stato lo stesso vicepresidente Interdonato: «Insieme alla collega Serena Giannetto (anche lei vicepresidente, ndr) ho mandato una nota per concordare con l’Amministrazione data e ora della Seduta, ma non ho ricevuto riscontro scritto. Non ho avuto notizie in merito, né ho sentito l’Amministrazione. Su questo Consiglio Comunale mi sono rapportato solo con il Segretario generale».
Severo anche Giuseppe Fusco (M5S) che ha parlato di un passaggio «dall’emergenza sanitaria a all’emergenza dittatoriale». Ma il colpo di grazia l’ha dato Giandomenico La Fauci, del gruppo Ora Messina: «Mentre noi siamo qui “in Aula”, il Sindaco, in diretta Facebook, ha dichiarato di non aver tempo per il Consiglio Comunale perché lui è in trincea».
Ma c’è stato anche chi, tra i consiglieri, è intervenuto in favore del Primo Cittadino: il consigliere Francesco Cipolla, passato dal Movimento 5 Stelle al gruppo misto durante la discussione del Cambio di passo e la collega del centrodestra Giovanna Crifò.
«Quest’esperienza del coronavirus non ci ha insegnato niente – ha dichiarato Cipolla. Perché? Perché alla prima seduta di Consiglio Comunale pensavo che le polemiche sarebbero state messe da parte. Invece devo stigmatizzare il comportamento dei colleghi del PD, non è il momento».
A seguire, più accorato, l’intervento della collega Crifò: «Se non ci fosse stato De Luca avremmo avuto chissà quanti morti – ha affermato. Lo dico perché è una cosa che tocco per mano. Se non è stato presente oggi è perché è impegnato per Messina. Non l’ho votato, ma menomale che c’era De Luca. Non me ne voglia nessuno ma è quello che penso».
Prima della chiusura riprende la parola Piero La Tona: «È chiaro che il virus è andato a prescindere delle azioni dei sindaci. Basterebbe vedere come in altre città della Sicilia dove non sono state fatte decine di ordinanze i morti sono anche di meno. Questo fermo restando che il Sindaco ha fatto la sua parte».
«Il nostro ruolo, però – prosegue –, si può svolgere a prescindere dall’Amministrazione, non ce lo dà il Sindaco. Se siamo in grado, tiriamo fuori le proposte, ragioniamo, una volta tanto in maniera concorde, discutiamole e votiamole. Se viceversa abbandoniamo l’Aula o non prendiamo decisioni perché non c’è l’Amministrazione, ovviamente facciamo un gioco al massacro che non è negli interessi del Consiglio Comunale. Per il resto, il Sindaco ha fatto del suo meglio e credo che dobbiamo farlo anche noi».
Insomma, anche “a distanza”, lo scontro si riaccende, dentro e fuori il Consiglio Comunale.
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Che squallore di consiglio comunale. Sempre Polemica.
Stavolta che una diretta doveva farla, non l’ha fatta. De Luca è un sindaco al contrario