“Scontro” tra Fp Cgil e direttore generale dell’Asp, Gaetano Sirna. Anzi, a sentire i Sindacati, neanche di scontro si può parlare, considerato che Sirna non risponde a richieste di alcun genere.
«L’ Asp di Messina ha ancora un Direttore generale?», a chiederlo, ironicamente, è la segretaria generale della FpCgil, Clara Crocè.
«Non abbiamo notizie del manager dell’Asp di Messina, si comporta come fosse un desaparecido», afferma Crocè, insieme a Antonio Trino, coordinatore provinciale per la Sanità , Nava e Rizzotti, coordinatori Sanità privata, e Guglielmo Catalioto della FpCgil Medici .
«Il manager, non risponde ad alcuna richiesta avanzata dal Sindacato e, cosa alquanto anomala – continuano -, non convoca neanche la RSU, appena eletta.Non foss’altro neanche per un doveroso augurio di buon lavoro».
«Tutto ciò – continuano i sindacalisti – denota chiaramente un assoluto disinteresse verso le “civili” relazioni sindacali, in barba ai principi di rappresentatività democratica che ancora ispirano il nostro Paese e che probabilmente il manager disconosce».
«Un atteggiamento arrogante – afferma Crocè -, non riceviamo alcuna risposta alle nostre legittime richieste, avanzate nell’esclusivo interesse dei lavoratori e del bisogno di salute dei cittadini» .
«Giusto per citare un esempio – continua Antonio Trino -, non risponde neanche alla richiesta di incontro sindacale per definire il riconoscimento delle Peo, istituto contrattuale finalmente sbloccato dopo circa 4 anni, e che i lavoratori attendono con ansia. Evidentemente Sirna – continua il sindacalista -, non avverte il disagio vissuto dai lavoratori e il periodo di crisi economica, e che per i lavoratori il riconoscimento delle Peo potrebbe rappresentare una boccata di ossigeno».
«Il Dirigente generale dell’Asp – continuano – ritiene opportuno non fornire nessuna parvenza di risposta, disattendendo quello che è un preciso dovere istituzionale; esempi come questo potremmo farne a decine e sono tutti suffragati da atti formali».
«Tale atteggiamento, poco encomiabile sotto ogni profilo, riconducibile ad altri “sistemi” agli antipodi della democrazia, non è più tollerabile – concludono – e siamo pronti ad intraprendere ogni iniziativa per contrastare questa palese mortificazione dei diritti dei lavoratori».
(318)