Capitale umano e bellezza del territorio sono le due direttrici su cui puntare per lo sviluppo della città di Messina secondo il Direttore Generale di Fondazione CON IL SUD e Con i Bambini, Marco Imperiale.
Fondazione CON Il SUD è l’ente non profit e privato che dal 2006, grazie ad una fruttuosa alleanza tra le fondazioni di origine bancaria e il mondo del terzo settore, promuove percorsi di coesione sociale e buone pratiche di rete nel Sud.
La Sicilia, insieme alla Campania, è la regione del meridione in cui si concentra il maggior numero di progetti sostenuti dalla Fondazione, con oltre 260 iniziative finanziate, a cui si aggiungono quelle interregionali.
Si tratta di interventi focalizzati sull’educazione dei ragazzi alla legalità e sul contrasto alla dispersione scolastica, per valorizzare i giovani talenti e attrarre “cervelli” al Sud, per la tutela e valorizzazione dei beni comuni (patrimonio storico-artistico e culturale, ambiente, riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie), per la qualificazione dei servizi socio-sanitari, per l’integrazione degli immigrati, e in generale per favorire il welfare di comunità.
Essendo quindi uno degli attori che maggiormente investe per il nostro territorio, abbiamo scelto di intervistare il Direttore Marco Imperiale per capire con lui da cosa può passare il rilancio e lo sviluppo di una città del sud Italia come Messina, su cosa è opportuno puntare nel 2020.
Il divario tra Nord e Sud
«La questione meridionale è diventata, se non è sempre stata, una questione sociale: di nuove povertà, di diversi bisogni, di frammentazione del tessuto civile. Non è solo questione di reddito e lavoro, ma sono le differenti condizioni di vita, di accesso ai servizi e alle opportunità che allontanano il Sud dal Nord» – inizia così la nostra chiacchierata con Imperiale.
«Uno sviluppo credibile e duraturo non può che partire da qui – spiega il Direttore – dal contrasto alla dispersione scolastica e alla devianza giovanile, dalla cura e valorizzazione del bene comune, da politiche attente ai bisogni delle persone e alla costruzione di legami di fiducia. Ambiti nei quali si annidano molte diseguaglianze. A partire dall’età infantile, dalla mancanza di opportunità di frequentare un asilo nido».
Ad oggi Fondazione con il Sud ha sostenuto oltre 1.100 iniziative, coinvolgendo 6.000 organizzazioni diverse e oltre 320.000 destinatari diretti (40% studenti), erogando complessivamente 211 milioni di euro di risorse private.
In particolare nella provincia di Messina sono stati realizzati interventi che spaziano dal contrasto al fenomeno della dispersione scolastica all’integrazione degli immigrati attraverso servizi di mediazione socioculturale, consulenza legale e orientamento lavorativo; dal rafforzamento del ruolo e delle iniziative del volontariato ad interventi di sviluppo locale.
Fondazione di Comunità
Una delle più importanti iniziative avviate nel territorio messinese è la Fondazione di Comunità di Messina – Distretto sociale evoluto, una delle sei fondazioni comunitarie nate con il sostegno della Fondazione CON IL SUD.
Fondazione di Comunità di Messina, costituita grazie all’impegno di attori locali della ricerca scientifica, del terzo settore e delle imprese for profit, persegue la propria missione non solo attraverso l’attività erogativa, ma anche mediante una visione innovativa e socialmente responsabile degli investimenti. Circa il 50% delle risorse, infatti, sono investite nella produzione di energia da fonti rinnovabili su terreni confiscati alla mafia, sugli edifici di pubblica utilità o sulle case delle famiglie che hanno voluto aderire al progetto. Il rendimento generato dal conto energia è reinvestito in un programma di interventi di empowerment delle persone in difficoltà che vivono nel quartiere. Ad esempio, attraverso il programma “Luci e libertà”, la Fondazione ha promosso il reinserimento sociale di una sessantina di ex detenuti dell’ospedale psichiatrico giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto.
La Fondazione di Comunità di Messina sostiene, inoltre, programmi di contrasto della povertà educativa e ha avviato, pochi anni fa, un progetto di riqualificazione urbana di una parte del quartiere Maregrosso con la costruzione di alloggi ecosostenibili, avviando un’iniziativa di housing sociale.
