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Tradizioni e memoria: le tele di Mancuso Fuoco in mostra a Mistretta

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bacio11unbacioContinua fino al 31 ottobre al Museo Regionale delle Tradizioni Silvo Pastorali di Mistretta, diretto da Carmela Bonanno, la mostra: “La vita dipinta. Lavoro, tradizioni e memoria nella pittura popolare di Antonino Mancuso Fuoco”. L’esposizione, promossa dall’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana e dal Comune di Mistretta, con la cura di Gianfranco Anastasio e Luigi Giacobbe, ripercorre la vicenda artistica di Antonino Mancuso Fuoco (Capizzi, 1921-1996) considerato dalla critica fra i più fecondi pittori naïf siciliani. Interprete della civiltà contadina e pastorale dei Nebrodi, Mancuso Fuoco evidenzia una singolare consapevolezza riguardo all’essere testimone di un mondo che scompare mentre la propria storia esistenziale si proietta in un tempo nuovo.

Il pittore, costretto a emigrare nel Nord Italia e in Germania, illustra con straordinaria vivezza e, talvolta con un velo di nostalgia, le attività umane nei boschi (taglialegna, cacciatori, “armentisti”), i cicli stagionali, le pratiche specifiche dell’agricoltura e della pastorizia, i giochi infantili, le tradizioni locali, le usanze, le feste, le fiere e gli avvenimenti più importanti.  Da apprendista pastore e allevatore, a imprenditore, a emigrante e infine artista, trova e impone a se stesso, anche con l’acquisto di un gregge negli ultimi anni di vita, la chiarezza di essere autore dei propri giorni oltre che dei propri quadri.

Di particolare interesse e novità è l’ordinamento delle quarantadue opere, provenienti tutte da collezioni private, che si integra con le collezioni del Museo, con l’evidente intenzione di creare efficaci assonanze fra i contenuti specifici delle sale espositive e le tematiche poetiche del pittore, in un dialogo serrato con gli oggetti d’uso e gli strumenti del lavoro dei pastori, dei cacciatori, dei taglialegna, dei contadini, ma anche con l’organizzazione degli spazi entro cui quelle attività si esplicavano.

Emerge con particolare suggestione nella mostra il sentimento del tempo, il legame intimo fra i cicli naturali e l’organizzazione del lavoro, l’esperienza diretta del rapporto ora armonico ora di dura contesa con l’ambiente, con i saperi per secoli tramandati, con i contesti sociali, produttivi e rituali.

La direzione del Museo ha organizzato un ciclo di visite didattiche per le scuole, per info 3315771507. L’ingresso è gratutito dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 19.00 da martedì a venerdì; dalle 9.00 alle 13.00, sabato e domenica; lunedì chiuso.

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