Ogni mese la stessa storia per gli operatori dei servizi sociali che devono percepire lo stipendio dal Comune.
“Se lo stipendio diventa una via Crucis – scrive così Fp Cgil −. Potrebbe essere questo il titolo perfetto di una pellicola cinematografica in cui il ruolo del regista fosse ricoperto dall’assessore ai servizi sociali del Comune di Messina, Nino Mantineo. Un film tratto, purtroppo, da storie vere: quelle quotidianamente vissute dagli operatori del servizio di assistenza domiciliare anziani, che dal mese di marzo attendono ancora di vedere corrisposto quanto loro spetta per il lavoro svolto. Dei problemi che affliggono i dipendenti, molti dei quali giunti al limite della sopportazione, si è discusso questa mattina in Prefettura, durante l’incontro richiesto dalla FP CGIL”.
“Una delegazione – continua −, rappresentata dalla segretaria generale, Clara Crocé e dalle Rsa Caterina De Maria, Rita Santoro, è stata ricevuta dal vice prefetto aggiunto, Merenda, e da Manfrè.
Un confronto da cui ha ben pensato di tirarsi indietro proprio il rappresentante di Giunta, che avrebbe invece dovuto fornire spiegazioni dettagliate in merito all’intera gestione della vicenda”.
“L’assessore – ha spiegato la Crocé – si è limitato a giustificare la sua assenza (sembra perché impegnato in commissione consiliare), con una laconica nota in cui ha annunciato il pagamento dello stipendio di marzo, quasi fosse una “grazia”. Mantineo ha forse dimenticato di guardare il calendario: siamo al mese di giugno e l’unico accredito corrisposto, in evidente arretrato, è quello di tre mesi fa. Se questa è la media, giugno verrà portato a dicembre da Babbo Natale”.
“Grande il disappunto espresso in sede prefettizia dal sindacato rispetto al comportamento adottato dal rappresentante di Giunta – prosegue −, il quale, evidentemente, ancora non ha ben compreso il disagio che i lavoratori sono costretti a vivere per via dei non pagamenti”.
“E dire che, fino ad oggi – sottolinea −, i dipendenti hanno fatto il possibile per non arrecare ulteriore danno all’utenza, sobbarcandosi, essi stessi, nonostante la mancanza di entrate, le spese per recarsi sul luogo di lavoro, a volte pari anche a 200 euro mensili”.
“E’ inaccettabile che ad ogni mese – continuano i sindacalisti – debba andare in scena questa non commedia, ma tragedia dell’assurdo. Il personale, ogni 30 giorni, si ritrova a dover sbattere da un ufficio all’altro per “elemosinare” lo sblocco della fatture dal Comune, alla cooperativa. Palazzo Zanca pretende che il servizio non venga interrotto, ma non fa nulla per verificare l’inadempienza, o meno, delle cooperative, rispetto al capitolato speciale d’appalto”.
“Abbiamo infatti denunciato – prosegue la Fp Cgil – il non pagamento di scatti di anzianità, di detrazioni, assegni famigliari e quant’altro, senza nessuna risposta da parte del Comune. Non ci rimane che agire per le vie legali. Il Comune non può pretendere dai lavoratori le prestazione, se quest’ultimi non percepiscono gli stipendi. Le cooperative inadempienti con gli obblighi contrattuali e con le retribuzione devono essere sanzionate, anche con la rescissione dell’appalto”.
“Alla riunione hanno preso parte i lavoratori degli asili nido e dei CAG – conclude −, i quali hanno rimarcato che il loro problema riguarda soltanto la regolarità del pagamento delle fatture alle cooperative. Gianluca Gangemi ha specificato che con le cooperative che gestiscono gli asili nido e i cag non ci sono problemi riguardo alle buste paga ma è necessario sbloccare i pagamenti.
Altrimenti la via crucis non finirà mai . I lavoratori degli asili nido e dei CAG hanno stipendi al limite della sopravvivenza di 24 e 22 ore settimanali e ogni ritardo è insopportabile”.
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