«Dare strumenti che possano essere di conoscenza e approfondimento, sia umano sia culturale, è la chiave di volta per uno sviluppo ache economico della società – ci chiarisce Giuppi Sindoni, Presidente della Fondazione di Comunità di Messina. La conoscenza è uno degli arti fondamentali su cui impostare la crescita sociale di un territorio, perché nel momento in cui le persone trovano dei riferimenti e delle prospettive di sviluppo e capiscono quali possono essere le prospettive culturali di un territorio possono diventare essi stessi un tessuto costruttivo».
Lo spazio per le famiglie realizzato a Maregrosso è molto vicino a Fondo Saccà, che è un area di risanamento. La prima utenza è quella ma il servizio è aperto a tutti, così da favorire nello stesso tempo l’integrazione. Sempre in ambito educativo Giuppi Sindoni ci racconta l’esempio del corso di fotografia con Paolo Benvenuti un esperimento per aiutare i ragazzi a far emergere le proprie passioni e abilità.
Un settore su cui puntare sono le nuove tecnologie, capendo come possono essere applicate alle arti e come possono aiutare a livellare le diversità sociali. «Ad esempio – conclude Sindoni – stiamo lavorando su sistemi di diffusione dell’energia basati su algoritmi sociali, che possano provvedere alla distribuzione su base sociale, in base all’effettiva necessità».
Insomma, educazione e sviluppo rappresentano un binomio costante, un fronte su cui impegnarsi guardando ai giovani d’oggi che saranno la classe sociale di domani e contrastando la povertà educativa minorile in Italia. Un fenomeno che riguarda i bambini già nella prima fascia di età 0-6 anni: un bambino che nasce in un centro svantaggiato del Sud o in una periferia disagiata di una grande città ha meno opportunità rispetta ad un suo coetaneo che nasce, sempre in Italia, in una realtà con meno criticità. Mancanze di diritti e di opportunità che incidono sul futuro del ragazzo e di conseguenza del Paese.
L’impresa sociale Con i Bambini
All’interno di questo scenario, nel 2016 la Fondazione Con il Sud ha costituito l’impresa sociale Con I Bambini per l’attuazione dei programmi del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, promosso dal mondo delle Fondazioni di origine bancaria, Governo e Terzo settore. In questi primi 3 anni di attività Con i Bambini ha selezionato 355 progetti in tutta Italia, con un impegno economico di circa 281 milioni di euro del Fondo, coinvolgendo oltre 480 mila bambini e ragazzi, insieme alle loro famiglie, coinvolgendo direttamente circa 6.600 organizzazioni, tra terzo settore, scuole, enti pubblici e privati.
«Quando si pensa allo sviluppo, il punto di partenza è ridurre le disuguaglianze sociali e territoriali – continua Marco Imperiale. Affrontare efficacemente la povertà educativa, che è strettamente connessa con quella economica, vuol dire dare una risposta corale e di sistema, significa attivarsi come “comunità educante”».
Il tema della povertà educativa purtroppo interessa milioni di minori, molti vivono in condizione di difficoltà, ma non solo.
«Nell’ultimo rapporto dell’Osservatorio sulla povertà educativa minorile, realizzato da Con i Bambini e Openpolis, emerge che nel 2005 era in condizioni di povertà assoluta il 3,9% dei minori di 18 anni. Ebbene, un decennio dopo la percentuale è triplicata e attualmente supera il 12%».
«L’ascensore sociale si è bloccato, se un bambino nasce povero non avrà la possibilità di uscire fuori dallo stato di povertà. Se ci pensate, questa è la più terribile delle ingiustizie. Per combattere la povertà educativa in Italia sono necessarie serie politiche che mettano al centro il minore, insieme al lavoro e sostegno al welfare familiare. Il Fondo, nato nel 2016 da un accordo tra le Fondazioni di origine bancaria, il Governo e il Forum del Terzo Settore, rappresenta un primo importante passo».
Il modello da seguire per il 2020
Imperiale chiude con un messaggio forte, che sia un modello sa seguire nel prossimo anno: «la nostra visione di società può essere attuata solo attraverso grandi innovazioni sociali e culturali, “provocando” il territorio, puntando sulla coesione sociale e sulla grande ricchezza di tutto il nostro Sud: il capitale umano e la “bellezza” del territorio, che si ritrova nel patrimonio culturale e in quello ambientale».
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