I poliziotti d’Italia effettuano il loro servizio di tutela e controllo del territorio in condizioni di assoluta precarietà, con mezzi e strumentazioni ormai vetuste, senza l’adeguamento degli stessi imposto dai tempi difficili. La minaccia del terrorismo è alle porte, senza sminuire il crimine in continuo aumento, e i nostri poliziotti, chiamati, insieme ad altre forze di Polizia, a difendere il paese non sono equipaggiati a sostenere battaglie così impegnative. Una realtà, questa, della quale, nel tempo, si sono occupati i media a più riprese, ma nulla è cambiato.
Qualcosa, invece è cambiata per un poliziotto che ha denunciato apertamente le pessime condizioni in cui lui e i colleghi di tutta Italia sono costretti a svolgere il loro lavoro: è stato sospeso dal serivio, sanzionato ed ha avuto lo stipendio dimezzato.
Per questi motivi, per l’agente punito, per le esigenze ignorate di una categoria che rischia quotidianamente la vita, c’è un uomo, Gianni Tonelli, segretario generale del SAP, Sindacato Autonomo di Polizia, che ha scelto la protesta più pacifica per dire basta: il digiuno. Con lui, solidale, anche la sezione di Messina del Sap, che in una nota scrive:
“Il SAP di Messina ribadisce solidarietà, vicinanza e condivisione con il Segretario Generale del SAP, Gianni Tonelli, che da 36 giorni è in sciopero della fame.
Questa Segreteria si schiera apertamente al suo fianco affinché le istituzioni diano un’inversione di tendenza comprendendo i reali motivi che lo hanno indotto a questa estrema forma di protesta, mettendo a serio rischio la sua salute, tutto per tutelare i poliziotti che rappresenta, quasi ventimila uomini e donne in divisa che non lo lasceranno mai solo.
La verità e la giustizia prevarranno sulle logiche politiche e di potere.
Per tutti questi motivi ci stiamo appellando al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, inviandogli, anche dalla provincia di Messina, numerose cartoline perché intervenga al più presto.
I motivi alla base dell’estrema protesta sono da ricercare nella volontà di mettere in luce le reali condizioni dell’apparato della sicurezza ormai debilitato da anni di tagli. A seguito degli attacchi terroristici di Parigi si sono manifestate le pesanti lacune in cui versa l’apparato e le reali condizioni nelle quali i poliziotti italiani sono costretti ad operare. Ed è proprio questo il motivo per cui un dirigente sindacale di Roma è stato sospeso e sottoposto a procedimento disciplinare per aver mostrato dei caschi da ordine pubblico marci, giubbotti anti proiettile prossimi alla scadenza ed armamenti vecchi di 40 anni non idonei agli attuali servizi di Polizia. Si tratta di un padre di famiglia con una bimba di 6 anni che ha subito il dimezzamento del proprio stipendio per aver denunciato la verità. Un atteggiamento intimidatorio che mina quelli che sono gli elementi alla base dell’attività sindacale e della
libertà di pensiero e dissenso.
Anche a Messina i tagli al comparto sicurezza, hanno minato in maniera significativa l’efficienza dei servizi, con carenze di personale, logistiche, strutturali e il blocco del turn over che ha reso sempre più alta l’età anagrafica degli operatori della sicurezza. La nostra
Provincia, interessata quasi quotidianamente dallo sbarco di profughi, deve affrontare l’emergenza con lo stesso numero di operatori destinati a garantire la quotidiana sicurezza del territorio.
Si continua a voler dare l’immagine di una polizia moderna ma non reale, al passo con i tempi, quando invece spesso si sopperisce alle carenze grazie all’abnegazione, alla generosità e allo spirito di sacrificio del singolo operatore, considerato che mancano fondi anche per le necessità più banali”.
(nella foto Gianni Tonelli)
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