Vincenzo Salpietro: un medico messinese e la sua intuizione su malattia rara in ambito pediatrico sbarcano negli Usa

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Vincenzo SalpietroSbarca negli Stati Uniti l’intuizione medico-scientifica del messinese Vincenzo Salpietro, allievo della Scuola di Specializzazione di Pediatria del Policlinico Universitario, diretta dalla professoressa Teresa Arrigo. Il giovane ha portato avanti alcune ricerche sull’ipertensione endocranica idiopatica nei bambini, rara patologia di cui non si conosce la causa, associata a un aumento della pressione del liquido cerebrospinale, condizione che comporta cefalea, disturbi visivi e persino cecità se non diagnosticata e trattata tempestivamente. Tale condizione è conosciuta anche col nome “Pseudotumor Cerebri”, perché i sintomi sono simili a un tumore cerebrale, ma in realtà non c’è nulla di organico capace di spiegare l’aumento della pressione intracranica. Salpietro ha individuato sulla scorta di casi clinici, uno squilibrio endocrinologico in alcuni bambini affetti dalla patologia, dovuto all’aumento dell’aldosterone, e ha intuito il ruolo dell’ormone nell’innalzamento della pressione, alla luce di precedenti dati di laboratorio, che identificavano la presenza di specifici recettori per l’aldosterone non solo nel rene, ma anche nell’encefalo. La ricerca è stata pubblicata su prestigiose riviste scientifiche americane come il Journal of Hypertension e Neuroendocrinology e la scoperta è stata attenzionata da un gruppo di ricercatori americani, guidati da Karl T. Weber, direttore di Medicina Interna dell’Università del Tennessee ed esperto di aldosteronismo di fama mondiale, con oltre 600 pubblicazioni all’attivo su riviste internazionali. Sulla scorta degli studi messinesi, il team ha lavorato su una casistica di pazienti sia adulti che pediatrici e confermato il ruolo dell’aldosterone nell’ipertensione intracranica, dimostrando l’efficacia per questi pazienti di un farmaco, lo spironolattone, in grado di risolvere sintomi neurologici e prevenire danni visivi, perché agisce sul sistema nervoso e blocca l’azione dell’ormone: una terapia innovativa e mai usata in precedenza per questa malattia. I risultati preliminari dello studio italo-americano sono stati pubblicati la scorsa settimana da Weber e Salpietro sul prestigioso American Journal of Medical Sciences, una tra le più antiche riviste scientifiche americane. «Sono felice dell’mia intuizione ― ha sottolineato Salpietro ― in buona parte attribuibile al caso e alla cosiddetta fortuna del principiante, devo ringraziare l’incoraggiamento avuto dai docenti della Scuola di Pediatria, prima su tutti la prof.ssa Arrigo, che hanno dimostrato di credere nella ricerca e nelle idee di un giovane inesperto; e al professor Weber che da subito ha creduto fortemente nella scoperta, permettendomi di dare evidenze alla mia ipotesi». 

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